La qualità del credito delle banche europee si conferma resiliente nonostante l’aumento degli accantonamenti a € 12,28 miliardi per perdite su crediti registrato nel corso del 2025. Le analisi delle agenzie di rating delineano un quadro stabile, caratterizzato da rischi geopolitici e settoriali ancora presenti, ma senza segnali di deterioramento strutturale nel breve e medio periodo.
Qualità del credito: accantonamenti in crescita e solidità degli attivi bancari
La qualità del credito delle banche europee continua a rappresentare uno dei principali indicatori di solidità del sistema finanziario continentale. Secondo quanto rilevato da S&P Global Market Intelligence, nel terzo trimestre del 2025 gli accantonamenti aggregati per perdite su crediti di 45 tra i maggiori istituti europei hanno raggiunto i 12,28 miliardi di euro, segnando un incremento del 7,2% su base trimestrale e dell’11,7% su base annua. Si tratta del livello più elevato dal quarto trimestre del 2023.
Nonostante l’aumento degli accantonamenti, la qualità del credito non mostra segnali di deterioramento diffuso. Il campione analizzato evidenzia infatti un sostanziale equilibrio tra gli istituti che hanno registrato un incremento del rapporto tra crediti deteriorati e impieghi e quelli che, al contrario, hanno evidenziato un miglioramento. Ventuno banche hanno ridotto il proprio NPL ratio nel terzo trimestre rispetto al periodo precedente, mentre diciannove hanno riportato un aumento e cinque hanno mantenuto il dato invariato. Questa distribuzione conferma l’assenza di una tendenza univoca al peggioramento della qualità degli asset, suggerendo piuttosto una fase di assestamento e di gestione selettiva del rischio.
Rischi geopolitici, immobiliare commerciale e tenuta degli asset bancari
Le prospettive sulla qualità del credito delle banche europee restano positive anche guardando al medio termine. S&P Global Ratings ha sottolineato come la qualità degli asset non si sia deteriorata in modo significativo e come gli stessi istituti non prevedano cambiamenti rilevanti. Gli analisti ritengono che, pur in presenza di rischi geopolitici e commerciali elevati, nonché di una persistente debolezza di alcuni mercati immobiliari commerciali, non vi siano i presupposti per un deterioramento sostanziale entro il 2026.
Una parte dell’incremento degli accantonamenti è riconducibile proprio all’esposizione verso il settore immobiliare commerciale. In questo ambito rientrano alcune banche austriache, HSBC Holdings PLC e Standard Chartered PLC, oltre alla tedesca Deutsche Bank AG.
Anche Morningstar DBRS condivide una visione improntata alla cauta stabilità. L’agenzia non prevede un deterioramento significativo nel 2026, pur avvertendo che fattori macroeconomici come i dazi statunitensi e rischi specifici per singoli Paesi potrebbero determinare un modesto aumento dei rapporti NPL e del costo del rischio. In questo contesto, i rischi geopolitici e commerciali restano elementi potenzialmente sfavorevoli, destinati a incidere più sulla redditività che sulla tenuta strutturale della qualità del credito.
Dinamiche nazionali e casi specifici: dall’Europa orientale al contesto italiano
L’analisi per aree geografiche e singoli istituti restituisce un quadro articolato della qualità del credito in Europa. Morningstar DBRS ha evidenziato come OTP Bank Nyrt, a causa delle esposizioni in Russia, e le francesi Groupe BPCE e Société Générale SA siano state tra le banche che hanno registrato il deterioramento più marcato della qualità degli asset nel terzo trimestre 2025. Le pressioni affinché le banche europee con residua esposizione verso la Russia abbandonino il Paese, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, continuano a rappresentare un fattore di rischio specifico per alcune realtà dell’Europa centro-orientale.
Per quanto riguarda l’Italia, la qualità del credito ha mostrato segnali di miglioramento più evidenti presso BPER Banca e Monte dei Paschi di Siena. Nel caso di BPER, al miglioramento degli attivi si è affiancato il secondo maggiore incremento trimestrale dei prestiti classificati in fase 2 tra le banche del campione.
Secondo Scope Ratings, la debolezza del settore aziendale potrebbe comportare un modesto aumento dei tassi di default in Italia, ma è improbabile che ciò abbia un impatto significativo sulla qualità degli asset dei creditori nel 2026. L’agenzia attribuisce la tenuta degli asset a una gestione proattiva del rischio e all’adozione di misure di intervento precoce da parte delle banche, elementi che dovrebbero limitare al minimo eventuali fenomeni di deterioramento.








