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DDL conti correnti: la rivoluzione dell'obbligo contrattuale nel sistema bancario italiano

DDL conti correnti: la rivoluzione dell’obbligo contrattuale nel sistema bancario italiano

La Camera approva all’unanimità il DDL conti correnti che introduce l’obbligo per le banche di aprire conti correnti e limita il diritto di recesso. Novità normative e implicazioni per il settore bancario italiano

L’approvazione parlamentare è un passo decisivo verso la tutela del cliente bancario

Il panorama normativo del settore bancario italiano si appresta a subire una trasformazione significativa con l’approvazione unanime, il 23 luglio 2025, da parte della Camera dei Deputati del testo unificato delle proposte di legge C. 1091-1240-A, comunemente denominato DDL conti correnti. Questa importante novità legislativa rappresenta un cambio di paradigma nelle relazioni contrattuali tra istituti di credito e clientela, introducendo principi che ridefiniscono l’equilibrio tra autonomia negoziale degli intermediari finanziari e diritti dei consumatori.

Il provvedimento normativo si inserisce in un contesto di crescente attenzione verso la protezione della clientela bancaria, particolarmente evidente negli ultimi anni attraverso diverse iniziative legislative volte a limitare gli abusi del settore creditizio. L’unanimità raggiunta in sede parlamentare testimonia la trasversalità politica del problema affrontato e la necessità condivisa di intervenire su dinamiche contrattuali spesso percepite come squilibrate a favore degli operatori bancari.

Il quadro normativo: modifiche al Codice Civile e al Codice del Consumo

La struttura normativa del DDL conti correnti si articola attraverso interventi mirati su due pilastri fondamentali dell’ordinamento giuridico italiano. Il primo intervento riguarda l’introduzione dell’articolo 1857-bis nel Codice Civile, una disposizione che assume carattere innovativo nel panorama delle obbligazioni contrattuali del settore bancario. Questo nuovo articolo, rubricato “Apertura e chiusura di un rapporto di conto corrente“, stabilisce principi che limitano significativamente la discrezionalità degli istituti di credito nelle decisioni relative all’avvio e alla conclusione dei rapporti contrattuali.

Parallelamente, il disegno di legge interviene sull’articolo 33 del Decreto Legislativo 206/2005, noto come Codice del Consumo, modificando sostanzialmente il regime delle clausole vessatorie nei contratti bancari. Questa duplice modifica normativa crea un sistema coordinato di tutele che incide profondamente sulla libertà contrattuale tradizionalmente riconosciuta agli operatori del settore creditizio.

Principi e implicazioni operative dell’obbligo di contrarre nuovi conti correnti

Il cuore pulsante della riforma risiede nell’introduzione di un obbligo incondizionato per le banche di stipulare contratti di conto corrente con chiunque ne faccia richiesta. La formulazione normativa adottata dal legislatore non lascia spazio a interpretazioni: “la banca non può in alcun caso esimersi dalla stipula di un contratto di conto corrente con chiunque lo richieda“. Questa disposizione rappresenta una limitazione senza precedenti dell’autonomia negoziale degli istituti di credito, tradizionalmente liberi di selezionare la propria clientela secondo criteri commerciali e di rischio.

L’implementazione pratica di questo obbligo comporterà necessariamente una revisione completa delle procedure interne degli istituti bancari, dalle policy di accettazione della clientela ai sistemi informatici di gestione delle richieste. Gli operatori del settore dovranno adeguare le proprie strutture organizzative per garantire il rispetto del nuovo obbligo, sviluppando processi standardizzati che assicurino tempi di risposta compatibili con le aspettative normative.

La portata innovativa di questa disposizione emerge con particolare evidenza se confrontata con l’attuale prassi bancaria, caratterizzata da ampia discrezionalità nella valutazione delle richieste di apertura di conti correnti. Gli istituti di credito hanno tradizionalmente fondato le proprie decisioni su parametri diversificati, inclusi profili reddituali, storico creditizio, nazionalità e residenza del richiedente, elementi che non potranno più costituire motivo di rifiuto della stipula contrattuale.

Le limitazioni al diritto di recesso sono un nuovo equilibrio contrattuale

Il secondo pilastro della riforma riguarda le limitazioni imposte al diritto di recesso bancario, settore tradizionalmente oggetto di controversie tra istituti di credito e clientela. La nuova normativa stabilisce che le banche non possono recedere dai contratti di conto corrente, sia a tempo determinato che indeterminato, quando i saldi risultino in attivo per il cliente. Questa disposizione introduce un principio di stabilità contrattuale che ribalta la tradizionale asimmetria informativa e contrattuale del rapporto banca-cliente.

L’impatto di questa limitazione si estende oltre la mera tutela del cliente, investendo aspetti strategici della gestione bancaria. Gli istituti di credito dovranno rivedere le proprie politiche commerciali, considerando che rapporti contrattuali tradizionalmente considerati poco redditizi non potranno più essere facilmente risolti attraverso il recesso unilaterale. Questa dinamica potrebbe incentivare una maggiore attenzione alla qualità del servizio offerto, trasformando potenziali costi in opportunità di fidelizzazione della clientela.

