Cresce il peso degli stranieri nel mercato dei mutui: quasi un finanziamento su tre è concesso a cittadini non italiani, con una prevalenza di extra-Ue. Il Nord resta il motore trainante.
L’Italia continua ad attrarre acquirenti oltreconfine, un fenomeno testimoniato dall’andamento del mercato dei mutui. Secondo l’ultima analisi condotta da Kìron Partner, società di mediazione creditizia del Gruppo Tecnocasa, la quota di stranieri che ha stipulato un mutuo in Italia è in netta crescita. Si registra un 68,2% del totale erogato verso persone di origine italiana e contestualmente un aumento progressivo delle percentuali di chi arriva da altri Paesi. In particolare, quasi il 12,5 % è rappresentato da cittadini europei, mentre il 19,4 % da extra-europei.
Uno scenario – fotografato dai dati relativi al 2024 – che evidenzia un mercato immobiliare sempre più multiculturale.
Paesi asiatici dominano le richieste
Nel segmento europeo, le nazionalità più rappresentate sono la Romania, l’Albania e la Moldavia. Per quanto riguarda invece i mutuatari extra-UE, la maggior parte proviene da Paesi asiatici, seguiti da latinoamericani e da alcune presenze africane. Il fenomeno riflette sia flussi migratori consolidati, sia l’integrazione economica di comunità ben stabilite in Italia, in grado di accedere al credito come gli italiani. In particolare, comunità di lunga presenza – che dispongono potenzialmente di redditi stabili e permessi di soggiorno prolungati – riescono con maggiore probabilità a superare le soglie selettive imposte dalle banche.
Nord Italia motore trainante dei mutui
Analizzando la geografia della stipula, la concentrazione più rilevante di mutui avviene nel Nord del Paese: il 62,5 % del totale. Un dato che può essere imputato a diversi fattori: redditi medi più elevati, maggiore offerta di mutui competitivi, mercati immobiliari più dinamici e una maggiore presenza di istituti creditizi disposti a finanziare. Seguono l’Italia Centrale con il 15,9 % e il Mezzogiorno con il 14,9 %. Le Isole rappresentano solo il 6,7 %, confermando un divario territoriale strutturale nel mercato del credito ipotecario.
Mutuatari sempre più giovani
L’età media dei soggetti che hanno stipulato un mutuo – sempre nel 2024 – è pari a 39,5 anni. Sono soprattutto i più giovani a fare richiesta di finanziamento, mentre con l’avanzare dell’età, la domanda di mutuo decresce, probabilmente per effetto dei vincoli residui: redditi più consolidati, patrimonio già acquisito o minore propensione al debito nei decenni centrali della vita. Si evidenzia comunque una leggera preponderanza dei 35-44enni rispetto agli under 35: la prima fascia incide per il 35,1%, quella più giovane pesa invece il 35,7%.
Stabilità economica: la chiave per l’accesso al credito
Dall’analisi di Kìron Partner emerge infine come la stabilità del reddito sia un requisito cruciale per le banche. Nel campione analizzato, l’86,9 % dei mutui è stato erogato a lavoratori con redditi solidi: dipendenti a tempo indeterminato e pensionati. Al contrario, le categorie con redditi più flessibili (liberi professionisti, autonomi, titolari di azienda) pesano solo per il 9,1 %. Ancora meno rappresentati sono i soggetti con contratto a tempo determinato, che raggiungono appena il 2,4 %.