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Pignoramenti lampo e stretta sui crediti d’imposta: le novità in Manovra

La misura punta a velocizzare il recupero dei crediti fiscali e ad aumentare l’efficacia dei pignoramenti, oggi positivi solo nel 22,5% dei casi.

Nella bozza della Legge di Bilancio 2026, è prevista una norma che permetterà all’Agenzia delle Entrate, grazie all’accesso ai dati delle fatture elettroniche, di intercettare e pignorare immediatamente somme di denaro versate a soggetti con Piva che hanno cartelle pendenti. Ci sarà inoltre una stretta sui crediti d’imposta utilizzati per compensare i debiti con il fisco o i mancati versamenti dei contributi. Infine l’esecutivo interverrà sull’Iva: in caso di mancata dichiarazione, verrà calcolata in automatico, sulla base delle fatture elettroniche emesse.

Pignoramenti immediati

La nuova misura mira a potenziare l’efficacia e le tempistiche del recupero crediti dell’erario. Entrando nel dettaglio, rispetto al primo punto citato, l’ente di riscossione avrà la facoltà di accedere ai dati delle fatture elettroniche emesse nei sei mesi precedenti, per effettuare appunto pignoramenti immediati di somme destinate a soggetti aventi debiti con il Fisco. Secondo la relazione tecnica allegata alla Manovra – come riporta QuiFinanza – nel 2024 sono stati avviati circa 600 mila pignoramenti presso terzi, ma solo il 22,5 % ha avuto esito positivo, con un incasso medio pari a circa 10.500 euro. Con la nuova misura dei “pignoramenti lampo”, l’obiettivo è raddoppiare il tasso di successo, portandolo al 44,6%, e ottenere un incremento della riscossione stimato in circa 140 milioni di euro all’anno.

Il nuovo calcolo dell’IVA

Il secondo punto della nuova normativa introduce un meccanismo di calcolo automatico dell’IVA, in caso di omessa dichiarazione. L’Agenzia potrà utilizzare i dati delle fatture elettroniche, dei corrispettivi telematici e delle liquidazioni periodiche per determinare l’imposta dovuta. È doveroso chiarire che l’intervento non avverrà in automatico. L’ente di riscossione dovrà comunicare al proprietario della Piva in questione, che è stata commessa una violazione. Il contribuente avrà 60 giorni di tempo per fornire chiarimenti o versare quanto dovuto, con uno sconto sulla sanzione pari a un terzo. Scaduti i 60 giorni, scatterà il calcolo automatico. Sempre secondo le stime contenute nella relazione tecnica, si otterrà un maggior gettito di 646 milioni nei primi due anni e di 710 milioni nel 2028.

Il blocco dei crediti d’imposta

Il potenziamento del recupero crediti, messo a punto nel nuovo disegno di legge, prevede un ultimo tassello: la stretta sulle compensazioni: dal 1° luglio 2026 i crediti d’imposta (fanno eccezione quelli derivanti da liquidazione di imposte) non potranno più essere utilizzati per compensare debiti fiscali o contributivi, in caso di cartelle pendenti. La stretta coinvolgerà anche la soglia oltre la quale avverrà il blocco automatico, ovvero 50.000 (anziché 100.000). Le due azioni combinate dovrebbero generare entrate aggiuntive per quasi 300 milioni di euro l’anno.

Quando entrerà in vigore

Perché la norma entri in vigore, bisognerà attendere dapprima l’approvazione della Legge di Bilancio e a seguire, entro tre mesi, l’emissione di uno specifico provvedimento da parte dell’Agenzia delle Entrate. Si parla pertanto di fine marzo 2026.

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