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L’industria italiana degli Npl c’è ed è sempre più forte

Negli ultimi otto anni l’industria italiana degli Npl ha contribuito in modo evidente al processo di de-risking del sistema bancario nazionale. Un segnale forte e importante, anche per il mondo delle Istituzioni.

Come ogni anno, il 22 settembre scorso sono stato a Cernobbio per la 12° edizione dell’NPL Meeting, l’annuale convegno di Banca Ifis sul mondo dei non performing loans.

Un tema che, nell’ultimo periodo, sta alimentando un acceso dibattito non solo tra gli addetti ai lavori, ma anche nei palazzi della politica.

Questa estate, infatti, il Governo ha proposto un nuovo disegno di legge che riguarda per l’appunto i crediti deteriorati, finalizzato ad agevolare il ritorno in bonis di migliaia di famiglie e imprese insolventi.

Come sottolineavo nell’editoriale di settembre, il Ddl in questione potrebbe avere diversi effetti negativi che coinvolgerebbero gli istituti bancari e il mercato del credito deteriorato, con pesanti ripercussioni proprio su quest’ultimo, che, da quanto si evince dall’ultimo “Market Watch Npl”, presentato a Cernobbio, gioca un ruolo fondamentale per la stabilità e il buon funzionamento dell’intero sistema creditizio.

Secondo l’analisi di Banca Ifis, infatti, il lavoro svolto dall’industria italiana degli Npl continuerebbe a favorire il risanamento dei bilanci, contribuendo al processo di de-risking delle banche italiane che non trova eguali in Europa.

E allora snoccioliamo un po’ di numeri.

Il valore complessivo delle transazioni Npl tra il 2015 e il 2022 ammonta a 352 miliardi di euro, di cui 39 miliardi di Utp. Negli ultimi otto anni, l’Npe ratio è diminuito di quasi 14 punti percentuali, passando dal 17% del 2015 al 3,1% del 2022 e raggiungendo un livello di gran lunga inferiore rispetto alla soglia del 5% definita dall’EBA.

Nel triennio 2023-2025 si prevedono transazioni Npl per circa 84 miliardi di euro, di cui il mercato secondario guiderà circa il 50% dell’intero transato. Infine, il tasso di nuovo deterioramento del credito per l’anno in corso dovrebbe attestarsi all’1,2%, inferiore anche ai livelli del periodo antecedente alla crisi del subprime.

Certo, l’incertezza dello scenario macroeconomico potrebbe influenzare il settore, tuttavia il lavoro svolto finora è stato eccellente. E credo fermamente che il comparto italiano degli Npl sarà in grado di affrontare anche le sfide del futuro.

Proprio in quest’ottica, vi invito a partecipare alla prossima convention di CreditNewsCredito: un’opportunità per il sistema Paese”, che si terrà il 9 novembre alla Camera dei Deputati, a Roma.

Sarà una giornata ricca di interventi e roundtables e coinvolgerà il mondo imprenditoriale, delle associazioni, delle università e politico. Approfondiremo molti temi di attualità riguardo alla gestione e al recupero del credito, strategie di mercato, nuove tendenze e possibili scenari futuri.

Ovviamente, non mancherà lo spazio per discutere dell’ultima proposta di legge del Governo, grazie anche alla partecipazione di alcuni esponenti politici, come gli onorevoli Tracassini, Marattin e Osnato, e delle associazioni UNIREC, ASSOFIN e ABI.

Vi aspetto!

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