L’AI sta mettendo in atto una vera e propria rivoluzione nel mondo assicurativo. Nei prossimi anni assisteremo a importanti cambiamenti, ma occorre essere preparati.
Il settore assicurativo italiano sta investendo molto nel settore tecnologico e nell’AI. Rispetto al 2023, il numero di progetti è cresciuto del +34% ed è destinato a raddoppiare nei prossimi anni. Ma nonostante questo l’Italia sembra essere indietro in confronto agli altri Paesi europei.
AI e insurtech: quali sono gli sviluppi nel settore
L’intelligenza artificiale nel mondo assicurativo sta vivendo un periodo di forte espansione. Sempre più compagnie assicurative stanno scegliendo di adottare tecnologie avanzate in grado di svolgere operazioni complesse in modo automatizzato, riducendo i costi e migliorando l’esperienza dei propri assicurati.
In un futuro non troppo lontano l’AI verrà utilizzata con sempre maggiore frequenza nella gestione dei sinistri (64%), per il back office (55%), nei processi di sottoscrizione (36%), customer management & contract administration (27%). Ad esempio, sulla base di analisi comportamentali e machine learning, sappiamo che l’AI sarà in grado di prevedere con quale probabilità potrà verificarsi un incidente, rispondere a domande frequenti o gestire servizi personalizzati a disposizione per il cliente.
Potrà individuare più facilmente possibili frodi incrociando comportamenti anomali e incongruenze e sviluppare delle polizze vita e salute attraverso uno studio capace di prevedere che un assicurato possa contrarre specifiche patologie.
Quali sono le sfide che il settore assicurativo deve affrontare
Nonostante i progressi ottenuti e realizzabili con l’intelligenza artificiale, stanno iniziando a emergere anche alcune criticità, specialmente in ambito di protezione dei dati, privacy e conformità normativa.
Tra le sfide che l’integrazione dell’AI richiede troviamo:
- infrastrutture IT inadeguate (62%);
- preoccupazioni in materia di privacy e gestione dei dati (57%);
- un mancato adeguamento alle normative vigenti (48%);
- problematiche legate a questioni etiche e all’uso dell’AI (52%).
Un confronto con gli altri Stati
Da un confronto con gli altri Paesi emerge che l’Italia è agli ultimi posti per l’impiego di strumenti innovativi. A farne uso è solo il 34% delle compagnie italiane, mentre in Francia è il 39%, in Germania il 48% e nel Regno Unito il 51%. Ma non è l’unico problema: il 76% degli operatori sembra non possedere le competenze adeguate, e la governance non risulta in linea con l’evoluzione presente. Secondo le stime entro il 2030 oltre il 50% delle polizze assicurative potrebbe includere almeno un elemento basato sull’intelligenza artificiale. Ciò significa che per restare al passo con i tempi è fondamentale acquisire le capacità opportune nel settore, cosa che attualmente manca.