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Npl, accordo Ue sugli accantonamenti

Il 18 dicembre scorso il Parlamento e il Consiglio Ue hanno trovato l’accordo sulle nuove regole per gli accantonamenti sui futuri crediti deteriorati
Parlamento e Consiglio Ue hanno trovato l’accordo sulle nuove regole per gli accantonamenti Npl. A dichiararlo è stata la Commissione europea, il 18 dicembre scorso, attraverso un comunicato in cui sottolinea che “l’accordo politico raggiunto costituisce un passo importante per ridurre ulteriormente i rischi nel settore bancario”. L’intesa, raggiunta da Parlamento, Consiglio e Commissione Ue, riguarda i futuri crediti deteriorati e prevede accantonamenti obbligatori al superamento di limiti specifici. In particolare, un credito verrà catalogato come non Npl qualora siano passati 90 giorni di sforamento sui pagamenti o sugli interessi da parte del debitore.
Le nuove misure prudenziali hanno l’obiettivo di far sì che le banche accantonino adeguate coperture a fronte dei rischi insiti nei prestiti futuri. Questo, per consentire agli istituti bancari di evitare l’accumulo di esposizioni deteriorate nei loro bilanci, in modo tale da migliorare la solidità degli stessi e rilanciare l’attività creditizia a sostegno della crescita e dello sviluppo economico delle imprese. “Auspico che il Parlamento e il Consiglio europeo raggiungano rapidamente un accordo sulle proposte in sospeso, che riguardano lo sviluppo di mercati secondari per i crediti deteriorati e l’agevolazione del recupero crediti” ha sottolineato a margine il vicepresidente della Commissione europea, Valdis Dombrovskis.
Le nuove regole sugli accantonamenti devono ora ricevere il via libera definitivo da parte del Coreper, il comitato dei rappresentanti permanenti dei Paesi membri dell’Ue. Le suddette misure prudenziali fanno parte di una serie di azioni presentate dalla Commissione Ue la scorsa primavera per affrontare la questione degli Npl nell’Unione europea e si basano sulle iniziative messe in atto dagli Stati membri, dalle autorità di vigilanza e dagli enti creditizi per ridurre in maniera costante il numero di non performig loans che grava sui bilanci delle banche europee.

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