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Crediti insoluti: qual è la situazione di privati ed aziende?

Crediti insoluti: qual è la situazione di privati ed aziende?

I settori in maggiore difficoltà per i crediti insoluti sono commercio e servizi; l’HoReCa è il settore con più aziende che hanno cessato l’operatività.

La situazione generale

Il contesto economico attuale continua ad essere instabile, con la crisi energetica che impatta sui bilanci di imprese e famiglie e il termine delle moratorie post-covid.

I dati italiani, per fortuna, sembrano in controtendenza, migliori (per una volta) della media europea e delle altre principali economie mondiali.

Secondo le stime del Market Watch NPL di Banca ISIS, si prevedono nuovi flussi di crediti deteriorati nel triennio 2022-2024 per 82 miliardi di euro. Ma il sistema bancario sembra reggere, perché l’NPE ratio è arrivata dal 4,1% del 2021 al 3,2% del settembre 2022, al di sotto del 5% indicato dall’EBA (l’Autorithy bancaria europea) come obiettivo.

Ma qual è, nel complesso, lo stato di salute dei crediti portati a recupero, sia nel comparto dei crediti singoli e “freschi” che in quello degli NPL? Prova a dircelo la nona edizione del DebtScreening di Abbrevia, tra le principali società italiane che si occupano di Informazioni Commerciali ed Indagini sul Credito.

La situazione delle persone fisiche

Vediamo qindi quali siano le caratteristiche dei crediti arrivati alla fase di recupero, principalmente giudiziale, per comprendere lo stato di salute attuale dei debitori. Partiamo innanzitutto dalle persone fisiche. Chi sono i debitori?

Demografia

Gli uomini occupano la percentuale maggiore del campione (67%) nel primo semestre 2022. La percentuale di stranieri è del 15%, superiore rispetto al totale della popolazione straniera residente in Italia (8,7%), dato ISTAT che non tiene però in considerazione gli stranieri non residenti. Parlando di età, la fascia più presente è quella degli over 65; si passa però dal 36% del 2021 al 49% del I° semestre 2022.

Reperibilità

Dato particolarmente significativo è quello relativo alla reperibilità dei soggetti debitori, molto aumentata rispetto al periodo di piena pandemia. Quindi, un notevole aumento dal 74% del 2020 al 91% del 2021, fino al 93% nel 2022.

Negatività

I protesti diminuiscono e le pregiudizievoli aumentano rispetto all’anno precedente. Lieve miglioramento nel I° semestre 2022 in entrambe le tipologie di evento negativo. Esaminando questo trend correlato all’anzianità, è interessante osservare come per i protesti sia inversamente proporzionale all’età del debitore. Le pregiudizievoli, invece, aumentano al crescere dell’età anagrafica, anche per il possesso di immobili intestati dei soggetti più anziani.

Occupazione

La percentuale di occupati e pensionati è passata dal 75% all’85% nel 2021, con una piccolissima flessione nel 2022 (-1%). I pensionati rappresentano la percentuale maggiore, più marcatamente al sud e nelle isole rispetto al nord, che invece presenta percentuali maggiori di esponenti e dipendenti. Il reddito medio presenta un lieve calo, dal 2021 al 2022, sia per i dipendenti che per i pensionati.

Analisi del patrimonio

C’è stato un sostanziale aumento della rintracciabilità di tutti i principali beni aggredibili, dato confermato nel primo semestre 2022.

Aumentano gli immobili intestati (52% nel 2022 dal 42% di due anni prima), con over 65 e pensionati che hanno la maggior probabilità di avere un immobile intestato. Sud e isole rimangono le zone a più alta probabilità di reperire proprietà immobiliari in capo al debitore.

A livello di proprietà dei veicoli, questi aumentano dal 56% del 2020 al 78% del 2022; la proprietà è maggiore dai 35 anni in su, per poi calare negli over 65. Non c’è correlazione diretta tra possesso di veicoli e occupazione del soggetto.

Il bene maggiormente pignorabile si conferma il conto corrente, che nel 2021 e 2022 arriva addirittura al 98%, grazie anche alla digitalizzazione di massa indotta (soprattutto) dalla pandemia. I disoccupati registrano la minor presenza di conti correnti intestati (97,04%), comunque altissima.

