Dal 1° settembre 2025 entra ufficialmente in vigore il Bonus Giorgetti, la misura che premia i lavoratori già in possesso dei requisiti pensionistici ma intenzionati a proseguire l’attività. Lo strumento, basato su uno sgravio contributivo, consente di ottenere quasi il 10% in più in busta paga senza effetti sul reddito imponibile.
Bonus Giorgetti: da settembre aumenta lo stipendio per chi resta al lavoro
Il Bonus Giorgetti rappresenta una delle novità più rilevanti dell’attuale quadro previdenziale. Non si tratta di un aumento diretto della pensione, bensì di un incentivo riconosciuto a chi sceglie volontariamente di restare al lavoro pur avendo già maturato i requisiti per l’uscita anticipata.
La logica è semplice: il lavoratore non è più tenuto a versare la propria quota di contributi previdenziali all’INPS, trattenendo quindi l’importo corrispondente direttamente in busta paga. Nel Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti, questa quota ammonta al 9,19% del lordo mensile. Con uno stipendio lordo di 2.000 euro, il beneficio si traduce in circa 183 euro netti in più ogni mese; con 2.500 euro lordi, l’aumento arriva a circa 230 euro.
L’agevolazione ha inoltre un importante vantaggio fiscale: le somme percepite non concorrono alla formazione del reddito da lavoro dipendente e quindi non sono soggette a tassazione. Resta invece invariata la quota di contribuzione a carico del datore di lavoro, che continua a confluire regolarmente nel montante previdenziale del dipendente.
Requisiti e platea dei beneficiari
Il Bonus Giorgetti è destinato esclusivamente ai lavoratori dipendenti, sia del settore privato sia del settore pubblico, che entro il 31 dicembre 2025 maturano i requisiti per la cosiddetta Quota 103, ossia almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi, oppure quelli richiesti per la pensione anticipata ordinaria, pari a 41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini.
Non sono invece ammessi al beneficio coloro che hanno già raggiunto l’età per la pensione di vecchiaia o che percepiscono un assegno pensionistico diretto, con l’unica eccezione dell’assegno di invalidità. È inoltre necessario essere iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria o a forme sostitutive o esclusive.
Il meccanismo prevede tempistiche diverse a seconda del comparto di appartenenza: i lavoratori del settore privato che hanno già presentato domanda all’INPS riceveranno lo sgravio direttamente in busta paga a partire da settembre 2025, mentre per i dipendenti pubblici l’accredito scatterà da novembre 2025.
Opportunità e valutazioni per i lavoratori
Il Bonus Giorgetti, ribattezzato così dal nome del Ministro dell’Economia e delle Finanze che ne ha promosso l’estensione, nasce con l’intento di rafforzare la permanenza in servizio dei lavoratori più esperti, contribuendo a mantenere attivo un capitale umano prezioso per il tessuto produttivo. Al tempo stesso, offre un incremento immediato dello stipendio netto, in una fase storica segnata dall’erosione del potere d’acquisto.
Gli esperti invitano però a una valutazione attenta prima di aderire. La rinuncia alla quota di contributi a carico del lavoratore implica infatti un impatto sul montante previdenziale complessivo e, di conseguenza, sull’assegno pensionistico futuro. Per questo motivo l’INPS ha predisposto un servizio online specifico, intitolato “Incentivo al posticipo del pensionamento: verifica delle condizioni di accesso”, che consente di simulare l’effetto del bonus in base al numero di mesi residui di attività. Anche l’assistenza di patronati e consulenti del lavoro risulta fondamentale per calcolare con precisione la convenienza della misura e per evitare decisioni avventate.