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Truffe sui bonifici

Truffe sui bonifici: frodi digitali in aumento e nuove contromisure di tutela

Con l’aumento delle truffe sui bonifici, soprattutto istantanei, l’Europa introduce nuovi controlli su IBAN e beneficiario. La Banca d’Italia e l’ABF offrono ulteriori strumenti di difesa, ma la vigilanza individuale resta il primo presidio.

Truffe sui bonifici: come difendersi dalle nuove insidie digitali

La crescente diffusione dei pagamenti digitali ha reso il sistema finanziario più efficiente, ma anche più vulnerabile. Le truffe sui bonifici, in particolare, rappresentano oggi una delle minacce più insidiose per i consumatori. Complici le tecniche di social engineering che manipolano psicologicamente le vittime, inducendole a effettuare volontariamente operazioni fraudolente.

Secondo il “Rapporto sulle Operazioni di Pagamento Fraudolente in Italia – 2° semestre 2024”, i bonifici istantanei registrano il tasso di frode più elevato (0,057%). Nettamente superiore rispetto ai bonifici tradizionali (0,0015%). La caratteristica che li rende più vulnerabili è la non revocabilità dell’operazione una volta eseguita, che può essere sfruttata dai truffatori per simulare urgenze o emergenze e spingere la vittima ad agire senza riflettere.

L’Europa, consapevole della crescente esposizione al rischio, ha già previsto che dal 9 ottobre 2025 tutti i prestatori di servizi di pagamento saranno obbligati ad attivare il controllo in tempo reale della corrispondenza tra IBAN e nominativo del beneficiario per ogni bonifico, istantaneo o meno. Questo meccanismo verrà esteso a tutte le operazioni bancarie, con l’obiettivo di ridurre drasticamente i tentativi di dirottamento.

Educazione finanziaria e vigilanza: il doppio presidio della tutela

La Banca d’Italia ha rafforzato il suo impegno nell’educazione finanziaria per rendere i cittadini più consapevoli dei rischi e delle contromisure disponibili. L’obiettivo è duplice: da un lato informare in modo chiaro e accessibile anche i soggetti meno esperti, dall’altro contrastare la manipolazione psicologica esercitata dai truffatori, che sempre più spesso si traduce in una collaborazione involontaria della vittima.

La campagna educativa include guide pratiche, contenuti divulgativi sul sito L’economia per tutti, attività didattiche rivolte a studenti e imprenditori, e iniziative pubbliche, come la tournée In Viaggio con la Banca d’Italia. Tutti strumenti che alimentano quella consapevolezza che rappresenta, come sottolineano gli esperti, la prima linea di difesa contro le frodi.

Accanto alla prevenzione culturale, la vigilanza di tutela svolge un ruolo determinante. La Banca d’Italia conduce ispezioni mirate presso gli istituti bancari per assicurarsi che i rimborsi in caso di truffa vengano gestiti in modo trasparente e conforme alle norme. In assenza di dolo o colpa grave del cliente, il sistema bancario è chiamato a risarcire tempestivamente l’utente. Un recente comunicato della Banca centrale ha sollecitato gli operatori a uniformarsi a prassi corrette e rispettose dei diritti degli utenti, sottoponendo a monitoraggio continuo l’adeguamento alle disposizioni.

Ricorso all’ABF e strumenti di tutela: cosa può fare il cittadino

Chi è rimasto vittima di una truffa può attivare diversi strumenti di difesa. In prima istanza, è possibile presentare un esposto alla Banca d’Italia, che svolge un ruolo di mediazione tra banca e cliente (nel 33% dei casi, le istanze presentate nel 2024 hanno avuto esito positivo grazie all’interlocuzione facilitata). Lo strumento più incisivo è rappresentato dall’Arbitro Bancario Finanziario (ABF), un organismo di risoluzione stragiudiziale delle controversie che offre tempi rapidi (mediamente tre mesi) e accesso semplice, anche senza assistenza legale.

Dalla relazione annuale dell’ABF emerge un dato confortante: il 61% delle decisioni è stato favorevole al cliente, spesso con adesione spontanea della banca prima ancora della pronuncia. Solo nei casi di dolo o colpa grave dell’utente, l’Arbitro ha respinto i ricorsi, evidenziando un orientamento giurisprudenziale teso a proteggere il consumatore in buona fede.

Tutto ciò rafforza la rete di protezione che ruota attorno all’utente, ma non ne azzera la responsabilità. Il cittadino è chiamato a non condividere mai dati sensibili, a verificare attentamente il beneficiario di ogni pagamento e a seguire scrupolosamente le indicazioni fornite dalla propria banca. Perché, se da un lato le normative e gli strumenti di tutela si moltiplicano, dall’altro l’anello più debole resta sempre il fattore umano, bersaglio privilegiato delle frodi da manipolazione del pagatore.

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