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Superbonus 2025

Superbonus 2025: nuove regole su cessione del credito e scadenze da rispettare

Dal prossimo 8 settembre entra in vigore il nuovo modello dell’Agenzia delle Entrate per la cessione del credito legato al Superbonus 2025. La misura, ridotta al 65%, resta l’unica tra i bonus edilizi a consentire questa opzione, ma con regole più restrittive e scadenze precise che i contribuenti dovranno osservare.

Superbonus 2025: cosa cambia con il nuovo modello dell’Agenzia delle Entrate

Con il provvedimento n. 321370 del 7 agosto 2025, l’Agenzia delle Entrate ha approvato il nuovo schema di comunicazione per la cessione del credito e lo sconto in fattura relativi al Superbonus 2025. Dal prossimo 8 settembre, contribuenti e professionisti dovranno utilizzare esclusivamente questa modulistica, che sostituisce quella del 3 febbraio 2022 e recepisce le novità normative introdotte con lo stop alle cessioni per gli altri bonus edilizi.

Il nuovo modello elimina riferimenti ormai superati, come l’indicazione del “Periodo”, la casella relativa all’“Edilizia libera” e la voce sulle rate residue, la cui cessione è vietata dal 29 maggio 2024. Restano invece confermati i principi cardine: il credito può essere ceduto o utilizzato come sconto in fattura entro il 16 marzo dell’anno successivo alle spese sostenute. Per le spese 2025 la scadenza è fissata dunque al 16 marzo 2026, termine oltre il quale non è ammessa la remissione in bonis.

Requisiti, SAL e adempimenti per accedere al beneficio

Il Superbonus 2025 mantiene la possibilità di esercitare la cessione del credito per i soli interventi previsti dall’articolo 119 del Decreto Rilancio, ma l’aliquota detraibile è scesa al 65%. La misura resta riservata a condomìni, persone fisiche proprietarie di edifici da due a quattro unità, Onlus, organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale iscritte nei registri ufficiali.

Sono confermati i SAL (Stati di Avanzamento Lavori) che possono essere al massimo due per ciascun intervento e devono riferirsi ad almeno il 30% dei lavori complessivi. Per accedere al beneficio è necessario allegare l’asseverazione di un tecnico abilitato, che certifichi la congruità delle spese, e trasmettere copia all’Enea. Nei casi di interventi antisismici l’efficacia deve essere attestata dai professionisti incaricati della progettazione strutturale, della direzione dei lavori e del collaudo statico.

Accanto all’asseverazione tecnica è richiesto anche il visto di conformità, rilasciato da commercialisti, consulenti del lavoro o Caf, che certifica la sussistenza dei requisiti. Per ogni unità immobiliare, la comunicazione deve essere inoltrata dal soggetto che rilascia il visto di conformità, mentre nei lavori condominiali l’invio può essere effettuato dall’amministratore o da un condòmino incaricato.

Costi per lo Stato e calo delle nuove asseverazioni

L’impatto del Superbonus sul bilancio pubblico continua a essere rilevante, nonostante la progressiva riduzione dell’aliquota e l’inasprimento delle regole. Secondo le stime dell’Ufficio Studi della Cgia di Mestre, dall’avvio della misura sono state depositate 500.295 asseverazioni per un onere complessivo pari a 126,6 miliardi di euro in detrazioni maturate. Nei soli primi tre mesi del 2025 lo Stato ha dovuto sostenere ulteriori 1,8 miliardi di euro, principalmente per cantieri già avviati e pratiche in fase di liquidazione.

Il quadro attuale riflette un rallentamento evidente: nel 2025 sono state registrate soltanto 234 nuove asseverazioni, un dato lontano dai volumi degli anni precedenti. Le nuove regole meno vantaggiose, il calo dell’aliquota e il blocco della cessione per gli altri bonus edilizi hanno ridimensionato in modo significativo la portata dello strumento. Nonostante ciò, il Superbonus continua a rappresentare, seppur in forma ridotta, l’unico canale per accedere a una detrazione fiscale significativa in materia di efficientamento energetico e riduzione del rischio sismico.

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