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Congresso ACMI 2015: analisi dei pagamenti e della crisi d’impresa in Italia

Le anticipazioni sui temi e sui punti di vista dei protagonisti del congresso più importante dell’anno nel mondo della gestione del credito

Al congresso ACMI – Associazione Credit Manager Italia – di quest’anno, che si terrà giovedì 22 ottobre  a Bologna, i protagonisti del credito in Italia, capitanati dal presidente Roberto Daverio, faranno il punto sui pagamenti nel nostro paese e sulle crisi di impresa con specifico riguardo all’esdebitazione. 

Temi caldi anche in tempi di ripresa. La morsa della crisi infatti, ha stretto fino a ieri le aziende e il credito italiano, ed ora che riparte l’economia occorre sapere bene quali siano i trend giusti per non commettere errori o rimanere ai blocchi di partenza, si, insomma, per non perdere il treno della crescita ma diversamente, esserne protagonisti. Affinché ciò accada, occorre però un approccio professionale e vincente, basato su competenze, resistenza, conoscenza degli altri punti di vista e forza d’animo. Ecco perché l’invito che rivolge il presidente di ACMI Roberto Daverio ai suoi associati è: “il professionista del credito sei tu”.

Per non guastare la sorpresa sono anticipati a seguire, solo alcuni dei punti di vita dei protagonisti che a Bologna approfondiranno questi ed altri temi nell’arco della giornata.

Vi aspettiamo numerosi.

Domanda rivolta a Guido Romano – Gruppo Cerved: Alla luce dei numeri analizzati negli ultimi anni siamo veramente all’uscita della crisi o si tratta solo di un onda di ripresa destinata a terminare entro breve?
Le condizioni per un’effettiva uscita dalla crisi da parte delle nostre PMI si stanno finalmente materializzando, ma molto dipenderà dall’evoluzione del contesto macroeconomico, su cui gravano delle incertezze.I segnali che osserviamo mostrano che la ripresa è in atto e che le PMI, che avevano pagato il conto più salato alla crisi, ne stanno beneficiando più delle grandi imprese. I nostri dati indicano infatti che in questa prima parte del 2015 i fallimenti e gli altri casi di chiusura aziendale sono in calo con tassi a due cifre, che le nascite di nuove aziende risultano in forte aumento, che le PMI  pagano più puntualmente i propri fornitori, nonostante condizioni in fattura più rigide. Non solo, la redditività ha ripreso finalmente a crescere e aumentano le PMI che ricevono un upgrade nella scala dei nostri score verso una classe migliore, caratterizzata da un minor rischio di default. Questi segnali positivi sono anche il risultato di un duro processo di selezione, che da una parte ha espulso dal mercato le PMI più fragili e, dall’altro, ha costretto le altre imprese a ristrutturarsi e a rafforzarsi per rimanere sul mercato. Oggi abbiamo quindi un sistema di PMI meno numeroso, ma qualitativamente migliore, che può cavalcare la ripresa se la crescita si consoliderà o resistere meglio alla congiuntura negativa se le condizioni macroeconomiche dovessero tornare negative.

Domanda rivolta a Giuseppe Faragò – AON S.p.A.: In generale come stanno affrontando le Società di assicurazione del credito la ripresa? Seguono una politica prudenziale o propongono iniziative diverse?
Dare una risposta a questa domanda soprattutto, in questo particolare momento, dipende dalla visione allargata che si ha del mercato. AON TRADE CREDIT, grazie ad un data base proprietario con 1.600 Clienti, 680.000 debitori e, una raccolta premi nel 2014 di oltre 100 Milioni di Euro, vale a dire circa il 30% del mercato dell’Assicurazione del Credito in Italia, riesce a monitorarne costantemente l’evoluzione, sia lato imprese sia lato compagnie assicurative. Per quanto riguarda la ripresa, dialogando giornalmente con i nostri clienti, abbiamo osservato alcuni segnali positivi: il primo è un lieve miglioramento dei tempi di incasso, anche se ancora  molto distanti dalle economie europee; in particolare il settore alimentare ha potuto godere della normativa specifica (art.62),i settori del petrolio, dell’energia hanno accorciato la catena di produzione-distribuzione a vantaggio della celerità dei pagamenti ,altri settori come le costruzioni risentono ancora della crisi di liquidità mentre farmaceutico e telecomunicazioni operano in un mercato in mano a pochi grandi operatori in grado di dettare le condizioni di pagamento. Il secondo segnale positivo arriva dal miglioramento osservato sui mancati pagamenti, sia in termini di frequenza sia di severità.

