La Commissione europea ha aggiornato l’elenco dei Paesi ad alto rischio di riciclaggio. Tra questi rientrano alcuni Stati esterni all’UE.
Attraverso il comunicato stampa del 10 giugno 2025 la Commissione europea ha aggiornato l’elenco dei Paesi ad alto rischio che non presentano una strategia efficace per la lotta al riciclaggio e al finanziamento del terrorismo (AML/CFT).
Il costante aggiornamento dell’elenco è imposto dall’art. 9 della direttiva Antiriciclaggio (direttiva n. 849/2015). La sua forma giuridica è quella di un regolamento delegato, il quale entrerà in vigore a seguito dell’esame e della non obiezione del Parlamento europeo e del Consiglio entro un termine di un mese (prorogabile per un altro mese).
Il lavoro è stato svolto tenendo conto delle indicazioni del Gruppo d’azione finanziaria internazionale (Gafi). Il compito di quest’organismo intergovernativo internazionale è quello di elaborare e promuovere strategie volte a contrastare il riciclaggio di denaro, il finanziamento del terrorismo, nonché la diffusione delle armi di distruzione di massa.
Cosa significa rientrare all’interno dell’elenco ad alto rischio
Essere un Paese ad alto rischio di riciclaggio può voler dire essere sottoposti a maggiori misure di controllo e monitoraggi finanziari.
Le autorità possono effettuare ulteriori operazioni di verifica su tutte le transazioni che riguardano un Paese inserito all’interno dell’elenco, con conseguenti maggiori controlli sui clienti, richieste di informazioni sulla provenienza dei fondi e sulle motivazioni che stanno dietro alle operazioni.
Quali sono i nuovi Paesi inseriti nell’elenco antiriciclaggio
L’elenco aggiornato prevede una serie di nuovi Paesi terzi, esterni all’UE. Tra questi rientrano Algeria, Angola, Costa d’Avorio, Kenya, Laos, Libano, Namibia, Nepal, Venezuela e, oltre a questi, Monaco.
Secondo una stima del Fondo monetario internazionale il fenomeno del riciclaggio interessa risorse comprese tra il 2% e il 5% del Pil mondiale, ma il reale volume di denaro riciclato potrebbe essere di gran lunga superiore. In generale si può parlare di cifre che – stando ai dati dell’Europol – potrebbero superare i cento miliardi di euro all’anno.
Quali Paesi escono dalla lista
La Commissione ha cancellato dall’elenco alcune giurisdizioni. Non ne fanno più parte Barbados, Gibilterra, Giamaica, Panama, Filippine, Senegal, Uganda ed Emirati Arabi Uniti.
Gli Emirati Arabi Uniti in particolare sono stati rimossi su espressa richiesta di Abu Dhabi. L’Unione europea e gli Emirati Arabi Uniti sono infatti in trattativa per raggiungere un accordo commerciale di libero scambio, a condizione che non rientrasse più tra i Paesi ad alto rischio.