Le banche italiane più sicure emergono con chiarezza nell’ultimo SREP della BCE: Credem conquista il primo posto nazionale e sale ai vertici europei, seguita da Banca Mediolanum e Intesa Sanpaolo. I nuovi requisiti prudenziali confermano la solidità del sistema creditizio italiano, caratterizzato da capitale elevato, liquidità robusta e una gestione del rischio considerata tra le più affidabili dell’Eurozona.
Banche italiane più sicure: il contesto europeo e la posizione di forza dell’Italia
Il ciclo di valutazioni condotto dalla Banca Centrale Europea nell’ambito dello SREP 2025 (un processo annuale volto a misurare la solidità delle banche europee) fotografa un sistema bancario continentale ancora resiliente. Capace di mantenere livelli elevati di capitale e liquidità, malgrado le tensioni geopolitiche, l’incertezza macroeconomica e le pressioni derivanti dalle trasformazioni tecnologiche. Le banche italiane più sicure si distinguono nettamente, confermando un primato ormai consolidato negli ultimi anni.
Secondo la Vigilanza BCE, il capitale CET1 medio dell’Eurozona, nel secondo trimestre del 2025, si attesta al 16,1%. Un valore ampiamente superiore al requisito minimo previsto per il 2026, fissato all’11,2%. Analogamente, la patrimonializzazione complessiva tocca il 20,2% e la liquidità, misurata attraverso il rapporto di copertura, rimane elevata al 158%. La redditività del settore completa il quadro con un ritorno sul capitale salito al 10,1% nel secondo trimestre del 2025. Su questo sfondo, l’Italia emerge come uno dei sistemi creditizi più solidi, grazie a una gestione prudenziale che continua a essere riconosciuta e premiata dalla supervisione europea.
Credem, Mediolanum e Intesa Sanpaolo: i risultati che certificano la solidità
Al centro del nuovo SREP vi è l’indicatore Pillar 2 Requirement (P2R), parametro che misura il capitale aggiuntivo richiesto dalla BCE a ogni banca in relazione ai rischi residui non coperti dai requisiti minimi. È proprio il valore del P2R a determinare la classifica delle banche italiane più sicure. Un requisito più basso è indice di rischiosità contenuta, bilanci robusti e governance efficiente.
In questo contesto, Credem si conferma l’istituto italiano con il profilo di rischio più contenuto, con un P2R pari all’1,25%. Si tratta non solo del miglior risultato nazionale, ma anche di uno dei livelli più competitivi a livello europeo, segno di una gestione particolarmente attenta alla qualità degli attivi e alla stabilità patrimoniale.
Subito dopo si collocano Banca Mediolanum, con un P2R dell’1,50%, e Intesa Sanpaolo, che raggiunge l’1,65%. Entrambi gli istituti si mantengono nelle fasce più virtuose della graduatoria, confermando una struttura equilibrata tra redditività, capitale e gestione del rischio. Seguono FinecoBank e UniCredit, entrambe con un P2R del 2%, mentre Banco BPM, Credito Cooperativo Italiano, Iccrea Banca, Bper e Monte dei Paschi di Siena completano il quadro con valori compresi tra il 2,25% e il 2,40%. L’insieme di questi risultati colloca il sistema bancario italiano tra quelli percepiti come più affidabili all’interno dell’Unione Bancaria.
È indicativo anche il calo delle misure qualitative imposte dalla BCE, diminuite del 30% rispetto al 2024. Queste misure rappresentano gli interventi correttivi che la vigilanza richiede agli istituti quando emergono criticità nella governance, nei controlli interni o nei presìdi di gestione del rischio. La loro sensibile riduzione indica che le banche hanno consolidato tali strutture, riducendo le vulnerabilità operative e rafforzando la propria capacità di tenuta nel medio periodo.
Le priorità per il triennio 2026-2028 e il ruolo strategico delle banche italiane
La Vigilanza BCE ha delineato anche le priorità che guideranno l’azione delle banche europee nei prossimi anni, tracciando un percorso che incrocia sfide geopolitiche, trasformazioni digitali e necessità di rafforzare la resilienza operativa. Le istituzioni finanziarie dovranno confrontarsi con un contesto economico imprevedibile, in cui la capacità di assorbire shock esterni, tutelare la sicurezza dei sistemi IT e garantire continuità operativa diventa un fattore determinante.
In questo scenario, le banche italiane più solide si presentano con un vantaggio competitivo evidente. La combinazione di capitale elevato, liquidità abbondante e valutazioni SREP favorevoli rappresenta una base solida per affrontare un triennio in cui la vigilanza europea chiederà una gestione sempre più dinamica dei rischi. Il consolidamento delle posizioni di Credem, Mediolanum e Intesa Sanpaolo indica che il settore creditizio italiano, pur diversificato per modelli di business e dimensioni, sta convergendo verso standard più omogenei e robusti di prudenza finanziaria.