In questo scenario economico, diventa necessario per le aziende aggredire nuovi mercati ma non tutte le aziende in italia hanno le dimensione per poterlo fare, necessitano di supporto da parte del sistema bancario. Le varie offerte presenti sul mercato, sviluppate nell’ultimo anno cercano di coniugare queste esigenze.Le varie compagnie assicurative hanno lanciato diversi prodotti destinati alle medie imprese, soluzioni che incontrano le loro aspettative in termini di flessibilità e  reattività necessarie al contesto imprenditoriale attuale. La lettura e la comprensione delle coperture credito sono state semplificate, con particolare attenzione alla trasparenza dei servizi, offrendo la possibilità di avere dei premi fissi in base a fasce di fatturato o fatturarli in funzione del fatturato reale dell’azienda, di ridurre i termini di indennizzo, di avere inclusi nel pricing opzioni per coprire differenti tipologie di rischio tra i quali, politico, fabbricazione, crediti contestati.  Si affiancano sempre di più servizi di rating sul cliente, tramite il quale l’impresa assicurata può avere una fotografia istantanea della salute finanziaria del proprio portafoglio clienti. Continua il sostegno per le aziende che vogliono sviluppare il proprio business verso l’estero, a tale riguardo ci sono a disposizione una gamma di prodotti “multilevel” a seconda delle esigenze. Coperture su singolo debitore, possibilità di limitare la copertura assicurativa alle esportazioni effettuate anche verso un solo Paese estero oppure coprire il solo fatturato verso l’estero con delle condizioni interessanti sia dal punto di vista economico che normativo. 

Nel corso del 2015 abbiamo assistito a un dialogo sempre più crescente tra il mondo dell’assicurazione del credito e il sistema bancario, diversi sono stati gli accordi di partnership siglati a sostegno del sistema italia. Per concludere su alcuni settori i quali hanno registrato negli ultimi 18 mesi delle performance negative quali costruzioni, siderurgia, trasporti abbiamo visto un leggero segnale di cambio di atteggiamento da parte delle compagnie con un maggiore sostegno anche se  i dati sono di prudenza, speriamo che i segnali positivi che si stanno registrando in termini di sinistrosità possano essere di ausilio per un sostegno maggiore per il nostro comparto economico ed industriale.

Domanda rivolta a Giuseppe Pignatelli – Banca Farmafacoring: Gli strumenti adottati dal governo nel settore sanità, con particolare riferimento alla fatturazione elettronica verso la PA, hanno realmente migliorato i tempi di pagamento?
Gli strumenti implementati nel settore pubblico in questi ultimi anni sono stati diversi, sia in ottica di riduzione dei tempi di pagamento sia di trasparenza dei conti: dai finanziamenti extra alla certificazione dei crediti, dalla fatturazione elettronica alla centralizzazione degli acquisti. La fatturazione elettronica è arrivata nel 2015 in sanità ed ha rappresentato uno sforzo in termini di risorse e di modifiche organizzative i cui benefici finora non sono ancora tangibili per i fornitori: i tempi di pagamento sono rimasti stabili e la discrezionalità di scarto del documento in capo agli enti non ha ampliato le certezze.

