Dal prossimo anno scatterà il blocco automatico per dipendenti e pensionati pubblici con redditi sopra i 2.500 euro e debiti fiscali oltre i 5.000. Attesi recuperi per oltre 36 milioni, già nel 2026.
Dal 1° gennaio 2026 scatterà un nuovo meccanismo di recupero crediti nei confronti dei dipendenti pubblici e dei pensionati con debiti fiscali oltre i 5.000 euro. La misura, introdotta dalla Legge di Bilancio 2025 e rinviata di un anno per consentire l’adeguamento dei sistemi informatici, prevede il blocco automatico di una quota dello stipendio o della pensione per chi percepisce un reddito mensile superiore ai 2.500 euro. La nuova misura nasce con l’obiettivo di rafforzare la lotta all’evasione fiscale e ampliare i margini d’azione di una normativa già esistente.
Come funziona il “blocco” dello stipendio
Come spiegato da Brocardi.it, fino ad oggi l’art. 48-bis delle disposizioni in materia di riscossione consentiva alla Pubblica Amministrazione di sospendere i pagamenti verso le imprese aventi debiti superiori a 5.000 euro, nei confronti dell’Erario. Con l’aggiunta del nuovo comma 1-bis, tale possibilità viene estesa anche ai lavoratori e ai pensionati del settore pubblico.
In pratica, ogni volta che un ente statale erogherà uno stipendio, una pensione o altre indennità, verrà effettuato un controllo preventivo sulle posizioni debitorie del beneficiario. In presenza di un debito fiscale superiore alla soglia prevista, la P.A. tratterrà automaticamente una quota dell’importo spettante, riversandola al Fisco, fino al completo saldo.
Va sottolineato inoltre che il provvedimento non si limiterà al blocco parziale della busta paga ordinaria: potranno essere soggette a trattenuta anche le indennità collegate al rapporto di lavoro, comprese quelle liquidate in caso di licenziamento.
Chi rischia di essere coinvolto
Il nuovo blocco non riguarderà tutti i dipendenti e pensionati pubblici. Saranno coinvolti nella nuova misura – come accennato in apertura – soltanto coloro che hanno un reddito mensile oltre 2.500 euro e contestualmente debiti fiscali oltre 5.000 euro. Secondo le stime contenute nella relazione tecnica alla manovra, i soggetti potenzialmente interessati sarebbero circa 250.000 tra dipendenti e pensionati pubblici.
L’impatto sui conti pubblici
Gli effetti attesi sulle finanze dello Stato sono rilevanti: il governo prevede un recupero di circa 36 milioni di euro già nel 2026, cifra che dovrebbe stabilizzarsi negli anni successivi, fino a raggiungere un gettito annuo di 90 milioni di euro.