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Prestiti obbligazionari convertibili non standard: attenzione ai fondi trappola

Con il richiamo n. 14/2025, la Consob impone ulteriori obblighi informativi a carico delle società e dell’investitore che ricorrano ai prestiti obbligazionari convertibili non standard (POC), ponendo l’accento sulla pericolosità di questi interventi.

I prestiti obbligazionari convertibili non standard (POC) sono strumenti che vengono spesso utilizzati dalle società in difficoltà e che non hanno facile accesso a valide alternative.
Nel breve termine i finanziamenti aiutano le società a risollevarsi reperendo risorse finanziarie nuove. Tuttavia nel medio-lungo termine potrebbero avere conseguenze negative.

Perché i prestiti obbligazionari convertibili non standard sono così pericolosi

Questi prestiti appartengono a operazioni di finanza straordinaria in cui viene coinvolto un unico investitore con cui la società in difficoltà (emittente) sottoscrive degli accordi privati.
Le obbligazioni, convertite in azioni dall’investitore, sono scontate del 5-10% rispetto alla media del loro valore di mercato.
Su richiesta della società stessa le emissioni possono avvenire in più tranche, dietro a una commissione di impegno (commission fee). Solitamente l’investitore rivende sul mercato le azioni nel breve termine, facendo crollare le stesse.
Le azioni immesse sul mercato, infatti, aumentano il numero complessivo di quelle in circolazione, riducendone il relativo valore.
Pur essendo uno strumento legale, i POC non standard costituiscono un grosso rischio per la società e gli azionisti, causando un deprezzamento del titolo che mediamente si aggira intorno all’80%,nonché una diluizione significativa per gli azionisti compresa tra il 60% e l’80%.

L’intervento della Consob e le conseguenze per le società

Spesso chi fa ricorso ai prestiti obbligazionari convertibili non standard (POC) subisce un ulteriore deterioramento patrimoniale, peggiorando la propria situazione.
In alcuni casi le società finiscono per avviare procedure concorsuali o di liquidazione
Per questo la Consob, dopo essere intervenuta per la prima volta nel 2023, ha pubblicato il richiamo di attenzione n. 14/2025, sottolineando la pericolosità di questi prestiti.
La Commissione Nazionale per le Società e la Borsa impone ulteriori obblighi informativi per le società quotate e per l’investitore che facciano uso di questo strumento.
Per l’autorità è fondamentale ottenere maggiore trasparenza su queste pratiche dietro cui si possono nascondere azioni speculative.

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