In un contesto normativo in evoluzione e sempre più complesso, la compliance è un prerequisito per operare in sicurezza e per costruire fiducia nei confronti degli stakeholder. La trasformazione digitale e tecnologica anche in questo caso può fare la differenza, sempre che si ragioni in termini di ecosistema integrato.
Compliance: perché serve un approccio integrato
Limitarsi a “mettere in regola” l’azienda non basta più per essere competitivi. Un approccio vincente richiede che la compliance venga integrata in modo organico nei processi aziendali.
In un ecosistema collaborativo, ogni azienda può assumere il ruolo di system integrator, combinando le proprie soluzioni con quelle dei partner per generare servizi a valore aggiunto che rafforzano efficienza, sicurezza e conformità.
Un approccio integrato comporta una serie di benefici, come:
- riduzione dei rischi e maggiore efficienza complessiva, dal momento che un sistema di compliance integrata consente di gestire in modo coerente le esigenze normative (privacy, sicurezza, ambiente, governance), evitando silos informativi e sovrapposizioni di processi, inoltre l’adozione di un approccio organico migliora la capacità dell’azienda di monitorare, controllare e mitigare i rischi;
- migliore governance e qualità dei processi, attraverso un sistema integrato, è possibile standardizzare le procedure, garantire coerenza e trasparenza nelle decisioni: elementi fondamentali in un’ottica di controlli interni e responsabilità amministrativa;
- governance del dato, sicurezza e continuità operativa, sistemi integrati evitano errori, duplicazioni e disallineamenti tra banche dati e applicazioni: un prerequisito per garantire coerenza e compliance anche su temi quali data protection, cybersecurity e tracciabilità;
- agilità e adattabilità, un ecosistema integrato consente all’azienda di adattarsi più rapidamente a evoluzioni normative, cambiamenti di mercato o nuove aree di business, fondamentale per la sostenibilità e crescita nel medio-lungo termine.
Il ruolo strategico del system integrator: da fornitore a partner
Come abbiamo visto, l’azienda che funge da system integrator non è semplicemente un venditore di software o servizi, ma, diventa il facilitatore di un modello operativo integrato, capace di orchestrare diversi componenti (soluzioni proprie e dei partner, oltre a servizi a valore aggiunto) in un’unica offerta strutturata.
Un risultato che si ottiene attraverso un’attenta valutazione le esigenze specifiche dell’azienda e il coordinamento di sistemi e applicazioni affinché dialoghino tra loro. Questo approccio trasforma la compliance in un servizio attivo, non solo reattivo.
In un’epoca in cui la normativa evolve rapidamente e la complessità organizzativa cresce, è indispensabile creare un ecosistema collaborativo tra aziende e partner, capace di integrare governance, processi, tecnologie e servizi a valore aggiunto in un modello coerente e condiviso”, spiega Daniele Giuliani, CEO di Genio Diligence. “In questo scenario, il system integrator non è più un semplice fornitore, ma diventa un partner strategico, capace di mettere a disposizione le proprie soluzioni, integrarle con quelle dei partner e rispondere in modo preciso ai bisogni del cliente, costruendo un modello operativo efficiente e sicuro”, conclude.
(Contenuto realizzato in collaborazione con Genio Diligence)






