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Intervento sulla casa: lo spalmacrediti sul superbonus entra in vigore con polemiche sulla sua retroattività

Intervento sulla casa: lo spalmacrediti sul superbonus entra in vigore con polemiche sulla sua retroattività

Controversia sul periodo decennale per l’utilizzo del Superbonus derivante dalle spese del 2024. Tajani esprime dubbi, mentre Giorgetti afferma di tutelare gli interessi nazionali.

Le spese detraibili saranno distribuite non più in 4 ma in 10 anni, e ci sarà un inasprimento per le ristrutturazioni, con il rimborso che dal 2028 sarà ridotto al 30%. Sono previste eccezioni per i comuni colpiti da terremoti e per le ONLUS. Dopo l’approvazione in Commissione, il decreto Superbonus attende il voto di fiducia dell’aula del Senato il 17 maggio 2024. Il decreto modifica nuovamente il panorama dei bonus per i lavori edilizi, includendo anche il coinvolgimento dei Comuni nei controlli, mentre l’entrata in vigore della sugar tax è stata posticipata a luglio.

La questione spinosa della retroattività

Il punto più critico riguarda chiaramente la questione della retroattività. Si tratta di una retroattività circoscritta all’anno in corso, mirata ad applicare il nuovo calendario esteso ai bonus correlati alle “spese sostenute a partire dal periodo di imposta attuale“, come specificato recentemente dal Ministro Giorgetti durante il suo recente intervento in commissione Finanze al Senato.

Tuttavia, questa decisione è sufficiente a suscitare la protesta da parte di costruttori, imprese e banche detentrici di nuovi crediti, che subirebbero una svalutazione di circa il 15%, secondo le prime stime. Questo ha intensificato la lotta all’interno del Governo per una nuova scelta impopolare, a meno di un mese dalle elezioni europee.

Il pacchetto sviluppato presso il Ministero dell’Economia è esteso e comprende diverse misure. Tra queste, vi è l’introduzione di restrizioni sulla possibilità di utilizzare i crediti per compensare i versamenti fiscali, al fine di ridurre l’impatto finanziario immediato e evitare di mettere a rischio anche l’equilibrio dei conti previdenziali, già compromessi dai precedenti squilibri della finanza pubblica.

E’ istituito anche un fondo per sostenere le organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS), le quali non possono più beneficiare delle detrazioni fiscali, divenute l’unica modalità per usufruire dello sconto. Inoltre, viene previsto sostegno per le aree colpite dai terremoti, dalle zone dell’Emilia-Romagna fino a Ischia, che erano state escluse dai precedenti provvedimenti analoghi.

Spalmacrediti e superbonus

Tuttavia, l’attenzione sia degli attori politici che dei diretti interessati si è inevitabilmente concentrata sullo spalmacrediti, che estende da quattro a dieci anni il periodo entro cui è possibile utilizzare il bonus, con una riduzione al 70% per le spese sostenute a partire da quest’anno. L’obiettivo del Ministero dell’Economia è quello di proteggere il bilancio pubblico da ulteriori colpi, contro i quali non ci sono preoccupazioni legali o risentimenti pre-elettorali che abbiano peso.

Poiché una parte degli spazi per la prossima manovra di bilancio è estremamente difficile da trovare, con l’obiettivo di replicare misure per circa 20 miliardi di euro (escludendo i nuovi interventi) senza aumentare il deficit aggiuntivo, diventa cruciale evitare di sovraccaricare tali impegni con la necessaria correzione per riportare il disavanzo al 3,6% nel 2025 e al 2,9% nel 2026, come previsto dalla Nota di Aggiornamento al DEF del precedente anno.

Di conseguenza, il Ministero dell’Economia ha calcolato che sarà necessario reperire 700 milioni di euro l’anno prossimo e 1,7 miliardi nell’anno successivo, attraverso una riduzione dell’utilizzo dei crediti d’imposta grazie al prolungamento dei tempi di utilizzo, che sposta una considerevole parte dei costi nei periodi successivi al 2027, quando si prevede una diminuzione del rapporto debito/PIL. Questa modifica implica l’impiego di circa 11,3 miliardi di crediti, quindi oltre 16 miliardi di lavori beneficiati dal bonus al 70% attualmente e al 65% nel 2025.

In definitiva, cosa cambia e cosa è stato approvato per la questione del superbonus?

Superbonus in 10 rate

Le spese sostenute dal 1° gennaio 2024 per il superbonus (ora al 70%, che scenderà al 65% nel 2025) potranno essere detratte in 10 anni anziché in 4, via dichiarazione dei redditi da presentare nel 2025. Anche la detraibilità per il sisma bonus e il bonus barriere sarà estesa a 10 anni, rispetto agli attuali 5. Questo cambiamento dovrebbe favorire i contribuenti con una minore capienza fiscale, che in 4 anni avrebbero rischiato di perdere parte delle spese eccedenti; penalizza invece chi ha una maggiore capienza fiscale, poiché dovrà aspettare più tempo per essere rimborsato completamente. Il governo prevede un ammontare di detrazioni fruibili di quasi 12 miliardi tra il 2024 e il 2025.

Bonus casa: dal 2028 al 30%

L’agevolazione per i lavori di ristrutturazione della casa è destinata a diminuire nei prossimi anni: dal 2028 al 2033 l’aliquota di detrazione per interventi di recupero edilizio e riqualificazione energetica sarà ridotta al 30%. Per il 2024, il bonus è confermato al 50%, con un limite di spesa detraibile di 96mila euro. A partire dal 2025, salvo proroghe, l’aliquota scenderà al 36%, con un tetto di spesa che dovrebbe ridursi a 48mila euro.

Stop alle compensazioni delle banche

Dal 2025, tutti gli istituti finanziari non potranno più compensare i crediti del superbonus con debiti previdenziali, assistenziali e i premi per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, pena il recupero del credito con interessi e una sanzione. Inoltre, banche, assicurazioni e intermediari che hanno acquistato crediti pagandoli meno del 75% del loro valore originale dovranno suddividere le rate in 6 quote annuali, che non potranno essere cedute o suddivise ancora.

Fondo sisma, controlli comunali e… tasse

Viene istituito un plafond di 400 milioni di euro per consentire la cessione e lo sconto in fattura nelle zone colpite dai sismi del 2009 e del 2016, utilizzabile però solo per nuove pratiche. La cessione e lo sconto saranno applicabili solo per ecobonus e sismabonus, ma non per il cosiddetto ‘Superbonus rafforzato’.

Per il 2025 è messo a disposizione un fondo di 35 milioni per interventi di riqualificazione energetica e strutturale in altre zone terremotate, e un fondo di 100 milioni per interventi di enti del terzo settore, ONLUS, organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale.

I Comuni potranno effettuare sopralluoghi nei cantieri del superbonus per verificare eventuali irregolarità, ricevendo in cambio una quota del 50% delle somme recuperate.

L’imposta sul consumo delle bevande analcoliche edulcorate (sugar tax) e quella sui manufatti in plastica monouso (plastic tax), previste in origine per luglio, entreranno in vigore rispettivamente nel 2025 e nel 2026. La sugar tax è posticipata di un anno al 1° luglio 2025, mentre la plastic tax è rinviata di due anni al 1° luglio 2026.

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