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Factoring

Sostenibilità del factoring: cresce l’impegno degli operatori del settore

La rilevazione di Assifact esamina i principali elementi legati alla transizione ESG delle società che si occupano di factoring. Le domande poste alle aziende riguardano tematiche legate agli aspetti sociali, ambientali, di gestione del personale e a business e risk management.

Assifact ha pubblicato la seconda indagine sulla sostenibilità del factoring. Gli operatori a cui sono state poste le domande sono 19 Associati che rappresentano il 91% del mercato del factoring.
Dallo studio emerge il grande impegno da parte delle società e i passi avanti che sono stati fatti nel miglioramento dei fattori ESG. Inoltre, i risultati dell’indagine 2023 sono correlati con i risultati dell’edizione precedente, mettendo ben in risalto gli avanzamenti effettuati.

La transizione ESG per le aziende di factoring

Per quanto riguarda gli aspetti ambientali, quasi l’80% delle società ha dichiarato di monitorare già le proprie emissioni o che intende farlo entro il 2024. Inoltre, il 68% di queste società ha già attuato iniziative che portano alla riduzione delle emissioni di carbonio. Tra le proposte troviamo l’ammodernamento ed efficientamento delle sedi aziendali, la conversione delle auto aziendali verso un sistema di alimentazione elettrico o ibrido e l’aumento delle prestazioni di lavoro svolte in smart working.

Dall’indagine emerge una buona attenzione delle società su tematiche sociali. Il 79% delle imprese ha adottato dei regolamenti in materia di diversità e inclusione; il 58% tiene traccia del gender pay gap e solo il 26% ha ottenuto o sta cercando di ottenere una certificazione sulla parità di genere. Tutte le società intervistate hanno dichiarato di avere flessibilità sull’orario di lavoro e oltre l’80% fa uso di sistemi di welfare per i propri dipendenti.
L’attenzione al sociale si riflette inoltre in iniziative che mirano a valorizzare il territorio anche attraverso l’aiuto di associazioni no profit.

Le attività legate alla governance risultavano già piuttosto sviluppate nell’indagine pubblicata l’anno passato, ma nel corso dell’anno sono stati fatti ulteriori passi in avanti. L’84% delle società ha dichiarato di aver preso delle misure che favoriscono l’inclusione dei principi e degli obiettivi di sostenibilità nei loro sistemi di governance. Il 74% delle società ha introdotto nel proprio Codice Etico una sezione dedicata alla sostenibilità. Oltre metà delle imprese ha attuato una policy che lega la remunerazione dei dirigenti al raggiungimento degli obiettivi legati ai fattori ESG.

Profili di business e risk management

L’area che presenta ancora maggiori complessità è quella legata ai profili di business e di risk management. È ancora limitata l’integrazione del catalogo prodotti con un prodotto di tipo factoring specifico per l’ESG. Operatività di tipo reverse factoring o confirming sono identificate come più idonee e di maggior vantaggio in termini di pricing. Il rischio più elevato in assoluto, identificato dal 94% delle società intervistate, è il rischio creditizio. Determinati settori sono stati pertanto ridotti o addirittura esclusi dalle attività di business.

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