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Banche: utili da record, ma tagli del personale in vista

Le principali banche italiane archiviano un semestre in forte espansione, registrando utili da record grazie a commissioni, risparmio gestito e componenti straordinari. Tuttavia, l’ottimo andamento dei conti convive con i tagli del personale, sollevando interrogativi sul bilanciamento tra profitti e sostenibilità del modello di servizio.

Banche, utili da record: +13,5% sul primo semestre 2024

Secondo un’analisi della Fondazione Fiba di First Cisl, la prima metà del 2025 si è chiusa con risultati eccezionali per i cinque principali gruppi bancari italiani. Intesa Sanpaolo, UniCredit, Banco BPM, MPS e BPER hanno registrato una crescita complessiva degli utili del 13,5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

A trainare i profitti sono state, da un lato, le commissioni nette, cresciute del 5,5%, e dall’altro, le componenti straordinarie che hanno inciso in modo rilevante sui bilanci. In particolare, il contributo della raccolta indiretta ha svolto un ruolo chiave, con un incremento del 12,7%, sostenuto soprattutto dal risparmio gestito che ha registrato una crescita del 19,5%.

Viceversa, la raccolta diretta ha subito una contrazione dello 0,5%, mentre il margine d’interesse si è ridotto del 5,1% su base annua, in conseguenza del calo dei tassi d’interesse. L’aumento dei proventi operativi, pari all’1,4%, risulta quindi condizionato dall’apporto dei ricavi straordinari (+47,6%), senza i quali il segno sarebbe stato negativo.

Nonostante il contesto favorevole, il credito erogato è rimasto pressoché invariato, con una variazione positiva di appena lo 0,1%. Il rallentamento degli impieghi, unito alla riduzione dei tassi di deterioramento e del costo del rischio (-0,21%), suggerisce una cautela eccessiva da parte degli istituti bancari, che preferiscono consolidare le posizioni piuttosto che stimolare nuova attività creditizia.

Tagli al personale: in sei mesi 6.000 lavoratori in meno

L’altro lato della medaglia è rappresentato dalla gestione dei costi.

La dinamica dei bilanci evidenzia una contrazione dei costi operativi dello 0,1%, dovuta esclusivamente alla riduzione della spesa per il personale. In sei mesi, il sistema bancario italiano ha perso oltre 6.000 lavoratori e lavoratrici, a fronte di un ingresso limitato a poco più di 550 unità. Il rapporto cost/income si è ulteriormente abbassato, passando dal 39,9% al 39,3%, ben al di sotto della media europea del 52,3%. Anche il rapporto tra costo del personale e proventi operativi si è ridotto, passando dal 24,8% al 24,4%.

Questa razionalizzazione ha determinato un aumento della produttività. Le commissioni nette per dipendente sono salite del 7,9%, mentre il risultato di gestione per addetto è cresciuto del 4,7%. Numeri che testimoniano una pressione crescente sulle risorse umane impiegate nel settore, chiamate a sostenere performance sempre più elevate in un contesto di progressiva contrazione dell’organico.

Lavoratori penalizzati: il sindacato lancia l’allarme

A commentare con tono critico questi risultati è Riccardo Colombani, Segretario generale della First Cisl. Secondo il sindacato, i dati semestrali, pur evidenziando la solidità del sistema bancario italiano pongono interrogativi rilevanti sulla direzione strategica del settore.

Colombani ha sottolineato come i profitti siano stati ottenuti principalmente attraverso componenti non ricorrenti e misure non direttamente connesse al servizio alla clientela. Mentre i dividendi vengono distribuiti con generosità e i buyback contribuiscono a sostenere i prezzi azionari, il credito resta fermo e l’occupazione viene ridotta.

Il sindacatosi oppone a una visione centrata esclusivamente sulla remunerazione degli azionisti, paventando un futuro fatto di ulteriori pressioni commerciali sui dipendenti e di aumento dei costi per famiglie e imprese. Il Segretario generale della First Cisl propone di redistribuire una parte degli utili verso i lavoratori, tramite accordi di partecipazione, e investire in formazione, tecnologia e alfabetizzazione finanziaria. Solo così si potrà rafforzare il ruolo sociale delle banche, evitando che la logica del profitto a breve termine prevalga sulla sostenibilità a lungo raggio.

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