L’aliquota del 26% sui guadagni generati dalle criptovalute è stata confermata anche per il 2025. La nuova Legge di Bilancio prevede però la rimozione della no tax area fino ai 2.000 euro.
Dopo il via libera della Camera dei deputati avvenuta il 20 dicembre, il Senato ha approvato la Legge di Bilancio 2025 lo scorso 28 dicembre 2024. Tra i temi più discussi troviamo la tassazione delle plusvalenze generate da attività legate alle criptovalute.
La tassazione delle criptovalute
L’aliquota che verrà applicata nel 2025 per le plusvalenze da criptovalute resterà del 26%, come già previsto per i rendimenti generati nel 2024. È stato scongiurato quindi l’incremento dell’aliquota a una percentuale più alta per l’anno nuovo. Il testo approvato annuncia invece per il 1° gennaio 2026 l’aumento dell’aliquota al 33%.
Ciò che cambia per il 2025 è la cancellazione dell’esenzione delle tasse per le plusvalenze di importo inferiore ai 2.000 euro. I soggetti che otterranno plusvalenze sotto ai 2.000 euro saranno a tenuti a versare delle tasse (pari al 26% dei loro guadagni) che negli anni passati non avevano mai dovuto pagare. Chi invece ottiene plusvalenze che superano i 2.000 euro, si troverà a pagare 520 euro di tasse in più rispetto al 2024.
La nuova Legge di Bilancio prevede inoltre la possibilità di rivalutare il valore delle proprie cripto-attività al 1° gennaio 2025 versando un’imposta sostitutiva del 18% sul totale del valore posseduto.
Questa operazione può essere utile a chi ha acquistato i propri asset ad un valore molto più basso di quello attuale. Effettuando la rivalutazione, si va a modificare la base imponibile che verrà utilizzata per calcolare le tasse sulle plusvalenze. Chi decide di effettuare la rivalutazione dovrà anche tener conto delle commissioni da corrispondere agli exchange che si occuperanno di vendere e ricomprare gli asset.
Le cripto in Europa
L’approvazione della nuova legge, almeno per quanto riguarda il tema delle criptovalute, ha lasciato scontente molte persone. Si è riusciti ad evitare l’aumento dell’aliquota inizialmente previsto al 42% su proposta del Governo, che avrebbe messo l’Italia tra i Paesi peggiori in Europa. Una percentuale così alta avrebbe messo eccessivamente sotto stress il mercato delle criptovalute, peggiorando l’attrattività dell’Italia.
Ci sono alcuni Paesi europei che prevedono una tassazione pari a zero sulle plusvalenze generate dalle criptovalute. Si tratta di Svizzera, Lussemburgo, Malta e Belgio. In altri stati, invece, la tassazione cambia sulla base del reddito: in Repubblica Ceca varia tra il 15% e il 23%, in Slovacchia tra il 19% e il 25% e in Spagna tra il 19% e il 28%.
Sono molti però i Paesi che applicano una tassazione più alta rispetto a quella dell’Italia. Il Portogallo prevede un’aliquota del 28%, Francia e Svezia il 30%, i Paesi Bassi il 33% e la Danimarca una percentuale compresa tra il 37% e il 52%.