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Insolvency III: il Consiglio UE getta le basi per un’Europa più attrattiva e armonizzata

Il Consiglio dell’Unione Europea ha definito la propria posizione in merito alle Proposte Direttiva Insolvency III che armonizza taluni aspetti del diritto in materia di insolvenza. Tra le novità: l’introduzione del meccanismo di pre-pack, l’istituzione obbligatoria dei comitati dei creditori e l’eliminazione del titolo dedicato alle microimprese.

Insolvency III: evolve il quadro europeo in materia di insolvenza

Il Consiglio dell’Unione Europea ha recentemente concordato il proprio orientamento generale sulle Proposte Direttiva Insolvency III, segnando un passo significativo nel processo di revisione della Direttiva 2019/1023/UE. Il testo adottato dal Consiglio riflette un equilibrio tra esigenze di semplificazione, tutela dei creditori e rispetto delle specificità giuridiche nazionali. Presentata dalla Commissione Europea il 7 dicembre 2022 nell’ambito di un più ampio pacchetto di iniziative volte a rafforzare l’Unione dei mercati dei capitali, la proposta si propone di colmare le persistenti disomogeneità normative tra i Paesi membri in tema di gestione delle crisi d’impresa.

Con l’approvazione dell’orientamento generale, il Consiglio sarà ora in grado di avviare i negoziati con il Parlamento europeo per la definizione del testo finale. In questo senso, l’Unione Europea concorre verso una maggiore armonizzazione delle procedure di insolvenza, fondamentale per attrarre investimenti e tutelare la competitività del mercato interno.

Il meccanismo di pre-pack

Tra le novità più rilevanti contenute nelle Proposte Direttiva Insolvency III figura l’introduzione del cosiddetto meccanismo di pre-pack, volto a velocizzare e ottimizzare le procedure di liquidazione aziendale. In base a questo dispositivo, la cessione dell’impresa, o di una sua parte, potrà essere predisposta e concordata anticipatamente rispetto all’avvio formale della procedura di insolvenza, permettendone così l’immediata esecuzione all’apertura della stessa.

Elemento distintivo del meccanismo è la possibilità di consentire il trasferimento automatico dei contratti ancora in essere, ritenuti cruciali per la continuità aziendale, dall’impresa insolvente al nuovo acquirente, senza richiedere l’assenso della controparte. Tuttavia, il Consiglio UE ha ritenuto opportuno introdurre opportune clausole di salvaguardia per garantire la tutela della libertà contrattuale e prevenire potenziali abusi.

Verso una governance più inclusiva

Un’altra novità della direttiva riguarda l’istituzione obbligatoria di comitati dei creditori in tutti gli Stati membri, con l’obiettivo di rafforzare la posizione dei creditori nella gestione delle procedure concorsuali. Il testo stabilisce una disciplina comune per i comitati dei creditori in termini di composizione, prerogative e obblighi, ma concede agli Stati membri la possibilità di circoscriverne l’applicazione alle imprese di maggiori dimensioni. Questa misura mira a garantire una partecipazione effettiva anche da parte di soggetti altrimenti svantaggiati, ad esempio per motivi geografici o per scarsità di risorse.

Di contro, il Consiglio ha deciso di eliminare il titolo VI della proposta originaria, relativo a un regime speciale per le microimprese, a causa delle perplessità sollevate in merito alla sua effettiva applicabilità. Le principali criticità riguardavano l’ambiguità nella definizione di microimpresa, la figura dell’amministratore della procedura e il ruolo dell’autorità giudiziaria. La soppressione del titolo rappresenta un compromesso volto a evitare attriti con le normative nazionali già in essere e a preservare l’equilibrio dell’impianto normativo europeo.

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