Se una banca eroga finanziamenti senza prima effettuare un’accurata valutazione del merito creditizio può essere ritenuta responsabile di concessione abusiva del credito. La condotta negligente comporta così la configurazione di un illecito, i cui danni dovranno essere risarciti dall’istituto stesso.
La concessione abusiva del credito si verifica quando un istituto di credito (solitamente una banca) eroga somme di denaro o la continuazione di linee di credito a imprese o privati senza certezze di una possibile restituzione delle stesse.
Trattasi di una figura giurisprudenziale configurata come illecito nei casi in cui la banca viola i principi di prudente gestione.
Il tema è di grande rilevanza perché non riguarda solo i rapporti tra banca e soggetto finanziato, ma si estende anche ai terzi creditori e, più in generale, al sistema economico stesso.
Concessione abusiva del credito: la responsabilità della banca
La banca, prima di concedere il finanziamento, ha l’obbligo di effettuare un’accurata valutazione del merito di credito dei soggetti che intende finanziare. Deve cioè verificare se il finanziamento concesso può effettivamente risanare o risollevare l’impresa. In caso contrario, qualora sia chiaro che ciò non possa avvenire, la banca sarà ritenuta responsabile per l’illecito, con conseguenti ripercussioni legali e risarcitorie.
Perché si possa parlare di erogazione ingiusta occorre che l’attività posta in essere dall’istituto di credito sia abusiva, vale a dire contraria ai principi relativi al merito creditizio, e che i soggetti finanziati risultino in uno stato di insolvenza irreversibile e non di semplice crisi.
Cosa rischiano i soggetti coinvolti
Con la condotta tenuta dalla banca, che può essere dolosa o colposa, il rischio è di portare l’impresa finanziata ad aggravare ulteriormente la sua situazione economica, con un conseguente danno non solo per essa, ma anche per i suoi creditori, che potrebbero non riuscire a recuperare quanto dovuto.
L’errata valutazione dell’istituto di credito nel concedere finanziamenti può comportare infatti un ritardo nella dichiarazione di fallimento del soggetto finanziato, peggiorando la sua situazione patrimoniale.
La pronuncia del 30 giugno 2021 n. 18610 della Cassazione ha chiarito infatti che l’erogazione di un credito concesso in violazione di una prudente gestione aziendale può integrare l’illecito del finanziatore per i danni cagionati al soggetto finanziato.
Il curatore fallimentare incaricato può così richiedere al finanziatore sia un risarcimento per i danni diretti cagionati al soggetto finanziato, sia per quelli indiretti ai creditori terzi.
Quali sono i doveri della banca?
Perché non sia considerato illecito, il finanziamento deve essere concesso entro determinati limiti: la banca deve valutare attentamente i rischi connessi, facendo un bilanciamento di tutti gli elementi del caso. Dovrà dunque analizzare la situazione ex ante attraverso strumenti ad hoc.
A fare la differenza sarà il piano aziendale adottato dalla banca, che dovrà risultare adeguato allo scopo. Al contrario potrebbe essere considerata responsabile di concessione abusiva del credito.