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Nuovo ente per la riscossione delle tasse locali

Nuovo ente per la riscossione delle tasse locali: un progetto attuabile?

La proposta del ministro Giorgetti di istituire un nuovo ente per la riscossione delle tasse locali riapre il dibattito sulla sostenibilità finanziaria dei Comuni e sull’efficacia dell’attuale sistema di esazione, ritenuto frammentato e poco efficiente.

Nuovo ente per la riscossione delle tasse locali: la proposta del ministro Giorgetti

La riscossione delle entrate tributarie degli enti locali rappresenta da anni un nodo critico del sistema fiscale italiano. A illustrarne la complessità è il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che in audizione alla Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo fiscale, ha denunciato l’inefficacia dell’attuale modello tributario. La riscossione delle tasse locali, infatti, è caratterizzata da carichi frammentati e importi ridotti, che rendono diseconomico l’intervento degli agenti della riscossione.

Un dato su tutti evidenza le criticità della situazione attuale. I Comuni hanno affidato all’Agenzia delle Entrate-Riscossione (Ader) 26 miliardi di crediti, dei quali appena 6 sarebbero teoricamente esigibili, ma non incassati. Le ragioni risiedono da un lato nell’incapacità di molti Comuni di gestire la riscossione in autonomia, dall’altro la comprensibile tendenza dell’Agenzia a concentrare la maggior parte delle risorse su entrate più cospicue, tralasciando, ad esempio, il recupero di una Tari da 250 euro a fronte di un’Irpef da 250mila.

L’ipotesi di un ente dedicato alla riscossione dei tributi locali

La proposta del ministro Giorgetti non è contenuta nella riforma attualmente in discussione, ma si configura come una soluzione innovativa volta a superare le inefficienze storiche del sistema. Il progetto prevede la creazione di un ente dedicato esclusivamente alla riscossione dei tributi locali, con personale specializzato e una forte integrazione tecnologica e informativa con Agenzia delle Entrate-Riscossione, Sogei e PagoPA.

Questo nuovo soggetto potrebbe beneficiare delle economie di scala a livello nazionale e far leva sull’interoperabilità delle banche dati per incrociare informazioni, determinare le posizioni debitorie e monitorare l’operato degli incaricati. La sua collocazione sarebbe sinergica rispetto ad Ader, da cui attingerebbe esperienze e competenze, ma con un focus operativo distinto e mirato alle peculiarità della fiscalità comunale.

L’obiettivo è ambizioso: superare l’attuale stallo della riscossione locale, che oggi grava su bilanci già compromessi. In Italia, infatti, si contano 105 Comuni in dissesto, 266 in pre-dissesto e altri 123 che, a distanza di cinque anni di presunto riequilibrio, continuano a versare in una condizione finanziaria fragile.

Sfide e opportunità della proposta

L’istituzione di un nuovo ente per la riscossione delle tasse locali ha sollevato diversi interrogativi sulla sua fattibilità. La proposta potrebbe rappresentare un’occasione per migliorare la capacità di incasso degli enti, offrendo un supporto tecnico e organizzativo oggi carente. L’adozione di strumenti tecnologici avanzati e l’integrazione con soggetti già operativi nel settore potrebbe garantire un’efficienza e una puntualità superiori rispetto al sistema attuale.

Nonostante questo i rischi però non mancano. La creazione di un nuovo ente implicherebbe tempi lunghi di attuazione, costi di avviamento rilevanti e la necessità di coordinare competenze e banche dati già oggi disperse tra diversi attori. Inoltre, c’è il rischio di una sovrapposizione con Ader, che già detiene competenze in materia, pur con i limiti evidenziati. Trovare una soluzione, però, rappresenta oggi più che mai un’urgenza.

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