Le truffe conto corrente si diffondono con modalità sempre più sofisticate, spesso difficili da riconoscere anche per gli utenti più attenti. I Tribunali italiani, negli ultimi mesi, hanno tracciato nuovi confini di responsabilità, obbligando le banche al rimborso in assenza di colpa grave del cliente.
Truffe conto corrente: phishing e raggiri informatici tra le più diffuse
Negli ultimi anni, le truffe conto corrente hanno assunto forme sempre più credibili e raffinate. Una delle più diffuse è il phishing, che si manifesta attraverso notifiche false inviate sullo smartphone dell’utente, apparentemente provenienti dalla propria banca. A tali avvisi seguono spesso telefonate da finti operatori che, con tono professionale, inducono il cliente a compiere procedure di “verifica” che in realtà spalancano le porte ai malintenzionati.
Il risultato, per chi cade nella trappola, è drammatico: in pochi minuti il conto può essere svuotato. I truffatori sfruttano non solo la tecnologia, ma anche la fiducia e la buona fede dei correntisti, mascherandosi dietro canali ufficiali e strategie persuasive. Anche gli utenti più avveduti possono diventare vittime, poiché i sistemi utilizzati appaiono sempre più difficili da distinguere dalle comunicazioni autentiche delle banche.
In questo scenario, la giurisprudenza italiana ha iniziato a ridefinire i rapporti tra cliente e istituto di credito, ponendo sempre più spesso in capo alle banche la responsabilità di rimborsare le somme sottratte.
La responsabilità delle banche e i limiti della tutela
Il D.Lgs. 11/2010 stabilisce che, quando un’operazione di pagamento è eseguita senza l’autorizzazione del titolare, la banca deve rimborsare immediatamente l’importo. Tale principio, tuttavia, non è assoluto. Se l’istituto dimostra che il cliente ha agito con colpa grave o in modo fraudolento, il rimborso può essere negato.
Negli ultimi mesi, diversi Tribunali hanno sancito il dovere delle banche di provare la colpa grave del cliente, ribaltando l’onere della prova a loro carico. Alcune sentenze hanno fatto scuola. A Roma (sent. n. 1656/2025), un’istituzione è stata condannata a risarcire oltre 115 mila euro a una correntista vittima di phishing, riconoscendo l’inefficienza dei sistemi di sicurezza adottati. La Corte d’Appello di Venezia (sent. n. 699/2025) ha invece censurato la mancata attivazione di avvisi via SMS per operazioni sospette, condannando la banca per l’assenza di adeguati sistemi di allerta.
Non mancano i casi in cui la giurisprudenza ha escluso il diritto al rimborso. La Cassazione (sent. n. 7214/2023) ha chiarito che l’inserimento delle credenziali su siti falsi costituisce una cooperazione attiva che interrompe la responsabilità della banca. Allo stesso modo, la comunicazione dei codici OTP per telefono o il clic su link manifestamente sospetti denotano imprudenza e fanno ricadere la responsabilità sull’utente.
Come proteggersi dalle truffe conto corrente
Di fronte a un quadro normativo che lega il rimborso all’assenza di colpa grave, la prevenzione resta lo strumento più efficace. Alcuni comportamenti possono ridurre sensibilmente i rischi: non cliccare mai su link ricevuti via SMS o e-mail, neppure se sembrano provenire dalla banca; non comunicare credenziali o codici temporanei a nessuno, neanche a chi si presenta come operatore; attivare notifiche in tempo reale per monitorare ogni movimento sul conto.
Anche le banche hanno precisi doveri per tutelare i propri clienti. Devono implementare sistemi antifrode aggiornati, inviare tempestivamente avvisi di sicurezza documentabili e promuovere campagne informative sui rischi informatici. Solo dimostrando l’adozione di queste misure possono difendersi in sede giudiziaria da richieste di rimborso.
Qualora si diventi vittime di una truffa, è fondamentale agire rapidamente. Disconoscere subito le operazioni fraudolente, sporgere denuncia e inoltrare un reclamo alla banca. In tal modo, il cliente mette l’istituto nella condizione di dover dimostrare la sua eventuale colpa grave, aumentando le possibilità di ottenere un risarcimento.
Le truffe conti correnti rappresentano dunque una sfida complessa, che richiede consapevolezza da parte dei consumatori e responsabilità crescente da parte degli istituti bancari. Solo un equilibrio tra comportamenti prudenti e sistemi di sicurezza avanzati può ridurre i rischi e garantire una tutela effettiva per i risparmiatori.