Il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva il decreto legislativo che recepisce la Direttiva (UE) 2021/2167, conosciuta anche come “NPL Secondary Market Directive”. La Direttiva SMD si riferisce ai gestori e agli acquirenti di crediti deteriorati e favorisce lo sviluppo di un mercato secondario degli NPL.
Direttiva SMD: arriva la svolta per il mercato dei crediti deteriorati
Nella seduta n. 89 del 22 luglio scorso, il Consiglio dei Ministri ha approvato in via definitiva il decreto legislativo relativo al recepimento della Direttiva (UE) 2167/2021, conosciuta anche come “NPL Secondary Market Directive“, emanata dal Parlamento europeo e dal Consiglio il 24 novembre 2021 e relativa ai gestori e agli acquirenti di crediti deteriorati, che introduce modifiche alle direttive 2008/48/CE e 2014/17/UE.
In sintesi, si tratta di una svolta significativa per lo sviluppo del mercato secondario degli NPL. La Direttiva SMD liberalizza la cessione dei crediti in sofferenza, apportando maggiore competitività, innovazione e crescita all’intero settore. L’obiettivo principale è quello di incentivare lo sviluppo di un mercato secondario dei non performing loans, rimuovendo gli ostacoli al loro trasferimento, anche su base transfrontaliera.
La gestione dei crediti deteriorati è riservata esclusivamente agli operatori specializzati che devono essere iscritti in appositi albi e autorizzati a operare anche a livello transnazionale all’interno dell’Unione Europea. Questo approccio mira a regolamentare l’intero settore e a garantire maggiore tutela nei confronti dei debitori.
Obiettivi della direttiva
La Direttiva SMD si pone diversi obiettivi tra cui, in prima istanza, quello di liberalizzare la cessione dei crediti deteriorati da parte degli enti creditizi ai cosiddetti “acquirenti di crediti” o credit purchasers, siano essi persone fisiche o giuridiche che esercitano questa attività su base professionale. Il decreto consente di fatto a chiunque di acquistare i crediti deteriorati dalle banche, favorendo così la creazione di un mercato secondario degli NPL.
In secondo luogo, si pone lo scopo di aumentare i presidi sul mercato dei crediti e le tutele a favore dei debitori. La normativa prevede l’istituzione di un regime autorizzativo e di vigilanza minimo applicabile ai “gestori di crediti” o credit servicers. Disciplina inoltre i rapporti tra l’acquirente e il gestore dei crediti e, se del caso, i fornitori di servizi di gestione dei crediti. Infine, introduce specifiche misure di tutela dei debitori, che comprendono obblighi informativi, regole di condotta, la costituzione di un nuovo albo di vigilanza e la gestione dei reclami.
Il ruolo del gestore di crediti in sofferenza
Il decreto legislativo liberalizza l’acquisto dei crediti deteriorati eliminando la riserva di attività finora prevista. Tuttavia, la normativa istituisce una riserva di attività per la gestione di questi crediti, con l’introduzione della nuova figura del “gestore di crediti in sofferenza”. Questi gestori sono autorizzati e vigilati dalla Banca d’Italia e classificati tra gli “enti soggetti a regime intermedio” secondo il nuovo articolo 114.6 del TUB, sottoposti a una regolamentazione più rigorosa rispetto a quella ordinaria.
La maggior parte delle discrezionalità previste dalla Direttiva SMD viene attuata tramite la normativa primaria. La Banca d’Italia sarà incaricata di emanare le necessarie disposizioni attuative, che riguarderanno aspetti tecnici e applicativi. La Banca d’Italia svolgerà, inoltre, le funzioni previste dal provvedimento utilizzando le proprie risorse istituzionali, garantendo così l’indipendenza finanziaria, come stabilito dagli articoli 131 e 282 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE).
L’adozione di questo decreto legislativo segna un avanzamento importante nella modernizzazione del mercato dei crediti deteriorati in Italia. La sua implementazione non solo promuoverà la concorrenza e l’efficienza del mercato, ma assicurerà anche una maggiore tutela per i debitori, in linea con gli obiettivi di armonizzazione del mercato unico europeo.