Le eccezioni normative che riguardano antiriciclaggio e antiterrorismo

Nonostante la portata estensiva dell’obbligo di contrarre, il legislatore ha previsto eccezioni specifiche legate al rispetto della normativa antiriciclaggio e antiterrorismo. Questa scelta normativa riconosce la priorità delle disposizioni europee e nazionali in materia di prevenzione del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo, settori dove la discrezionalità bancaria mantiene carattere essenziale per la tutela del sistema finanziario.

L’articolazione di queste eccezioni prevede tuttavia specifiche garanzie procedurali a favore del richiedente. Le banche sono tenute a comunicare per iscritto, entro dieci giorni dalla richiesta, l’eventuale diniego di apertura del conto corrente derivante dall’applicazione delle norme antiriciclaggio e antiterrorismo, fornendo adeguata motivazione della decisione. Questa previsione introduce elementi di trasparenza e controllo che limitano potenziali abusi dell’eccezione normativa.

La definizione delle modalità operative di questa eccezione richiederà un coordinamento attento tra le autorità di vigilanza bancaria e quelle preposte alla prevenzione del riciclaggio, per evitare interpretazioni divergenti che potrebbero compromettere l’efficacia della riforma. Gli operatori dovranno sviluppare procedure chiare per distinguere i casi di legittimo rifiuto da quelli che configurerebbero elusione dell’obbligo normativo.

Le modifiche al codice del consumo vanno verso maggiori tutele

L’intervento sul Codice del Consumo rappresenta un elemento complementare ma essenziale della riforma, incidendo sulla disciplina delle clausole vessatorie nei contratti bancari. L’abrogazione della lettera a) dell’articolo 33, comma 3, elimina la deroga che consentiva agli operatori dei servizi finanziari di recedere senza preavviso dai contratti a tempo indeterminato in caso di giustificato motivo.

Questa modifica comporta l’applicazione della presunzione generale di vessatorietà alle clausole che prevedono il diritto di recesso bancario nei contratti a tempo indeterminato, equiparando il trattamento dei rapporti finanziari a quello degli altri settori commerciali. Le banche potranno quindi sciogliersi dai contratti solo in presenza di giusta causa, standard più rigoroso rispetto al precedente giustificato motivo.

L’impatto pratico di questa modifica si rifletterà necessariamente nella revisione dei modelli contrattuali utilizzati dagli istituti di credito, che dovranno eliminare o modificare sostanzialmente le clausole di recesso attualmente in uso. La giurisprudenza di settore dovrà inoltre elaborare criteri interpretativi per definire i contorni della giusta causa in ambito bancario, processo che richiederà tempo per consolidarsi.

Il parere delle commissioni parlamentari riguardo gli aspetti costituzionali ed europei

Il percorso parlamentare del DDL conti correnti ha beneficiato del parere favorevole di diverse commissioni specializzate, elemento che conferma la solidità tecnica della proposta normativa. La Commissione Affari Costituzionali ha espressamente escluso contrasti con l’articolo 41 della Costituzione, che tutela la libertà di iniziativa economica, richiamando la consolidata giurisprudenza costituzionale secondo cui l’autonomia privata “non riceve dall’ordinamento una protezione assoluta“.

Particolare rilevanza assume l’osservazione della Commissione Attività Produttive, che ha suggerito di valutare l’opportunità di richiedere il parere della Banca Centrale Europea sul provvedimento. Questa considerazione sottolinea l’importanza del coordinamento con le autorità europee competenti, considerato che la disciplina dei conti correnti bancari rientra nelle competenze BCE secondo gli articoli 127 e 282 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea.

Il coinvolgimento delle autorità europee rappresenta un aspetto cruciale per assicurare la compatibilità della riforma con il quadro normativo comunitario e per prevenire potenziali conflitti interpretativi nell’applicazione pratica delle nuove disposizioni.

Prospettive future: l’esame al Senato e l’implementazione operativa

Il testo approvato dalla Camera dei Deputati passa ora all’esame del Senato, dove dovrà affrontare un ulteriore vaglio parlamentare prima della definitiva approvazione. Questa fase sarà cruciale per valutare eventuali modifiche o integrazioni alla proposta normativa, particolarmente alla luce delle osservazioni emerse durante il dibattito parlamentare e delle posizioni espresse dalle categorie interessate.

L’implementazione operativa della riforma richiederà un periodo di adeguamento significativo per gli operatori del settore bancario, che dovranno rivedere procedure, sistemi informatici e modelli contrattuali per conformarsi alle nuove disposizioni. Le autorità di vigilanza dovranno inoltre definire linee guida applicative per assicurare un’interpretazione uniforme delle nuove norme e prevenire pratiche elusive.

L’impatto complessivo della riforma sul mercato bancario italiano dipenderà in larga misura dalle modalità concrete di implementazione e dall’evoluzione della giurisprudenza di settore, che dovrà definire i contorni applicativi di concetti come la giusta causa per il recesso e l’adeguata motivazione del diniego per ragioni antiriciclaggio. Il successo della riforma si misurerà nella capacità di bilanciare efficacemente la tutela dei diritti della clientela con le esigenze operative e di stabilità del sistema bancario nazionale.

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