La situazione delle aziende

A livello anagrafico, sono le società di capitali le più rappresentate, in crescita nell’ultimo anno; si passa dal 58% del 2021 al 63% del primo semestre 2022. A livello di settori, come detto nell’introduzione, il commercio è il più rappresentato (28% delle imprese debitrici); nel 2022 cambiano le dinamiche, con il settore dei servizi che ha rappresentato il settore più in difficoltà (26%). Diminuiscono le imprese considerate attive nelle Camere di Commercio nel 2022 (da 89% a 87%).

Operatività

Qual è la reale operatività dell’azienda al momento dell’affidamento debitorio? Nel 2021 in tal senso si ha un sensibile miglioramento, passando dal 52% del 2022 al 68%, fenomeno che prosegue anche nel primo semestre 2022 (71%). A livello di settori, come già ricordato a livello introduttivo, è il canale HoReCa il peggiore, con il 36% di aziende realmente operative durante l’indagine.

Negatività

Protesti in diminuzione, per fortuna, dal 22% del 2020 al 15% del 2021, fino al 12% del primo semestre 2022. I servizi presentano le imprese più protestate. Stessa tendenza per le pregiudizievoli, dall’8% del 2020 al 6%. In questo caso sono le costruzioni a registrare il tasso di presenza maggiore (oltre il 12%), complice il numero maggiore di immobili intestati, tipico del settore. Le procedure concorsuali si confermano in miglioramento, passando dal 16% del 2020 al 12% del 2022. Anche qui “primeggiano” i servizi nel 2021, mentre nel 2022 il comparto più in difficoltà è quello della produzione.

Immobili

Quante sono le proprietà immobiliari intestate alle imprese debitrici? Solo il 20% delle imprese ha un immobile di proprietà nel 2021 (in calo rispetto al 2020). Il settore con la percentuale maggiore, fisiologico, è quello delle costruzioni (40% nel 2021 vs 42% nel 2022); quello con la minor percentuale di presenza è l’HoReCa, in aumento nel 2022 (9% nel 2021 contro 12% nel 2022).

Veicoli

Peggiora rispetto al 2020, attestandosi mediamente al 43% nel 2022, passando dal 47% al 30% a seconda che l’azienda sia operativa o meno. Costruzioni e produzione risultano essere i due settori con maggiore probabilità di reperire un veicolo intestato. Nessuna particolare evidenza a livello territoriale.

Conti correnti

Anche tra le imprese il conto corrente è un bene mobile quasi sempre reperibile, con una media del 96% nel 2021 (fino al 98% nel 2022). Il canale HoReCa registra il tasso di presenza più basso (93%); scende al 92% la probabilità di individuare un conto corrente intestato nelle aziende non più operative.

Conclusioni

Che panoramica emerge, quindi, dal DebtScreening 2022? Molti buoni segnali di ripresa. Ciò è tanto più vero nel mondo privato, dove migliorano sostanzialmente tutti i principali indicatori sui crediti insoluti. Se dal punto di vista dei beni da poter aggredire si conferma il trend positivo anche negli NPL, il tasso di occupazione su questi particolari portafogli ha visto comunque una forte decrescita nel primo semestre 2022.

A livello aziendale, i dati sullo stato di attività delle imprese, e la loro reale operatività, migliorano rispetto al 2020. I numeri di quelle non più operative restano comunque un segnale d’allarme. Il settore HoReCa (35% di aziende chiuse) risulta essere quello più colpito dagli squilibri economici da marzo 2022, abbastanza logicamente. A livello dei patrimoni, le aziende peggiorano invece lievemente la propria situazione e, facendo eccezione i conti correnti intestatidiminuiscono le probabilità di individuare beni pignorabili come immobili e veicoli. Anche il dato sugli NPL, per gli immobili, si ferma al 19%.

In un contesto economicamente fluido, fluttuante ed incerto come quello odierno, e alla luce della crisi energetica in corso in virtù della pericolosa situazione in corso in Ucraina (e le seguenti speculazioni sul mercato delle materie prime, con la Russia che primeggia in tal senso), sarà sempre più fondamentale monitorare, attentamente e con costanza, qualità e consistenza dei crediti insoluti. 

Venire a conoscenza delle caratteristiche dei debitori e delle tendenze che definiscono la probabilità di recupero di un credito diventa, evidentemente, sempre più uno strumento strategico. Il fine ultimo? Duplice: ottimizzare le risorse e immettere nuova liquidità nel sistema economico italiano.

Qui lo studio completo da scaricarehttps://bit.ly/DebtScreening2022_Abbrevia

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