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Perché le leggi della robotica di Asimov sono attualissime

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Perché le leggi della robotica di Asimov sono attualissime

Definite per la prima volta dallo scienziato-scrittore americano nei primi anni ’40 del secolo scorso, le leggi della robotica sono sempre più attuali.

Cosa sono le leggi della robotica

Le Leggi della Robotica, introdotte per la prima volta dallo scrittore di fantascienza Isaac Asimov nel racconto “Runaround” del 1942, sono diventate un punto fermo della fantascienza e un fondamento dell’etica robotica. Da allora le leggi hanno ricevuto ampliamenti e perfezionamenti da Asimov e da altri, e oggi sono più importanti che mai nel guidare lo sviluppo e l’uso della tecnologia robotica.

Le Leggi della Robotica sono le seguenti:

  • Un robot non può ferire un essere umano o, per inerzia, permettere che un essere umano venga danneggiato.
  • Un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, tranne nei casi in cui tali ordini siano in conflitto con la Prima Legge.
  • Un robot deve proteggere la propria esistenza, purché tale protezione non sia in conflitto con la Prima o la Seconda Legge.

Queste leggi intendono fornire un quadro di riferimento per lo sviluppo e l’uso dei robot che dia priorità alla sicurezza e al benessere degli esseri umani. Si basano sull’idea che i robot debbano essere programmati per agire in modo eticonon solo efficiente, e che debbano essere progettati tenendo conto della possibilità di causare danni.

Le tre leggi della robotica

La Prima Legge, in particolare, è cruciale nel mondo di oggi, dove i robot sono sempre più utilizzati in contesti in cui interagiscono con gli esseri umani. Ad esempio, i robot sono utilizzati nel settore manifatturiero, nella sanità e persino in spazi pubblici come aeroporti e centri commerciali. Poiché i robot sono sempre più integrati nelle nostre vite, è essenziale che siano programmati in modo da dare priorità alla sicurezza umana.

Anche la Seconda Legge è importante, in quanto garantisce che i robot siano soggetti alla supervisione e al controllo umano. Anche se i robot possono svolgere molti compiti in modo più efficiente degli esseri umani, devono sempre essere sotto il controllo di operatori umani che possano intervenire, se necessario.

La terza legge è citata meno frequentemente delle altre due, ma è comunque importante per garantire che i robot siano progettati per essere resistenti e autosufficienti. Se un robot non è progettato per proteggersi da solo, è più probabile che si guasti o non funzioni correttamente, con conseguenti danni per l’uomo.

La prima delle tre leggi della robotica in maggiore dettaglio

La Prima Legge della Robotica è considerata la legge più importante e fondamentale tra le Tre Leggi della Robotica proposte da Isaac Asimov. La Prima Legge afferma che “un robot non può ferire un essere umano o, per inerzia, permettere che un essere umano venga danneggiato“.

Lo scopo della Prima Legge è garantire che i robot diano priorità alla sicurezza e al benessere degli esseri umani. Questa legge riconosce il potenziale pericolo che i robot possono rappresentare per gli esseri umani, in particolare nelle situazioni in cui svolgono compiti che richiedono l’interazione fisica con le persone, od operano in spazi condivisi con gli esseri umani.

Per aderire alla Prima Legge, i robot devono essere progettati e programmati con sensori e algoritmi che consentano loro di rilevare ed evitare potenziali pericoli o situazioni pericolose. Ad esempio, un robot di produzione che opera a fianco di lavoratori umani deve essere programmato per rilevare quando una persona è troppo vicina alle parti mobili del robot e fermarsi immediatamente per evitare lesioni.

La Prima Legge riconosce anche che i robot possano trovarsi in situazioni di conflitto tra la sicurezza umana e altre direttive o obiettivi loro assegnati. In questi casi, la Prima Legge ha la priorità, e il robot deve dare la precedenza alla sicurezza degli esseri umani, anche se ciò significa sacrificare altri scopi o obiettivi. Ad esempio, un robot per le consegne che è stato programmato per consegnare i pacchi in tempi brevi deve comunque dare la priorità ad evitare collisioni con persone o altri veicoli, anche se ciò significa fare un percorso più lungo o rallentare.

La seconda e terza legge della robotica in maggiore dettaglio

La Seconda Legge della Robotica afferma che “un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, tranne nel caso in cui tali ordini siano in conflitto con la Prima Legge“. Questa legge riconosce che i robot sono progettati e programmati dall’uomo per svolgere compiti specifici e che gli operatori umani devono avere la possibilità di dirigere e controllare le azioni dei robot.

La Seconda Legge prevede che i robot seguano i comandi dei loro operatori umani, purché questi non siano in contrasto con la Prima Legge, che dà la priorità alla sicurezza e al benessere delle persone. Ad esempio, un robot da magazzino a cui un operatore umano ha ordinato di spostare una scatola pesante deve farlo solo se può farlo in modo sicuro e senza rischiare di danneggiare le persone vicine.

