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Pagamenti PA: si accorciano i tempi, ma restano oltre i 4 mesi

Secondo un’indagine di Assifact, nel 2023 i tempi dei pagamenti PA si sono accorciati di 12 giorni, ma la media rimane superiore ai quattro mesi. Si allungano invece di un giorno i tempi di pagamento delle imprese, registrando il dato più alto del post-Covid.

Pagamenti PA: 12 giorni in meno rispetto al 2022

Tempi dei pagamenti della Pubblica Amministrazione in calo nel 2023: è quanto emerso da una recente indagine condotta da Assifact, Associazione Italiana per il factoring. Il dato medio registrato a dicembre 2023 riguardo ai pagamenti PA si attesta a 143,44 giorni, ossia 12 giorni in meno rispetto allo stesso periodo del 2022. Tuttavia, nonostante questo progresso, il tempo di pagamento degli enti pubblici rimane superiore ai quattro mesi.

L’analisi ha evidenziato che nel corso del 2023 i tempi medi di pagamento dei crediti commerciali hanno subito un incremento, raggiungendo un valore medio di 84,27 giorni.  Questo dato, basato su una ricerca che ha coinvolto la maggior parte degli associati Assifact, ha evidenziato un trend in crescita rispetto alle precedenti rilevazioni, con il valore registrato a dicembre 2023 che si conferma come il più alto da dicembre 2021.

Se i pagamenti della PA si sono accorciati, quelli del settore privato hanno subito invece un lieve allungamento nel 2023, con una media di quasi un giorno in più rispetto all’anno precedente, confermando un trend di rallentamento che perdura da oltre un anno. Il dato rilevato a dicembre 2023, pari a 79,26 giorni, rappresenta il valore più alto registrato nel periodo post-Covid.

Migliora il comportamento dei debitori

I problemi legati ai pagamenti commerciali non si limitano soltanto ai ritardi, ma riflettono anche processi, comportamenti e relazioni con i fornitori. Nel corso del 2023, si è registrato un leggero incremento dei tempi di pagamento, ma contemporaneamente si è assistito a un miglioramento degli indicatori di qualità dei comportamenti dei debitori nelle transazioni commerciali. Questo si è tradotto in una maggiore disponibilità da parte dei debitori ad accettare clausole che prevedono interessi di mora e risarcimenti per i costi di recupero in caso di ritardo nei pagamenti, oltre a una maggiore trasparenza e disponibilità nella comunicazione.

Queste evidenze alimentano il dibattito sulla revisione della Direttiva europea contro i ritardi di pagamento. Secondo Assifact, “l’imposizione di limiti stringenti ai termini di credito commerciale potrebbe avere conseguenze negative sulla competitività e sull’accesso al credito delle piccole e medie imprese. Pertanto, il futuro ‘Late Payment Regulation’ dovrebbe garantire flessibilità nei rapporti commerciali e favorire la cedibilità dei crediti”.

Inoltre, secondo l’Associazione italiana per il factoring, è fondamentale promuovere strumenti di “educazione” sia per i debitori, incoraggiando comportamenti corretti e trasparenti nelle relazioni commerciali, sia per i fornitori, facilitandone la conoscenza degli strumenti disponibili, come il factoring, che possono aiutarli nell’incasso dei crediti e nell’accesso al credito.

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