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Perché è importante per le banche ridurre i crediti deteriorati?

Perché è importante che le banche riducano i crediti di cattiva qualità, i cosiddetti crediti deteriorati? Erogare credito è un compito fondamentale delle banche europee. Supporta gli investimenti delle imprese e gli acquisti dei cittadini. Giova pertanto alla crescita e all’occupazione. A volte, però, i debitori incorrono in difficoltà finanziarie, e non riescono a rispettare gli obblighi di rimborso. Se ciò si protrae nel tempo, un credito diventa deteriorato, cioè un NPL.

Quanti sono i prestiti in sofferenza?

Il livello dei crediti deteriorati è importante per l’economia perché questi prestiti pesano sulla redditività delle banche e assorbono risorse preziose, limitando la capacità delle banche di concedere nuovi prestiti. I problemi nel settore bancario possono anche diffondersi rapidamente ad altre parti dell’economia, danneggiando le prospettive di occupazione e crescita. I prestiti in sofferenza sono destinati ad aumentare, purtroppo. A metà del 2021, le banche sotto la supervisione diretta della BCE avevano in portafoglio crediti in sofferenza per oltre 550 miliardi di euro, che rappresentavano quasi il 3% dell’ammontare totale dei loro prestiti. L’ammontare dei prestiti in sofferenza è costantemente diminuito da un picco del 2016 di circa 1.000 miliardi di euro. Tuttavia, è probabile che la crisi economica causata dalla pandemia di coronavirus inneschi un forte aumento dei prestiti in sofferenza: in uno scenario grave, ma plausibile, potrebbero raggiungere livelli fino a 1.400 miliardi di euro entro la fine del 2022.

Focus sulla vigilanza

I prestiti in sofferenza possono avere un forte impatto sulla solidità di una banca. Le autorità di vigilanza della BCE monitorano pertanto da vicino il livello dei crediti in sofferenza delle banche europee, comprese quelle italiane. Verificano inoltre se le banche gestiscono adeguatamente la rischiosità dei loro prestiti e se dispongono di strategie, strutture di governance e processi adeguati. Questo fa parte del processo di revisione e valutazione prudenziale (SREP) che viene effettuato per ogni banca ogni anno. Adeguati standard di prestito e gestione del rischio di credito sono la chiave per ridurre il rischio che i prestiti diventino non performanti, e che le banche accumulino prestiti inesigibili. Per minimizzare questo rischio, tutte le banche dovrebbero: -prestare solo a clienti che probabilmente ripagheranno; -monitorare le informazioni sui prestiti, onde identificare precocemente i mutuatari in difficoltà e porre rimedio alla situazione; -impegnarsi con i mutuatari in difficoltà per ristrutturare i loro prestiti; -registrare tempestivamente accantonamenti sufficienti a garantire un’adeguata copertura delle perdite; -lavorare per ridurre il loro stock di prestiti in sofferenza. Sani standard di prestito, un’adeguata gestione del rischio e una gestione proattiva dei prestiti in sofferenza sono particolarmente importanti nel contesto della crisi del coronavirus, poiché è probabile che le morosità aumentino bruscamente quando le misure adottate per combatterlo saranno ritirate. Per aiutare le banche a far fronte alla crisi e continuare a concedere prestiti, la BCE ha concesso loro una certa flessibilità, anche nella classificazione dei prestiti a mutuatari validi che sono solo temporaneamente in difficoltà. Ma è necessaria una vigilanza per assicurare che questa flessibilità non si traduca in un sostegno a mutuatari non vitali e in un ritardo nella classificazione dei loro prestiti come non-performance.

Perché i crediti deteriorati sono un problema?

Le banche con NPL elevati hanno meno entrate. Hanno quindi meno denaro da prestare. Inoltre, devono anche usare i profitti per coprire le perdite future connesse agli NPL. A causa dei crediti deteriorati le banche prestano di meno. Se le banche prestano di meno, i consumatori spendono di meno, le imprese investono di meno e si creano meno imprese e posti di lavoro. Gli NPL ostacolano la crescita economica. Con redditi inferiori, le banche sono più vulnerabili a crisi e turbolenza dei mercati. Questo può mettere a rischio la stabilità dell’intero sistema bancario, come è accaduto durante la crisi finanziaria del 2007-2008. Gli NPL rendono le banche meno sicure. E’ la BCE, come visto, che ha il compito di monitorare lo stato di salute delle banche europee, per assicurare l’erogazione di credito a cittadini e imprese. La BCE assicura che le banche perseguano strategie per gli NPL ambiziose, ma realistiche, attraverso le modalità prima definite. Per ridurre i crediti deteriorati, le banche possono, ad esempio, venderli o modificare i termini di rimborso.
Affrontare il problema degli NPL è uno sforzo necessario.
Aumenterà la redditività delle banche, queste erogheranno più credito all’economia reale, saranno anche più stabili e più resistenti alle crisi economiche, i cittadini e le imprese avranno più accesso al credito, consumeranno e investiranno di più, e questo sosterrà l’economia e l’occupazione. Risolvere il problema dei crediti deteriorati non serve solo alle banche, ma va anche a beneficio di tutti noi.

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