Solo il 57% degli italiani versa l’Irpef, mentre oltre tre quarti del gettito è concentrato su poco più di un quarto dei contribuenti. Il ceto medio continua a sostenere la gran parte del prelievo, alimentando il dibattito su equità e sostenibilità fiscale.
L’Italia resta un Paese fiscalmente sbilanciato, in cui il peso dell’Irpef continua a concentrarsi su una minoranza: poco più di un quarto dei contribuenti si fa carico da solo di quasi l’80% dell’imposta. Nel 2024, su quasi 59 milioni di residenti, solo 33,5 milioni hanno versato almeno un euro di Irpef, ovvero il 57% della popolazione. Il restante 43% non possiede redditi imponibili o non li dichiara. A fronte di ogni contribuente “effettivo” corrispondono dunque 1,4 abitanti “a carico”.
È lo scenario emerso nell’ambito della dodicesima edizione dell’Osservatorio sulle Entrate Fiscali curato dal Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, in collaborazione con Cida – Confederazione Italiana Dirigenti e Alte Professionalità.
Irpef a 26 euro per le fasce più basse
Entrando nel dettaglio dei carichi fiscali, su 42,6 milioni di italiani che presentano la dichiarazione dei redditi, 11,6 milioni di contribuenti (27%) versano il 76,87% dell’intera Irpef, mentre i restanti 31 milioni contribuiscono solo per il 23,13%.
Le fasce più basse, con redditi fino a 7.500 euro lordi annui, pari a circa 7,2 milioni di persone (pari al 12% della popolazione), pagano in media appena 26 euro di Irpef. Nella fascia successiva (7.500-15.000 euro), il versamento medio annuo sale a 296 euro. L’insieme di queste fasce di contribuenti, ovvero 16.169.510 soggetti versa solo 1,19% del totale Irpef. “Rapportato al numero di abitanti, questo significa 22.409 milioni di persone (l’equivalente di Lombardia, Lazio, Campania e oltre) pagano, al netto di deduzioni e detrazioni un’imposta media di 100 euro annui”, evidenzia lo studio.
Se si sommano poi tutti i redditi fino a 29.000 euro, emerge che il 72,6% dei contribuenti sostiene appena un quarto del gettito complessivo.
“Una fotografia più vicina a quella di un Paese povero che di uno Stato membro del G7 e che parrebbe oltretutto poco veritiera guardando a consumi e abitudini di spesa degli italiani, che solo nel 2023 hanno destinato al gioco d’azzardo, slot machine e gioco online compreso, circa 150 miliardi di euro”, osserva il professor Alberto Brambilla, presidente del centro studi Itinerari previdenziali sulle pagine de Il Corriere della Sera.
Il ceto medio paga per due
L’analisi mostra come la gran parte dell’imposta sia sostenuta da una ristretta fascia di contribuenti con redditi medio-alti: poco più di 7 milioni di lavoratori con redditi superiori ai 35 mila euro.
Osservando nel dettaglio le dichiarazioni degli scaglioni più alti – sopra i 100mila euro – l’osservatorio individua 700mila soggetti, ovvero l’1,6% del totale, che da solo copre il 22,4% dell’intero gettito Irpef. Sommando anche le fasce da 55.000 a 100.000 euro, risulta che il 5,82% paga il 40,31% dell’Irpef. Aggiungendo infine anche i redditi fra 35.000 e 55.000 euro, emerge che il 17,2% dei contribuenti paga oltre il 63% dell’Irpef totale.
“Chi guadagna più di 60mila euro finisce per pagare per due: per sé e per chi resta totalmente a carico della collettività”, dichiara Stefano Cuzzilla, presidente Cida. “È la trappola del ceto medio: molti ricevono senza contribuire, pochi danno senza ricevere.”
Gettito Irpef in aumento
Il gettito Irpef 2024 ha raggiunto 207,1 miliardi di euro, con un incremento del 9,4% rispetto all’anno precedente. La crescita è trainata dai redditi medio-alti e da un aumento dell’occupazione, ma la distribuzione del carico fiscale resta pressoché immutata.
Sempre Alberto Brambilla – sulle pagine di RaiNews. – ha dichiarato: “Crescono sia i dichiaranti (42.570.078, numero addirittura superiore a quello record del 2008), sia i contribuenti/versanti, vale a dire coloro che versano almeno 1 euro di Irpef, che toccano quota 33.540.428. Mentre salgono sia i contribuenti con redditi compresi tra i 20 e i 29mila euro (9,7 milioni) sia quelli con redditi medio-alti dai 29mila euro in su, diminuiscono i dichiaranti per tutte le fasce di reddito fino a 20mila euro, che calano da 22,356 a 21,241 milioni”.
Ipotesi riduzione delle aliquote Irpef
In questo scenario, il governo sta valutando un intervento di riduzione delle aliquote Irpef per i redditi compresi tra 28 e 50mila euro, fascia che oggi rappresenta la colonna portante del prelievo. L’obiettivo dichiarato è alleggerire la pressione sul ceto medio e favorire la competitività del lavoro dipendente, ma la misura rischia di produrre effetti limitati senza un parallelo rafforzamento della lotta all’evasione.