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Credito, il ruolo del commercialista nel rapporto tra banche e imprese

In futuro il commercialista vestirà un ruolo strategico per le aziende nella prevenzione dei rischi legati al credito e per favorire il dialogo con gli istituti bancari
Prevenzione del rischio d’impresa e dialogo con gli istituti di credito. Questi sono i compiti principali del commercialista del futuro: è quanto espresso nel documento “Non Performig Loans – NPL” pubblicato l’8 agosto scorso dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti in collaborazione con il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili. Il tema dei crediti deteriorati e il nuovo ruolo del commercialista in azienda sono al centro del documento a cura del Gruppo di Lavoro Npl del Consiglio Nazionale Commercialisti guidato dai consiglieri Andrea Foschi e Sandro Santi.
Il testo illustra “le caratteristiche e le criticità collegate ai crediti deteriorati sugli effetti prodotti dai medesimi sia all’interno del sistema creditizio che sul mercato dell’accesso al credito. A seguito di un’attenta analisi sul tema della prevenzione e del merito creditizio viene approfondito il ruolo del commercialista che, attraverso il miglioramento del merito creditizio o voto di affidabilità (rating) del proprio cliente, dovrà contribuire a rafforzare il rapporto di fiducia tra banca e impresa”.
Il tema dei non performig loans diviene quindi sempre più importante per il commercialista nell’attività di prevenzione e salvaguardia del valore aziendale e nella mitigazione di una crisi, grazie anche al corretto funzionamento degli strumenti d’allerta quali, modelli organizzativi, indicatori, tempi di intervento, segnalazioni all’OCRI, ecc. In secondo luogo, il commercialista è chiamato ad affiancare il proprio cliente “trasferendogli conoscenze sul quadro normativo e regolamentare del sistema bancario e preparandolo al dialogo con gli istituti di credito con l’obiettivo di trovare un punto di incontro tra le reciproche esigenze”.

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