BFF ha scelto di operare al fianco dei propri clienti investendo da subito nel servizio di trasmissione e gestione della fattura elettronica verso la PA, garantendo la massima continuità in ambito sanitario e pubblico.

Ci aspettiamo che l’opera di razionalizzazione del procurement pubblico, attraverso la messa in funzione delle nuove 34 centrali di acquisto, sia lo strumento in grado di contribuire a cambiare davvero lo scenario, garantendo semplificazione e controllo efficace dei processi di pagamento.

Domanda rivolta a Luca Polverino – Sistemia S.p.A.: Quale l’impatto dei sistemi alternatavi al fallimento (vedi legge 3/2012) sui NPL?
Come chiarito in un comunicato stampa diffuso dal Governo, le nuove misure “muovono da un principio comune: un’azienda con problemi rischia di trascinare con sé altre imprese (fornitori di beni e servizi e intermediari finanziari) continuando a contrarre obbligazioni che non potrà soddisfare. Affrontare tempestivamente i casi di crisi aziendale consente di limitare le perdite del tessuto economico, sia nella dimensione strettamente imprenditoriale sia sul piano finanziario, o di risanare l’azienda, con benefici sul piano occupazione e più in generale tutelando il tessuto economico contiguo”.

Ambiziosi, appaiono  i riflessi che tali misure produrranno sul mondo del credito in generale e su quello degli NPL in particolare.

Infatti, tutte le recenti riforme hanno come obiettivo e, si auspica, effetto di contrarre sia i tempi di definizione dei contorni del rapporto credito debito (in termini di esistenza e quantificazione) sia quelli necessari per il raggiungimento dell’obiettivo ultimo: la soddisfazione delle ragioni del creditore e la “liberazione” del debitore. Ovvie appaiono le ricadute positive sul sistema giudiziario, in termini di minore carico, e sul sistema creditizio che, meno appesantito dalle sofferenze accumulate, sarà più libero di sostenere la crescita.

Proprio la crescita dell’economia sarà la migliore e più efficace soluzione dei crediti deteriorati secondo una logica win-win, per cui i debitori, in forza della disponibilità di una maggiore liquidità, avranno la capacità di saldare le vecchie “pendenze” e ripartire con nuovo slancio nelle attività economiche e i creditori vedranno apprezzarsi i propri asset in termini di minor accantonamenti ( per le Banche e le Finanziarie) ovvero di ritorni dell’investimento più elevati (per i Fondi e Società che investono in NPL). A tal riguardo lo stesso Fondo Monetario ha chiarito, proprio recentemente, che le sofferenze bloccano 193 Miliardi di nuovi prestiti e quindi si pongono come principale ostacolo della ripresa economica.

Domanda rivolta a Simone Rampichini – Cribis Teleservice: Sulla base dei dati raccolti si può affermare che la ripresa è reale e quali sono stati gli effetti sul Credit management?
Non la definirei ripresa, quanto invece maggiore maturità nella gestione di questa nuova “normalità”. Difatti, quello che abbiamo sperimentato come utenti (attivi o passivi) del credito, in questi ultimi anni, è una situazione oggi consolidata e ben descritta dai dati che raccogliamo e analizziamo tutti i giorni. Le modalità e le tempistiche con cui le aziende saldano i propri impegni, gli indicatori di rischio e tutto quello che si può misurare, mostrano un contesto complessivamente stabile (specificità a parte). La stabilità è arrivata grazie alla capacità delle aziende di adattarsi e a gestire al meglio il credito commerciale rendendo il credit management  un elemento sempre più protagonista della cultura aziendale. Vero è che ci sono alcuni segnali che indicano delle traiettorie in miglioramento (protesti, fallimenti) ma vanno contestualizzati rispetto a quello che questa nuova normalità porta e cioè maggiore complessità e maggiore attenzione verso i propri clienti.
di Marco Recchi
© Riproduzione riservata


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