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Crowdfunding: da Consob arriva la svolta ufficiale

Dall’11 novembre 2023 tutti i soggetti che intendono gestire piattaforme di crowdfunding dovranno ricevere apposita autorizzazione da Consob o Banca d’Italia. I suddetti portali saranno assoggettati a regole uniformi, definite a livello europeo dal Regolamento Ecsp di ottobre 2020. Cosa cambia per imprese innovative e startup?

Crowdfunding: la situazione in Italia

A due anni di distanza dall’ufficializzazione del Regolamento Europeo 2020/1053 (Ecsp), lo scorso 21 ottobre Consob ha dichiarato che tutti i soggetti che vogliono gestire piattaforme di crowdfunding dovranno richiedere apposita autorizzazione alla Consob o a Banca d’Italia.

I portali dovranno uniformarsi alle regole definite a livello europeo, nonché alla vigilanza delle autorità designate dagli Stati membri dell’Ue. Il nuovo regolamento sarà operativo a partire dall’11 novembre 2023 e servirà all’Italia per allinearsi con gli altri Paesi europei. In attesa dell’attuazione della normativa, Consob e Bankitalia si sono rese disponibili a intrattenere dialoghi informali di orientamento con tutti gli operatori interessati alla futura presentazione delle domande di autorizzazione.

All’entrata in vigore della norma europea, nell’ottobre del 2020, l’Italia si trovava in una posizione di vantaggio rispetto ad altre nazioni. Vantaggio però che si è perso in questi ultimi due anni di attesa. “Sono ancora pochi gli investimenti fatti attraverso queste piattaforme da banche, sgr o fondi in startup o PMI innovative” ha sottolineato Tommaso Baldissera Pacchetti, Ceo and Founder di CrowdFundMe. “In Italia ci vantiamo di raggiungere i 2 miliardi di euro investiti in un anno, mentre la Spagna ne ha investiti 7 miliardi”.

Cosa cambia con il nuovo regolamento?

Il Regolamento Europeo 2020/1053 (Ecsp) ha l’obiettivo di normare le attività dei fornitori di servizi di crowdfunding per startup e imprese innovative.

Una delle principali novità introdotte è data dall’accomunamento dei portali di equity crowdfunding con quelli di lending crowdfunding. I portali di equity crowdfunding potranno svolgere anche attività di raccolta in modalità lending-based (prestito) e viceversa. In questo modo, le piattaforme potranno ampliare la loro offerta alle imprese, incrementando di fatto anche il bacino dei potenziali clienti. Allo stesso tempo, potranno offrire agli investitori retail un’offerta di investimenti differenziata e con svariati livelli di rischio.

La nuova normativa prevede che i portali rispettino requisiti prudenziali e si dotino di assetti organizzativi idonei ad assicurare l’adeguata gestione dei rischi e la continuità dell’operatività.

Ai portali italiani sarà concesso raccogliere capitali per aziende europee, con la possibilità di svolgere attività di comunicazione verso una platea di investitori internazionali più ampia di quella attuale. Ai portali europei sarà concesso di raccogliere capitali per aziende italiane, offrendo ai propri utenti la possibilità di investire in esse.

In questo senso, ci si aspetta che i principali operatori europei possano raccogliere sempre più capitali per le aziende italiane. Un’opportunità interessante per startup e imprese innovative. Alcune, infatti, hanno già annunciato di voler sfruttare le possibilità offerte dal nuovo quadro regolatorio per raccogliere capitali in crowdfunding, sfruttando il bacino di utenti europeo attraverso le campagne su portali internazionali.

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