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Riscossione dei tributi locali ad AMCO dal 2026: quale impatto sul settore?

Dal 2026 AMCO, società controllata dal MEF, gestirà la riscossione coattiva di IMU, TARI e multe. Una svolta per i Comuni e per tutto il settore del recupero crediti.

Con AMCO nasce un nuovo sistema per i tributi locali

La prossima legge di bilancio introduce una delle novità più significative degli ultimi anni per i comuni italiani. La gestione della riscossione dei tributi e delle sanzioni comunali sarà progressivamente affidata ad AMCO S.p.A., società interamente controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
IMU, TARI e le multe stradali potranno essere recuperate attraverso un unico soggetto nazionale, che agirà in modo centralizzato e con strumenti tecnologici avanzati.

L’obiettivo del Governo è sia quello di rafforzare le entrate dei Comuni, molti dei quali hanno tassi di riscossione molto bassi, sia stabilizzare i bilanci pubblici locali, evitando che i mancati pagamenti compromettano servizi o investimenti.
Per gli enti che non raggiungono determinati livelli minimi di riscossione, il passaggio ad AMCO diventerà obbligatorio. Secondo le prime bozze del decreto, le soglie dovrebbero assestarsi intorno al 15% per i tributi e al 25% per multe e canoni. Gli enti che resteranno al di sotto di questi limiti dovranno cedere la gestione coattiva all’ente nazionale.

È un cambio di paradigma rispetto al passato, quando la riscossione poteva essere gestita in autonomia, affidata ad Agenzia delle Entrate-Riscossione o a società private. Ora invece si punta sulla creazione di un polo unico pubblico capace di operare con criteri uniformi e con maggiore capacità di intervento.

L’impatto per i Comuni e per il settore del recupero crediti

L’ingresso di AMCO nella riscossione dovrebbe portare più efficienza e rapidità per gli enti locali, grazie a banche dati integrate, strumenti digitali e personale specializzato. I Comuni perderanno però parte della loro autonomia nella gestione dei crediti, affidando una funzione chiave a un soggetto esterno.

La riforma è destinata a cambiare gli equilibri del settore del recupero crediti. AMCO, che già opera nel recupero dei crediti deteriorati bancari e pubblici, potrà diventare un interlocutore centrale anche per il comparto locale. Non è escluso che, per gestire i grandi volumi di posizioni, la società si avvalga di operatori privati tramite gare pubbliche, aprendo nuove opportunità di collaborazione per le imprese specializzate.

Quali sono le prospettive future?

I dettagli operativi della riforma come le soglie, le tempistiche e le modalità di transizione saranno definiti da decreti attuativi che sono tuttora ancora in preparazione. Sarà necessario capire come verranno gestiti i contratti già in essere, quali margini di autonomia resteranno ai Comuni più virtuosi e come sarà garantito l’accesso ai dati fiscali e anagrafici.

Alcuni enti locali temono una minore autonomia nella gestione delle entrate e un possibile aumento della complessità amministrativa. L’intervento di AMCO potrebbe assicurare una gestione più omogenea, limitando gli squilibri tra Comuni grandi e piccoli.

Le aziende che operano nel settore del recupero crediti dovranno adattarsi, puntando su specializzazione, digitalizzazione e compliance per poter collaborare con il nuovo soggetto pubblico o per restare competitive in un mercato in cambiamento.

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