Dal primo settembre 2024, le sanzioni sui crediti inesistenti e non spettanti subiscono una modifica significativa, con l’obiettivo di rendere più equilibrato il regime sanzionatorio. Tra le principali novità, l’abbassamento delle multe, ma anche l’abolizione di un’importante clausola di protezione per i contribuenti.
Crediti inesistenti e non spettanti: le novità del Decreto Sanzioni
Il nuovo Decreto Sanzioni introduce un alleggerimento delle sanzioni applicabili ai crediti inesistenti e non spettanti, segnando un cambio di direzione rispetto al passato. Queste novità riguardano in particolare i crediti d’imposta, oggetto di controlli fiscali più severi negli ultimi anni, che hanno contribuito a una significativa perdita di gettito per lo Stato.
Una delle modifiche più rilevanti riguarda l’abolizione del requisito di “non rilevabilità dell’irregolarità tramite controlli automatizzati”. Finora, questo requisito rappresentava una sorta di salvaguardia per i contribuenti, che potevano evitare multe se l’irregolarità non fosse emersa automaticamente durante i controlli del fisco. Il nuovo Decreto Sanzioni elimina questa clausola rendendo più facile l’applicazione delle sanzioni per irregolarità nei crediti d’imposta.
Allo stesso tempo, la normativa introduce una riduzione delle sanzioni, che consente ai contribuenti di risparmiare rispetto al passato. Questa doppia faccia del provvedimento, con un alleggerimento delle multe da un lato e una maggiore facilità di incorrere in sanzioni dall’altro, rappresenta un punto cruciale del nuovo regime fiscale.
Riduzione delle sanzioni: un passo verso un fisco meno oneroso
Uno degli aspetti positivi del nuovo Decreto è la riduzione delle sanzioni per i crediti non spettanti e inesistenti. Fino al 31 agosto 2024, le multe per i crediti inesistenti potevano variare dal 100% al 200% dell’importo contestato, mentre per i crediti non spettanti la sanzione era del 30% di quanto ottenuto. Con il nuovo regime, le multe sono sensibilmente ridotte.
Per i crediti non spettanti, la sanzione scende dal 30% al 25% con una distinzione importante. I crediti che non rientrano nella categoria di quelli con “specifici elementi o particolari qualità” – ovvero quelli con adempimenti amministrativi minori – saranno soggetti a una multa fissa di 250 euro. La multa sarà applicata solo nel caso in cui la violazione venga rimossa entro la data di presentazione della dichiarazione dei redditi. Questo meccanismo introduce una maggiore flessibilità, permettendo ai contribuenti di sanare la propria posizione prima di incorrere in sanzioni più pesanti.
Il nuovo Decreto ha ridotto anche le sanzioni per i crediti inesistenti. Dal 100-200% si passa a una multa del 70%, che può salire fino al 140% solo nel caso in cui i crediti siano accompagnati da rappresentazioni fraudolente, con l’uso di documenti falsi o simulazioni. Questa riduzione delle sanzioni mira a rendere il sistema più equo e proporzionato, riservando le punizioni più severe ai casi di frode conclamata.
L’impatto sui bonus edilizi e sulle sanzioni future
Le nuove regole sanzionatorie avranno un impatto rilevante anche sui bonus edilizi, che sono stati tra i principali ambiti d’applicazione dei crediti d’imposta negli ultimi anni. Il settore edile ha spesso fatto ricorso a tali bonus per incentivare interventi di riqualificazione energetica e ristrutturazione. Tuttavia, è finito anche al centro di numerosi casi di frode legati a crediti inesistenti o non spettanti.
Il Decreto mira a scoraggiare queste pratiche illegali e a garantire una maggiore trasparenza e correttezza fiscale, senza però gravare eccessivamente su coloro che commettono errori non intenzionali. Le nuove sanzioni, insieme alla maggiore facilità di incorrere in irregolarità a causa dell’eliminazione del requisito di “non rilevabilità”, rappresentano una sfida e un’opportunità per chi dovrà gestire i propri crediti d’imposta nei prossimi anni.