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Imprese familiari in crescita: l’Italia è quarta al mondo

L’Indice EY 2025 conferma la crescita delle imprese familiari italiane, con 22 aziende nella top 500 mondiale e +12% di ricavi rispetto al 2023. L’Italia conquista il quarto posto a livello globale e il terzo in Europa, trainata da Lombardia e Piemonte.

Imprese familiari in crescita: +12% di ricavi nel 2025

Le imprese familiari in Italia non sono soltanto una lunga e consolidata tradizione, ma una realtà in continua crescita. L’ultima edizione del Global 500 Family Business Index 2025, frutto della collaborazione tra EY e la Saint Gallen University, ha confermato la centralità del nostro Paese nel panorama delle imprese familiari mondiali.

Con 22 aziende presenti nella classifica, pari al 4,4% del totale, l’Italia si colloca al quarto posto a livello globale, dietro a Stati Uniti, Germania e Francia, e al terzo in Europa. Si tratta di un dato rilevante, che attesta una crescita concreta rispetto all’edizione 2023, favorita anche dall’ingresso di quattro nuove realtà. I ricavi complessivi delle imprese familiari italiane ammontano a 179 miliardi di dollari nel 2025, in aumento del 12% rispetto ai 160 miliardi del 2023.

Nonostante questo, la media dei ricavi per impresa, pari a 8,1 miliardi di dollari, resta significativamente inferiore rispetto alla media europea (16,1 miliardi) e globale (17,6 miliardi), evidenziando un potenziale ancora inespresso. La solidità del modello italiano risiede però nella capacità di adattamento: le imprese familiari sanno reagire a sfide esterne come pandemie, dazi e incertezza globale, grazie a investimenti mirati in tecnologia, ricerca e innovazione.

Tradizione, territorio e leadership familiare

Il radicamento territoriale e la continuità generazionale rappresentano due dei principali punti di forza delle imprese familiari italiane. Non è un caso, infatti, se il 36% delle realtà inserite nell’Indice EY conti oltre 100 anni di storia. A livello territoriale, la Lombardia si conferma la regione con il maggior numero di aziende familiari, pari a 8, mentre, insieme al Piemonte, costituiscono il 58% del fatturato nazionale. Il dato mette in evidenza una concentrazione geografica significativa nel Nord Italia: solo il 27% delle imprese italiane in classifica proviene dal Centro-Sud e il loro peso sui ricavi si ferma al 23%.

L’attaccamento al modello familiare si riflette anche nella governance. Nel 45% dei casi, il CEO è un membro della famiglia fondatrice e solo il 31,8% delle aziende in classifica è quotato in Borsa. Quest’ultimo dato, inferiore alla media europea (38,4%) e a quella globale (51,8%), evidenzia una relativa riluttanza all’apertura del capitale alla Borsa.

Un’eccellenza che attrae investimenti esteri

La solidità e la reputazione delle imprese familiari italiane si riflettono anche sul piano internazionale. L’Italia si posiziona ottava per operazioni di M&A, con 21 acquisizioni di imprese italiane da parte di operatori esteri. Si tratta di una conferma della capacità attrattiva del nostro sistema imprenditoriale, specie in settori chiave come Consumer Products, Advanced Manufacturing e Retail.

Questi comparti, in cui la qualità del prodotto e il know-how sono centrali, rappresentano l’identità distintiva del capitalismo familiare italiano. Secondo gli analisti di EY, è proprio la focalizzazione sul valore di lungo termine a garantire alle imprese familiari del nostro Paese resilienza, flessibilità e affidabilità. E in un contesto globale incerto, questi tratti distintivi costituiscono un vantaggio competitivo da valorizzare e sostenere con politiche e interventi mirati.

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