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Con la pandemia aumentano le richieste di credito da parte delle imprese: nel 2020 +24,5%

In termini assoluti si tratta della migliore performance negli ultimi 7 anni. Importo medio richiesto sale a 80.941 euro segnando +22,7% rispetto al 2019

Nell’ultimo trimestre 2020 è stata registrata una crescita del 9,5% del numero di richieste di credito da parte delle imprese italiane rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente. L’incremento totale annuo rispetto al 2019 è stato pari a +24,5%, consolidando una dinamica positiva rafforzatasi nel corso del 2020 dopo che il primo trimestre si era aperto con un segno negativo (-14,7%). In termini assoluti, si tratta della migliore performance del comparto negli ultimi 7 anni. È quanto emerge dalle elaborazioni di CRIF sulla base del patrimonio informativo di EURISC – il Sistema di Informazioni Creditizie gestito da CRIF che sottolinea come a spingere le richieste di credito siano stati i timori della pandemia e l’incertezza causata dalla seconda ondata dei contagi che ha caratterizzato l’ultima parte del 2020.

Le imprese individuali nel 2020 hanno aumentato le proprie richieste del 27,5%, mentre le società di capitali hanno segnato un +22,6% rispetto al 2019.

Anche l’importo medio richiesto ha subito un aumento, attestandosi nel 2020 a 80.941 euro (+22,7% rispetto al 2019) nell’aggregato di società di capitali e ditte individuali. In linea con l’anno scorso, anche per il 2020 un terzo delle richieste totali ha riguardato importi inferiori ai 5.000 Euro, in virtù del peso delle richieste presentate da parte delle imprese di piccola e piccolissima dimensione. Per le società di capitali l’importo mediamente richiesto è stato pari a 112.688 euro (+26,0% rispetto al 2019) contro i 29.834 euro richiesti delle imprese individuali (+5,1%).

Per quanto riguarda le imprese individuali, le richieste di finanziamento con importo inferiore ai 10.000 euro hanno rappresentato quasi la metà del totale (47,7%), segno che le micro imprese tendono a rivolgersi agli istituti di credito per importi di piccolo taglio, spesso per far fronte ad esigenze di liquidità. Per le società di capitali, invece, più della metà delle richieste vede un importo superiore ai 20.000 euro.

“Il rallentamento del ciclo economico, indotto dell’emergenza sanitaria Coronavirus, ha fortemente condizionato nell’ultimo anno l’andamento dei flussi di cassa delle imprese e quindi anche la dinamica delle richieste di credito – ha commentato Simone Capecchi, Executive Director di CRIF -. Come emerso da una recente ricerca di CRIF Ratings, quasi la metà delle imprese italiane si è trovata ad affrontare lo shock causato dalla pandemia  partendo da situazioni di liquidità già delicate. Il 38% delle aziende si caratterizzava per una disponibilità di cassa in grado di coprire meno del 50% dei debiti finanziari a breve termine in scadenza, cui si aggiunge un ulteriore 8% di imprese senza particolari margini di manovra. Peraltro, le imprese maggiormente in difficoltà si concentrano tipicamente nei settori più ciclici ed esposti alle dinamiche dei consumi, che non a caso sono anche quelli più colpiti dalla pandemia”.

“L’andamento delle richieste di credito è stato favorito dagli strumenti che le istituzioni europee e nazionali hanno attivato nel corso del 2020 per fronteggiare l’impatto sull’economia reale derivante dall’emergenza sanitaria e supportare la liquidità delle imprese, come le moratorie sui finanziamenti in essere e le garanzie statali per favorire l’ottenimento di nuove linee di credito. In questa delicata fase va però sottolineato come la domanda di nuovi finanziamenti sia stata stimolata più dalla necessità di far fronte a esigenze di liquidità che da progetti di investimento e sviluppo del business” conclude Capecchi.

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