di:  

Bonus Partite Iva 2025: cos’è l’Iscro 2025 e chi può richiederlo

Il bonus Iscro è una sorta di cassa integrazione per i lavoratori autonomi. Rappresenta un valido supporto per coloro che lavorano in autonomia e si trovano a dover affrontare un periodo di difficoltà economica. Ecco come funziona.

Il Bonus Iscro 2025 – altrimenti noto come Indennità Straordinaria di Continuità Reddituale e Operativa – è una misura nata per supportare le partite Iva che hanno registrato un calo significativo del proprio fatturato. In concreto, consiste in un contributo del valore massimo di 800 euro, che viene erogato per 6 mensilità, senza accredito di contribuzione figurativa. Tale indennità è stata istituita in via sperimentale per il triennio 2021-2023 dalla legge di bilancio 2021 (art. 1, commi 386-400, l. 178/2020) e riconosciuta a regime, a partire dal 1° gennaio 2024, con la legge di bilancio 2024 (art. 1, commi 142-155, l. 213/2023).

Vediamo nel dettaglio chi può beneficiarne, se è compatibile con altre agevolazioni e come richiederla.

A chi è rivolto

Il Bonus Iscro – come accennato poc’anzi – è destinato ai lavoratori iscritti alla gestione separata INPS che esercitano attività di lavoro autonomo come professione abituale (art. 2, comma 26, l. 335/1995).

Oltre a essere iscritto alla gestione separata INPS, il richiedente:

  • non deve essere titolare di trattamento pensionistico diretto;
  • non deve essere assicurato presso altre forme previdenziali obbligatorie alla data di presentazione della domanda;
  • Non deve essere beneficiario di Assegno di Inclusione per l’intero periodo di fruizione della indennità ISCRO, pena la decadenza dalla prestazione.

Alla data di presentazione della domanda, il lavoratore deve essere in possesso di PIVA attiva da almeno tre anni, per l’attività che ha dato titolo all’iscrizione alla gestione previdenziale in corso. Deve altresì essere in regola con la contribuzione previdenziale obbligatoria.

Requisiti reddituali

Per poter beneficiare del bonus, il lavoratore deve aver prodotto – nell’anno precedente alla domanda – un reddito di lavoro autonomo inferiore al 70% della media dei redditi da lavoro autonomo relativa ai due anni precedenti all’anno di riferimento. In pratica: se la domanda viene presentata nel 2024, il reddito da considerare è quello relativo alla dichiarazione dei redditi del 2023 (anno di riferimento). Quest’ultimo dovrà essere inferiore al 70% della media dei redditi da lavoro autonomo degli anni 2021 e 2022 (due anni precedenti all’anno di riferimento).

Inoltre il titolare di PIVA deve aver dichiarato, nell’anno precedente alla presentazione della domanda, un reddito non superiore a 12mila euro, calcolato ogni anno sulla base della variazione dell’indice ISTAT dei prezzi al consumo per le famiglie degli operai e degli impiegati rispetto all’anno precedente.

Ai fini del calcolo della misura, vengono considerati esclusivamente i redditi derivanti dall’attività lavorativa autonoma, ovvero quelli riportati nella dichiarazione dei redditi:

  • nel quadro RE per le attività professionali individuali;
  • nel quadro RH per la partecipazione a studi associati o società semplici con reddito da lavoro autonomo;
  • nel quadro LM per i soggetti in regime forfettario.

Restano invece esclusi i redditi da:

  • dipendente;
  • parasubordinato;
  • partecipazione a impresa.

Valore del bonus Iscro

L’indennità per il 2025 ha un valore pari al 25% – su base semestrale – della media dei redditi da lavoro autonomo dichiarati nei due anni precedenti all’anno precedente alla presentazione della domanda. Ad esempio, se il reddito dichiarato per gli anni 2021 e 2022 è pari rispettivamente a 6mila euro e a 5mila euro, si deve:

  • determinare la media del reddito (6.000 euro + 5.000 euro = 11.000 euro/2 = 5.500 euro);
  • dividere il risultato per due (base semestrale 5.500 euro /2 = 2.750 euro);
  • moltiplicare il risultato per il 25% (2.750 euro x 25% = 687,50 euro);

A livello generale, il bonus Iscro non può essere inferiore a 250 euro e non può superare gli 800 euro. Tali importi vengono ricalcolati da un anno all’altro in base all’indice Istat dei prezzi al consumo.

È importante sottolineare che l’indennità – una volta ottenuta – non può essere richiesta per il biennio successivo. A chiarirlo è stata la stessa INPS, nel messaggio n. 1.858 del 12 giugno 2025, nel quale recita testualmente: “La domanda di indennità Iscro per l’anno 2025 può essere presentata da coloro che non hanno presentato l’istanza per l’anno 2024, così come da tutti quelli che, pur avendo presentato la domanda nelle precedenti annualità, non hanno avuto accesso alla prestazione perché la domanda gli è stata respinta o perché la prestazione gli è stata revocata fin dall’origine per una causa di incompatibilità”.

È doveroso altresì ricordare che il bonus Iscro concorre alla formazione del reddito. I beneficiari sono inoltre tenuti a partecipare a percorsi di aggiornamento professionale.

Modalità di presentazione della domanda

La domanda per poter accedere alla misura va presentata esclusivamente online, sul sito dell’INPS, effettuando l’accesso al servizio con le proprie credenziali Spid, Cie, Cns, eIdas. Esistono tuttavia due alternative:

  • contattare il contact center Inps al numero 803164 da rete fissa (gratuito) oppure 06164164 da rete mobile (a pagamento in base al proprio piano tariffario);
  • rivolgersi a Caf e patronati.

All’atto della presentazione della domanda, il titolare di PIVA deve autocertificare i redditi prodotti per ogni anno di interesse, se non già a disposizione dell’Istituto.

Per il 2025, è possibile inoltrare la richiesta tra il 16 giugno e il 31 ottobre. La pratica verrà evasa in 30 giorni.

CONDIVIDI QUESTO ARTICOLO!