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Le banche europee studiano un nuovo polo dei pagamenti

La European Payment Initiative (Epi) potrebbe fare concorrenza ai colossi statunitensi

Gli istituti di credito europei stanno unendo le forze per creare un campione europei dei pagamenti. Il motivo è semplice: “Nessuno (in Europa, ndr) da solo può competere con i giganti delle carte di credito statunitensi. Sarà possibile solo se collaboriamo”. Lo ha detto a inizio maggio al Financial Times Joachim Schmalzl, presidente della European Payment Initiative (Epi): un progetto lanciato a luglio 2020 da 16 istituti di credito di 5 paesi europei (Belgio, Francia, Germania, Olanda e Spagna) e sostenuto dalla Bce e dalla Commissione Europea. Epi si pone l’obiettivo di offrire una soluzione di pagamento paneuropea entro il 2022, offrire un’alternativa all’oligopolio statunintense “una scelta reale” a merchant e consumatori europei. La ceo Martina Weimer in tal senso ha precisato: “Con questa nuova soluzione miriamo a fornire una soluzione che risponda alle esigenze europee e che copra la diversità dei nostri mercati europei dal lato dei consumatori e degli esercenti. Vogliamo riunire l’ecosistema europeo e offrire nuove opportunità”.

Inoltre, la creazione di Epi sosterrà l’attuazione dell’agenda politica sia per le istituzioni pubbliche europee che per le autorità nazionali, in particolare attraverso la creazione di una soluzione veramente europea nel campo dei pagamenti, delle banche e della tecnologia. Le soluzioni di pagamento digitale esistenti sono frammentate in Europa e i cittadini europei non sono ancora in grado di pagare digitalmente ovunque. Inoltre, la crisi innescata dal Covid-19 ha sottolineato la necessità di una soluzione di pagamento digitale europea unificata. In questo senso, Epi mira anche ad allineare l’ecosistema europeo dei pagamenti, contribuendo così al rafforzamento del mercato unico e dell’agenda digitale europea.

Concretamente, Epi intende di creare una soluzione di pagamento paneuropea unificata e innovativa che faccia leva su instant payment/SEPA Instant Credit Transfer (SCT Inst), che offre una carta per consumatori e commercianti in tutta Europa, un portafoglio digitale e pagamenti P2P. La soluzione mira a diventare un nuovo standard nei pagamenti per i consumatori e i commercianti europei attraverso tutti i tipi di transazioni al dettaglio tra cui in negozio, online, prelievo di contanti e peer-to-peer, come alternativa alle soluzioni e agli schemi di pagamento internazionali esistenti.

A oggi, Epi ha ricevuto le adesioni oltre 30 milioni di euro dai suoi promotori: 31 banche, ma ancora nessuna italiana. Che sono ancora in tempo a partecipare: entro fine anno sarà possibile aderire a Epi come soci fondatori. I promotori di Epi si riuniranno dopo l’estate per decidere se portare avanti o meno il progetto. Per farlo, serviranno: diversi miliardi di euro, una visione condivisa dei promotori; la partecipazione delle più grandi banche europee.

Condizioni che non è facile soddisfare tutte insieme: ecco perché i precedenti tentativi paneuropei di sfidare la supremazia statunitense nei pagamenti erano falliti miseramente. In particolare il Monnet Project, che nel 2011 era sostenuto da 24 istituti di credito europei, era stato affossato dalla mancanza di sostegno politico e di un modello di business sostenibile. Motivo per cui Epi è stato accolto nel 2020 con molto scetticismo.

Tuttavia, stavolta il sostegno politico e industriale sembra ora essere maggiore. Come fa notare infatti sul giornale online “PaymentsSourceMichel Vaja, Payments Consulting Services Lead di Icon Solutions, “Le maggiori infrastrutture di pagamento al dettaglio transfrontaliere usate dai consumatori europei sono di proprietà degli Stati Uniti, il che ha attirato l’attenzione dei regolatori europei. E siccome l’interazione delle banche con i loro clienti si sta gradualmente erodendo a causa della PSD2 e dei nuovi attori che entrano nell’ecosistema dei pagamenti, l’Epi offre l’opportunità di recuperare il terreno perduto”.

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