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L’editoriale ai tempi del Coronavirus

Paura, sicurezza, economia e finanza, scienza e innovazione: l’epidemia mondiale che ci ha sorpreso in queste settimane mette a nudo e in discussione molti dei temi a noi cari. E ci elargisce un monito: ricominciare pensando e costruendo bene. Perché la peggiore ipotesi è sempre dietro l’angolo.
Pensavamo fosse influenza, invece era una pandemia.
Ebbene sì, anche chi vi scrive lo fa da casa, a ufficio chiuso e rapporti con il prossimo limitati al massimo. Si dice, è stato detto e si dirà tutto e il contrario di tutto su questo inatteso “flagello” d’inizio millennio (almeno da questo punto di vista possiamo tirare un respiro di sollievo: le fosche previsioni antiche piazzavano apocalissi e fini del mondo, infallibilmente, allo scadere dei fatidici mille anni). Non sarà StopSecret, quindi, a vestire i panni di virologi, epidemiologi, ricercatori farmaceutici. E nemmeno quelli degli economisti e degli analisti di borsa.
Parallelamente a questi ultimi, però, ci sentiamo di fare la nostra previsione, certo non sensazionale o isolata, sulla scorta di una modesta esperienza negli ambiti finanziario ed economico. Comunque vada, ci aspettano mesi foschi, durante e dopo il decorso del contagio. I mercati azionari mondiali lo dimostrano, con quotidiani scossoni verso il basso, la chiusura, anche se parziale, delle frontiere e la sospensione di molte attività lo raccontano con toni inequivocabili.
A noi restano, per il momento, alcune modeste considerazioni.
Primo: la sicurezza, un nostro pallino. Significa tante cose: fare in modo di prevedere e organizzare, mettersi in grado di fronteggiare il worst case, la peggiore delle ipotesi. Mai come oggi l’importanza di questi atteggiamenti, delle precauzioni appare evidente.
Secondo, la scienza e l’indagine, impegnate di pari passo e a forze unite. Il virus, in fin dei conti, non è altro che un caso di difficile soluzione. Per risolverlo mettono in campo tutto il loro know-how, tutta l’intensità di ricerca possibile, discipline differenti e complementari. È solo questione di attesa, il risultato prima o poi arriverà. Come ripetiamo spesso.
Terzo argomento: la paura, che innesta fretta, panico, improvvisazione, scelte sbagliate. Non c’è rimedio, dite? Forse no. Ma occorre lasciare il minor spazio possibile al timore, all’apprensione. La paura salva la vita, si sa, ma per prendere le decisioni giuste occorre provare le giuste paure, da una parte, dall’altra appoggiarsi a corrette certezze. Ecco altri due dei nostri mantra che prendono forma: conoscere a fondo, per riconoscere il vero pericolo, e affidarsi ai professionisti per intervenire nel modo e nei tempi azzeccati. Con fiducia verso chi sa fare il proprio mestiere.
Un’ultima riflessione (last but not least). Tutto questo passerà, non esiste dubbio in merito. Domani, tra un mese o tra un anno anche il maledetto Coronavirus entrerà nel novero delle patologie sconfitte dalla medicina.
Resterà lo shock di una “pestilenza” contemporanea che ha mutato prospettive e stili di vita. Rimarranno, soprattutto, dei cocci da rimettere insieme, per moltissimi. Ci sarà un tessuto economico e finanziario strappato in molti punti da ricucire o saldare.
Lo faremo, come abbiamo fatto molte altre volte, anche uscendo da situazioni peggiori e rialzandoci su macerie più misere di quelle attuali.
Lo faremo insieme, ciascuno per la propria parte. L’importante sarà ricominciare mettendo a frutto la lezione. Magari tenendo in considerazione seria anche i pochi punti che abbiamo trattato qui, oggi, insieme.
Facciamoci finalmente contagiare, tutti quanti, dal virus del far bene, fare solido, fare proficuo.
In bocca al lupo a tutti.

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