Il recupero crediti è un’attività legittima, ma deve essere svolta nel rispetto dei diritti del debitore. In un contesto di crescente indebitamento, diventa essenziale promuovere pratiche trasparenti, evitare abusi e garantire un equilibrio tra le esigenze dei creditori e la tutela della persona.
Recupero crediti e diritti del debitore: il quadro normativo di riferimento
Negli ultimi anni, la crescente esposizione debitoria delle famiglie italiane ha reso ancor più centrale il ruolo delle società specializzate nel recupero crediti. Secondo un’analisi di Bravo, fintech specializzata nella gestione e liquidazione dei debiti privati, il debito medio dei cittadini ha superato i 29.000 euro pro capite. Un dato che testimonia la portata del fenomeno e l’esigenza da parte delle imprese creditrici di recuperare somme dovute in modo efficace. A fronte di questa necessità legittima, la normativa vigente richiede che ogni iniziativa sia condotta nel rispetto della dignità del debitore e delle norme previste dal Codice Civile, dal Codice del Consumo e dalla normativa sulla protezione dei dati personali.
L’attività di recupero crediti ha natura stragiudiziale e si configura come un’intermediazione tra creditore e debitore. Questo comporta l’obbligo, da parte degli operatori, di mantenere una condotta professionale e non invasiva. In particolare, il principio di correttezza implica che le somme richieste siano effettivamente esigibili e documentate, e che, in caso di contestazioni fondate da parte del debitore, ogni sollecito venga sospeso in attesa di accertamenti. Le società serie e strutturate, che rappresentano la gran parte del settore, sono le prime interessate a promuovere pratiche rispettose e trasparenti, al fine di tutelare anche la propria reputazione e affidabilità.
Operatori del settore: obblighi, limiti e comportamenti illeciti
Talvolta, purtroppo, possono verificarsi episodi in cui alcuni operatori si spingono oltre i limiti previsti dalla legge. La giurisprudenza e le autorità competenti, tra cui il Garante per la protezione dei dati personali e l’Autorità garante della concorrenza e del mercato, hanno chiarito che determinate pratiche sono da ritenersi illecite. Tra queste, ad esempio, la diffusione impropria di informazioni a soggetti terzi, l’utilizzo di comunicazioni standard prive di chiarezza, i contatti ripetuti e insistenti, l’invio di messaggi preregistrati e, in casi più estremi, la simulazione di atti giudiziari o l’apposizione di messaggi sulla porta di casa.
È fondamentale sottolineare che nessuna società di recupero ha poteri coercitivi o esecutivi autonomi. Non può cioè procedere a pignoramenti o iscrizioni in banche dati senza un provvedimento del giudice. Qualsiasi affermazione contraria, volta a esercitare pressione psicologica sul debitore, può costituire una violazione. Il rischio non riguarda solo la perdita di credibilità dell’operatore, ma anche la possibilità di incorrere in responsabilità civili o penali per molestie, violazioni della privacy o diffamazione.
Tutela del debitore: strumenti, diritti e buone pratiche
In questo quadro di recupero crediti, il debitore non è privo di strumenti per tutelarsi. Anzitutto, ha diritto a ricevere comunicazioni chiare, dettagliate e pertinenti, a richiedere documentazione sul credito e a conoscere l’identità dell’operatore incaricato. In presenza di irregolarità o nel caso in cui il credito sia contestato, può rivolgersi a un’associazione dei consumatori, a un legale specializzato o alle autorità preposte, per ottenere assistenza o valutare l’avvio di un’azione di tutela.
Il ricorso a modalità intimidatorie, oltre ad essere giuridicamente infondato, compromette la qualità della relazione tra creditore e debitore. L’adozione di un approccio etico e professionale, al contrario, rappresenta una risorsa per entrambe le parti: favorisce la risoluzione dei contenziosi, rafforza la fiducia nei confronti del sistema creditizio e preserva l’integrità del mercato. In un settore regolato ma sensibile, la trasparenza e il rispetto reciproco non sono solo un dovere, ma anche un vantaggio competitivo.