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Npl, le banche in fila per la Gacs

Le banche italiane guardano alla Gacs per ridurre lo stock dei crediti deteriorati. Il Mef si appresta a chiedere a Bruxelles la proroga di un anno delle garanzie pubbliche.
La banche italiane si sono messe in fila per la Gacs, la garanzia pubblica che facilita la cartolarizzazione degli Npl. Al momento sono 34 i miliardi di non performing loans formalmente in via di cartolarizzazione, tra i quali spiccano i 27 miliardi di Mps (il processo è già stato avviato), i 5 di BancoBpm e i 3 di Bper. Entro agosto sono previsti in arrivo altri 15 miliardi, per un  totale di 50 miliardi di sofferenze in attesa. Complice il forcing della Bce e l’addendum atteso a marzo, tra gli istituti che non hanno ancora formalizzato la richiesta per la Gacs, ma che si appresteranno a farlo risultano Intesa Sanpaolo, Bnl, Creval e diverse altre.
Il tempo a disposizione però non è molto, visto che la garanzia pubblica scadrà il 6 settembre e a questo punto il Mef (Ministero dell’economia e delle finanze) è seriamente intenzionato a chiedere a Bruxelles la possibilità di prolungare la Gacs almeno per un altro anno. La proposta non è stata ancora discussa formalmente con la Commissione europea, considerando tra l’altro che sarà di competenza del Governo uscente, eppure al Tesoro si respira aria di fiducia. Da un lato, per la premura di Bruxelles di smaltire l’ingente mole di crediti deteriorati ancora in seno alle banche, dall’altro perché la garanzia pubblica è considerata “economica” per lo Stato, oltre a essersi  rivelata, a fronte delle commissioni previste, addirittura un guadagno.
Infine, il Mef sta valutando anche la possibilità che la Gacs venga estesa agli Utp (unlikely to pay), ovvero le “inadempienze probabili”. Anche su questo versante le probabilità di riuscita sono alte,  visto che la Bce avrebbe puntato il dito contro questa categoria di crediti problematici considerando l’enorme ammontare che sta raggiungendo, 52 miliardi di euro al netto delle rettifiche. In tal senso, l’obiettivo è quello di ripetere l’esperienza positiva della Gacs sugli Npl che, garantendo la tranche senior dei crediti in sofferenza, ha ridotto il gap tra domanda e offerta e ha agevolato la dismissione degli stessi. La cessione tramite cartolarizzazione favorirebbe l’eliminazioni degli Utp, alleggerendo di conseguenza il fardello per le banche. Gli stessi istituti potrebbero così trattenere le tranche senior di Utp, a questo punto garantite dallo Stato. Infine, la Gacs permetterebbe di allargare la base degli investitori, aprendo il focus anche sulle tranche mezzanine e junior.

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