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Crediti ex-moratoria: in Italia sono il doppio rispetto all’Ue

La situazione dei crediti problematici in Italia e in Europa inizia a farsi sentire, in particolare per quanto riguarda i crediti ex-moratoria

Anche se la situazione attuale non è così drastica come previsto, il problema dei crediti deteriorati in Italia e in Europa continua a destare preoccupazione. In particolare, per quanto riguarda i crediti ex-moratoria, ossia i finanziamenti garantiti dallo Stato che hanno permesso ad aziende e famiglie di superare l’emergenza sanitaria. Stando ai dati pubblicati di recente da Banca Ifis, in Italia i crediti ex-moratoria rappresentano il 6,8% del totale, contro il 3,2% della media Ue.

Nello specifico, a preoccupare le principali banche europee sono i crediti finiti in “stage 2”, che pur essendo ancora in bonis hanno registrato un peggioramento del profilo di rischio. In Italia, il 13,2% dei crediti complessivi è in stage 2, il 29,5% di quelli in moratoria e il 12% di quelli tradizionali. Dati particolarmente significativi rispetto alla media europea che si attesta al 9,1%, al 24,5% e all’8,6%. La situazione dell’Italia è più critica anche rispetto a quella della Germania (9,4%, 18,6% e 9,3%) e della Francia (9%, 20,2% e 9,3%). I crediti che sono divenuti critici o addirittura non performing rappresentano il 6,3% di quelli ex-moratoria, contro l’1.9% della media dei crediti non garantiti.

Se si prendono in considerazione i crediti deteriorati Npe, invece, in Italia rappresentano il 3% del complessivo dei crediti, di cui il 2,9% di quelli non in moratoria e il 4,5% di quelli in ex-moratoria. La media Ue presenta rispettivamente l’1,9% del totale, l’1,8% di quelli non in moratoria e il 6,1% di quelli in ex-moratoria. La Germania arriva al 6,8% dei crediti ex-moratoria e la Spagna addirittura l’8,6%. 

“Il sistema economico italiano beneficia di alcuni mitigant non trascurabili come, ad esempio, l’elevata liquidità delle imprese e il basso livello di indebitamento della popolazione” ha dichiarato l’Ad di Banca Ifis, Frederik Geertman. “Dobbiamo però aspettarci che l’attuale contesto geopolitico e macroeconomico avrà un impatto sull’economia reale. Prevediamo quindi che i flussi di nuovo credito deteriorato nei bilanci bancari aumenteranno nel corso dei prossimi due anni. L’andamento delle esposizioni stage 2, in questo senso, può darci un’indicazione di come le banche stiano valutando con attenzione i cambiamenti nella situazione economica di famiglie e imprese ma, al contempo, è un risultato dei sistemi di early warning e gestione proattiva del rischio che sono stati implementati”.

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