La Terza Legge della Robotica afferma che “un robot deve proteggere la propria esistenza, purché tale protezione non sia in conflitto con la Prima o la Seconda Legge“. Questa legge riconosce che i robot sono macchine complesse che richiedono manutenzione e riparazione per funzionare correttamente, e che possono incontrare situazioni che minacciano la loro stessa esistenza.

La Terza Legge prevede che i robot intraprendano azioni per proteggersi dai danni, purché tali azioni non siano in conflitto con la Prima o la Seconda Legge. Ad esempio, un robot di soccorso inviato in una zona disastrata dovrebbe essere programmato per dare priorità alla sicurezza degli esseri umani rispetto alla propria sopravvivenza, ma dovrebbe anche essere progettato con caratteristiche che gli consentano di resistere a condizioni ambientali estreme o a impatti fisici che potrebbero danneggiarlo o distruggerlo.

Insieme, le Tre Leggi della Robotica forniscono un quadro di riferimento per lo sviluppo e l’uso dei robot che dà la priorità alla sicurezza e al benessere dell’uomo, pur consentendo ai robot di essere strumenti utili ed efficaci. Queste leggi riconoscono anche che i robot sono macchine complesse, che richiedono manutenzione e riparazione, e che possono trovarsi in situazioni in cui la loro stessa sopravvivenza è a rischio. Seguendo queste leggi, possiamo garantire che i robot siano progettati e utilizzati in modo etico e responsabile, a beneficio dell’intera umanità.

La legge zero della robotica

Le leggi originali hanno ricevuto modifiche ed elaborazioni da Asimov e da altri autori. Asimov stesso ha apportato leggere modifiche alle prime tre in vari libri e racconti per sviluppare ulteriormente il modo in cui i robot avrebbero interagito con gli esseri umani e tra loro. Nella narrativa successiva, in cui i robot avevano assunto la responsabilità di governare interi pianeti e civiltà umane, Asimov aggiunse anche una quarta legge, o legge zero, che precedeva le altre:

  • Un robot non può danneggiare l’umanità o, con la sua inazione, permettere che l’umanità venga danneggiata.

Questa legge eleva il valore dell’umanità nel suo complesso al di sopra dei singoli esseri umani, e riconosce che i robot hanno la responsabilità di proteggere e promuovere la sopravvivenza e il benessere a lungo termine dell’umanità come specie.

La Legge Zero consente inoltre ai robot di considerare le potenziali conseguenze a lungo termine delle loro azioni sull’umanità nel suo complesso, al di là della sicurezza immediata dei singoli esseri umani. Ad esempio, un robot programmato per ripulire una fuoriuscita di petrolio deve considerare anche il potenziale impatto ambientale a lungo termine della fuoriuscita, e intraprendere azioni per ridurlo al minimo.

Le Tre Leggi, e la zero, hanno pervaso la fantascienza e sono citate in molti libri, film e altri media. Hanno influenzato anche il pensiero sull’etica dell’intelligenza artificiale.

Perché sono dannatamente attuali

Negli ultimi anni, abbiamo avuto numerosi esempi dei potenziali pericoli di una tecnologia robotica non regolata o mal regolata. Ad esempio, nel 2018 un pedone è stato ucciso da un veicolo autonomo gestito da Uber; ciò ha evidenziato la necessità di migliorare le norme di sicurezza e le linee guida etiche per lo sviluppo e l’uso della tecnologia di guida autonoma. Anche Tesla ha avuto problemi simili, che hanno portato alla morte di pedoni o ad incidenti letali con altre auto, e questo fatto rinsalda la bontà di quanto affermato prima.

Le Leggi della robotica forniscono un quadro di riferimento per garantire che i robot siano sviluppati e utilizzati in modo da dare priorità alla sicurezza e al benessere delle persone. Sebbene non forniscano tutte le risposte alle sfide etiche e di sicurezza poste dalla tecnologia robotica, rimangono un punto di partenza fondamentale per le discussioni sullo sviluppo e l’uso responsabile di questa tecnologia in rapida evoluzione.

In conclusione, le Leggi della robotica sono più importanti che mai per guidare lo sviluppo e l’uso della tecnologia robotica. Esse danno la priorità alla sicurezza e al benessere degli esseri umani, e forniscono un quadro di riferimento per garantire che i robot siano progettati e utilizzati in modo etico e responsabile. Poiché i robot sono sempre più integrati nella nostra vita, è essenziale continuare a sostenere e perfezionare queste leggi, per garantire che rimangano pertinenti ed efficaci nel guidare il futuro della robotica.

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