il magazine dedicato al mondo del credito

Cerca
Close this search box.

di:  

Ddl crediti deteriorati: più danni che benefici

Dopo quello sugli extraprofitti bancari, il Governo Meloni sta cercando di finalizzare un nuovo Ddl che riguarda i crediti deteriorati. Obiettivo: agevolare il ritorno in bonis di migliaia di famiglie e imprese insolventi. Al prezzo, però, di mettere in crisi l’intero settore del recupero crediti e il sistema creditizio del nostro Paese, creando un terribile effetto boomerang.

Era già nell’aria a gennaio di quest’anno, tuttavia, il caso è esploso soltanto nelle scorse settimane.

Appena il tempo di rientrare dalle vacanze estive, che siamo (uso la seconda per persona plurale per riferirmi a tutti i colleghi che lavorano nel mio settore) stati immediatamente travolti da una notizia che desta particolare preoccupazione.

In questi giorni, sono circolate diverse proposte di legge che afferiscono alla gestione dei non performing loans, i famosi crediti inesigibili il cui recupero è compromesso e che le banche rivendono a società terze per alleggerirne il proprio peso a bilancio.

In particolare, ha trovato spazio sui quotidiani e sul web il Ddl dell’attuale Ministro delle imprese e del made in Italy, Alfonso Urso, che si pone l’obiettivo di venire incontro a migliaia di famiglie e imprese italiane sovrastate dai debiti. Ma che al contempo metterebbe in difficoltà un intero comparto, quello delle società specializzate nella gestione e nel recupero dei crediti deteriorati, e non solo.

La proposta del Governo Meloni (di cui Urso fa parte) rischia infatti di allontanare gran parte degli investitori stranieri che acquistano i nostri Npl, facendo scricchiolare l’intero sistema bancario, con nemmeno troppi vantaggi per gli italiani.

Ma procediamo per gradi e capiamo nel concreto di cosa si tratta.

Il Ddl in questione fa riferimento ai crediti deteriorati relativi all’arco temporale che va dal 1° gennaio del 2018 al 31 dicembre del 2021 e, nello specifico, riguarda la possibilità per i debitori con debiti inferiori a 25 milioni di euro di estinguere in modo definitivo le proprie posizioni pagando il prezzo di cessione al fondo o alla società terza maggiorato del 20%, bypassando, di fatto, le società di recupero.

Se il disegno di legge venisse approvato potrebbe, quindi, mettere a rischio l’intera economia di questo settore, con performance più basse e un conseguente crollo dei prezzi. Ma non finisce qui.

Intervenendo su Milano Finanza, il Presidente di Unirec, Marcello Grimaldi, (con il quale concordo su tutti i fronti) ha affermato che il disegno di legge creerebbe “effetti distorsivi nel mercato italiano del debito, rendendolo meno attrattivo per gli investitori e quindi meno stabile, con un danno economico di molti miliardi di euro a carico degli investitori che hanno acquistato i crediti, dei servicer che li gestiscono e, nondimeno, dello Stato” (considerando che dei 350 miliardi di crediti deteriorati, un terzo riguardano cartolarizzazioni garantite dallo stesso).

Un duro colpo per il mercato italiano degli Npl, ad oggi il più grande d’Europa, e che finora ha attratto molti investitori internazionali. Inoltre, se i fondi esteri smettessero di acquistare i crediti deteriorati del nostro Paese, le banche avrebbero più difficoltà a rivenderli, con un significativo impatto sulla capacità di concedere nuovi prestiti.

Un cane che si morde la coda, e addio anche ai buoni propositi di aiutare imprese e famiglie.

Già, perché rischieremo di trovarci dinanzi a un sistema bancario sempre più ostile riguardo alla concessione dei prestiti, con dinamiche che di certo non andrebbero a premiare le fasce di popolazione meno abbienti.

Mi sento di dire, quindi, che la proposta dell’attuale Governo (ma anche le altre, che a grandi linee convergono tutte nella stessa direzione) non sta in piedi e rischia di vanificare tutto il lavoro svolto in questi anni, erodendo i ricavi delle società di recupero, innestando una ricaduta del mercato e, infine, mettendo a repentaglio migliaia di posti di lavoro.

Per questo motivo, è necessario intervenire subito e avviare un dialogo proficuo con tutte le parti coinvolte con l’obiettivo di perfezionare la proposta di legge, ma soprattutto di bloccarne un’eventuale decretazione d’urgenza.

Vi invito, quindi, ad opporvi a questa iniziativa, a confrontarci e a discuterne insieme. Con l’occasione, vi anticipo che tratteremo l’argomento anche durante l’evento di CreditNews del 9 novembre alla Camera dei Deputati, presso l’Auletta dei Gruppi Parlamentari, a Roma.

Per chi volesse partecipare, questo è il link per iscriversi: https://www.creditnews.it/evento/credito-unopportunita-per-il-sistema-paese/

Vi aspetto!

CONDIVI QUESTO ARTICOLO!

Iscriviti alla newsletter

    La tua email *

    Numero di cellulare

    Nome *

    Cognome *

    *

    *

    Inserisci sotto il seguente codice: captcha