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Lavorare di filiera: la ricetta di Commerfin per la ripresa

Perché un’impresa dovrebbe affidarsi a un Confidi? Quale ruolo giocano i Confidi in questa fase post-emergenziale? Lo abbiamo chiesto a Giuseppe Tateo, CEO di Commerfin

Un’impresa per le imprese: è questa la definizione che Giuseppe Tateo, CEO di Commerfin Scpa, ha dato dei Confidi, che per loro naturale vocazione affiancano le PMI nella fase di accesso al credito. In questo momento, i Confidi giocano un ruolo rilevante per le imprese, anche alla luce delle stringenti regole dettate dalla nuova normativa dell’EBA. In questa delicata fase post-emergenziale, le aziende infatti necessitano di strumenti e sostegno per ripartire. Dall’altra parte, gli istituti di credito richiedono sicurezze e garanzie.

Ne abbiamo discusso con Tateo, per capire quali saranno le sfide e le opportunità future per PMI e settore del credito; tra digitalizzazione, specializzazione, finanza ordinaria, finanza agevolata e “lavoro di filiera”.

Gentile dott. Tateo, il 2020 è ormai alle spalle. Da un lato la sicurezza e le limitazioni imposte dalla pandemia, dall’altro il bisogno per le imprese di innovare e digitalizzare. Come ha vissuto il 2020 Commerfin e in quale direzione si sta muovendo?

Come per le PMI e per i professionisti il 2020 di Commerfin è stato intenso. Ci siamo districati tra i provvedimenti normativi che sono stati emanati per valorizzare il ruolo dei Confidi. Abbiamo indicato alle PMI la strada da percorrere per utilizzare efficientemente ed efficacemente i provvedimenti in modo da arrivare ben preparati per la ripresa in termini di presentabilità dei dati. La direzione che abbiamo intrapreso è quella di rivitalizzare il nostro ruolo all’interno della filiera del credito.

I Confidi sono un nodo importante in quanto sono consulenti dei professionisti e partner del sistema bancario. Stiamo valorizzando il nostro ruolo spiegando alle PMI che bisogna pensare oltre gli attuali schemi emergenziali/pandemici. Il bilancio 2020 sarà la cartina di tornasole della gestione della crisi e discriminerà tra chi l’avrà, purtroppo, subita e chi l’avrà saputa dominare. Occorre consapevolezza da parte delle PMI che i sistemi di rating creditizi non muteranno nel breve termine e dunque non saranno in grado di valorizzare gli sforzi fatti nel 2020 se non attraverso la giusta presentazione dei dati. E qui che come confidi abbiamo un ruolo centrale da giocare.

Le imprese necessitano di liquidità per ripartire, ma le banche hanno inasprito i criteri per l’accesso al credito. Che ruolo gioca Commerfin in questo scenario?

Il ruolo di Commerfin è duplice. Dal lato PMI dobbiamo spiegare loro come ragionano le banche alla luce dell’evoluzione normativa dettata dall’EBA e come sarà il mercato del credito post Temporary Framework.  Dal lato banche dobbiamo presentare al meglio le nostre aziende associate sapendo far leva sulle loro qualità che vanno oltre i numeri di bilancio. Inoltre, stiamo portando all’interno delle PMI la cultura della gestione dei flussi di cassa e della Centrale dei Rischi della Banca d’Italia, elementi centrali nelle nuove metodologie di analisi del credito da parte delle banche. Ma la sfida più grande è quella di introdurre la cultura della complementarità tra finanza ordinaria e finanza agevolata. Nel chiudere i bilanci 2020 le PMI ed i Professionisti devono capire che tale dato inciderà sui rating dei prossimi due anni di analisi, quindi occorre simulare come tali dati impattano sulla valutazione di accesso a strumenti pubblici e privati.

Quali vantaggi può avere un’azienda che decide di affidarsi a un confidi? Quali servizi offre Commerfin alle imprese?

Il Confidi è per natura la casa delle imprese, perché anche noi siamo un’impresa a tutti gli effetti. In un Confidi si trova consulenza a 360° ed un partner per la propria autovalutazione. I servizi che offriamo come Commerfin mirano a coprire tutte le esigenze delle PMI.

Partiamo dalla garanzia #100PMI che traduce in opportunità quanto previsto dal DL Liquidità consentendo di accedere ai finanziamenti garantiti al 100%. Proseguiamo con la revisione della propria posizione finanziaria #RIPARTOCON+10 attraverso la rinegoziazione del debito e il consolidamento delle passività a breve, con l’aggiunta di almeno un 10% di extra liquidità e la garanzia Commerfin all’80%.  Accompagniamo i processi di internazionalizzazione #OLTRECONFINE e siamo vicini ai giovani per sviluppare nuove idee imprenditoriali #VALOREALLEIDEE con consulenza ed una garanzia tra l’80% ed il 100% del finanziamento. Ma come ho detto, tutto parte dall’autodiagnosi dei fondamentali e dell’immagine bancaria della PMI #DNAIMPRESA attraverso l’analisi della Centrale dei Rischi, dei plafond De Minimis e Temporary Framework e l’accesso prospettico alla garanzia pubblica.

In linea generale, quali sono secondo lei gli aspetti principali che l’intera filiera del credito dovrebbe prendere in considerazione per poter uscire da questa crisi? Viceversa, quali sono le opportunità per il settore in futuro?

Per superare la crisi dobbiamo aver compreso fino in fondo quello che è successo nel 2020. La pandemia ha fatto emergere la fragilità del tessuto imprenditoriale, l’inefficienza e la miopia dei sistemi di rating e la scarsa visione prospettica dell’intera filiera. Ci siamo trovati tutti con la cosiddetta “coperta corta”. Per uscire rafforzati dalla crisi dobbiamo tutti ritornare a ragionare veramente di filiera con la valorizzazione dei rispettivi ruoli al suo interno. La ri-professionalizzazione della filiera sarà l’elemento essenziale per ripartire e, soprattutto, dovremo essere capaci di disegnare sempre piani con worst case scenarios importanti proprio per costruire al nostro interno piani di resilienza adeguati.

Le opportunità per il nostro settore sono molteplici se sappiamo digitalizzare i nostri processi in modo efficace ed includere elementi qualitativi all’analisi del merito del credito. Il quadro normativo ovviamente dovrà essere adeguato alle nuove tecnologie. Ma la sfida maggiore sarà quella di ritornare a saper analizzare veramente il nostro tessuto imprenditoriale. L’imprenditore 4.0 non è colui che adotta indiscriminatamente le nuove tecnologie, ma colui che sa gestire i propri flussi di cassa e le proprie linee di credito, che investe utilizzando il giusto mix tra finanza ordinaria e finanza agevolata e che programma il proprio business nel medio-lungo termine.  A mio avviso dobbiamo capire che la programmazione aziendale non discrimina tra grande impresa e PMI, è semplicemente programmazione che per me è sinonimo di imprenditorialità.

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