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Carige, via libera alla cessione di 950 milioni di Npl

Vittorio Malacalza spiega che tutto il 2017 sarà speso con l’unico obiettivo di proseguire il risanamento e impostare lo sviluppo dell’istituto genovese.

Nella manovra di cessione di quasi un miliardo di Npl, degli advisor bancari assisteranno la Banca Carige nella creazione del consorzio di garanzia per l’esecuzione dell’aumento di capitale, che probabilmente scivolerà verso l’autunno, e nella creazione del veicolo in cui racchiudere gli altri Npl della banca (di un valore di circa 2,4 miliardi).

Il percorso è chiaro: cessione più rapida possibile dei crediti deteriorati, ulteriore contenimento dei costi, rilancio dell’attività commerciale. Così Vittorio Malacalza, vicepresidente e principale azionista di Banca Carige, affronterà i prossimi mesi.
L’aumento di capitale, che a gennaio era stato valutato solamente come misura straordinaria e che oggi diventa una necessità, ammonta a 450 milioni. Le ipotesi stilate da Milano Finanza prevedono quella per cui potrebbe attuarsi una conversione di bond subordinati, mezzo con cui aumentare il capitale nel nuovo piano di Banca Carige

Il primo passo riguarda la cessione di un miliardo di sofferenze per cui Carige utilizzerà le garanzie statali, così come accaduto per la Popolare di Bari. Rispetto a una cessione diretta, il percorso è un po’ più complicato e lungo, ma il risultato finale potrebbe essere migliore. Soprattutto se la “qualità” della sofferenza sarà apprezzata e pagata di conseguenza, come confida Carige.

Riporta la nota della società: “il Consiglio ha inoltre esaminato le proposte di cinque primarie banche di standing internazionale e ha conferito mandato all’Amministratore Delegato per la finalizzazione degli incarichi per l’assistenza nell’attività di definitiva strutturazione ed esecuzione delle operazioni di aumento di capitale e di scissione del ramo d’azienda comprensivo del residuo portafoglio di sofferenze”

Ora sarà Bastianini a vagliare le proposte delle cinque banche che hanno manifestato il loro interesse per l’operazione Carige. Nelle scorse settimane sono emersi diversi nomi, tra i quali Credit Suisse e Citibank, mentre sembra essere tramontata l’ipotesi Imi.

di Karen Giacomello
© Riproduzione riservata

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