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Qual è la nazione più egualitaria della Terra?

Qual è la nazione più egualitaria della Terra?

Come si misura il grado di egualità di una nazione? Come si fa a dire che in uno Stato ci sono condizioni più egualitarie che in un altro?

Uguaglianza economica di una nazione: il coefficiente di Gini

È difficile stabilire quale sia la nazione più equa del mondo in termini economici, poiché l’uguaglianza economica può essere misurata e definita in modi diversi. Un parametro comunemente utilizzato è il coefficiente di Gini, che è una misura della disuguaglianza di reddito o di ricchezza.

Il coefficiente di Gini è una misura della disuguaglianza di reddito o di ricchezza. Prende il nome dallo statistico italiano Corrado Gini, che sviluppò il concetto all’inizio del 1900. Il coefficiente viene calcolato utilizzando i dati sulla distribuzione del reddito o della ricchezza all’interno di una popolazione. Va da 0 a 1, con 0 che rappresenta la perfetta uguaglianza (dove tutti hanno lo stesso reddito o la stessa ricchezza) e 1 che rappresenta la perfetta disuguaglianza (dove una persona ha tutto il reddito o la ricchezza e tutti gli altri non ne hanno).

Per calcolare il coefficiente di Gini, in genere si raccolgono i dati relativi al reddito o alla ricchezza di ciascun membro di una popolazione. Essi vengono poi disposti in ordine dal più basso al più alto. Viene quindi creata una curva di Lorenz, che traccia la quota cumulativa di reddito o ricchezza rispetto alla quota cumulativa della popolazione. Il coefficiente di Gini è calcolato come l’area compresa tra la curva di Lorenz e la linea di perfetta uguaglianza, divisa per l’area totale sotto la linea di perfetta uguaglianza.

Uguaglianza economica di una nazione: la curva di Lorenz

La curva di Lorenz è una rappresentazione grafica della distribuzione del reddito o della ricchezza all’interno di una popolazione. È stata sviluppata da Max O. Lorenz nel 1905, ed è ampiamente utilizzata per illustrare la disuguaglianza di reddito o di ricchezza.

Per creare una curva di Lorenz, la popolazione viene classificata dal reddito o dalla ricchezza più bassi a quelli più alti. Quindi, ad ogni individuo o famiglia viene assegnata una quota cumulativa del reddito o della ricchezza totali. Ad esempio, il primo 20% della popolazione può avere il 5% del reddito totale, il secondo 20% può avere il 10% del reddito totale, e così via.

La curva di Lorenz viene quindi creata tracciando la quota cumulativa di reddito o ricchezza sull’asse delle ordinate, e la quota cumulativa della popolazione sull’asse delle ascisse. La linea di perfetta uguaglianza, in cui ogni individuo o famiglia ha la stessa quota del reddito o della ricchezza totale, è una linea diagonale retta che va dall’angolo in basso a sinistra all’angolo in alto a destra. La curva di Lorenz si troverà generalmente al di sotto di questa linea, a indicare che la distribuzione del reddito o della ricchezza è disuguale.

La misura in cui la curva di Lorenz si discosta dalla linea di perfetta uguaglianza è una misura del grado di disuguaglianza nella distribuzione del reddito o della ricchezza. Il coefficiente di Gini, comunemente utilizzato per misurare la disuguaglianza di reddito o di ricchezza, è calcolato come il rapporto tra l’area compresa tra la curva di Lorenz e la linea di perfetta uguaglianza, e l’area totale al di sotto della linea di perfetta uguaglianza.

Nel complesso, la curva di Lorenz è uno strumento utile per visualizzare la disuguaglianza di reddito o di ricchezza. Può ovviamente contribuire a informare le politiche volte a ridurre la disuguaglianza.

Ma niente meglio di un’immagine può far comprendere i concetti fin qui elencati:

Coefficiente di Gini e Curva di Lorenz

Il coefficiente di Gini è ampiamente utilizzato come misura della disuguaglianza. E’ spesso usato da economisti, politici e ricercatori per confrontare i livelli di disuguaglianza tra i vari Paesi o nel tempo. Tuttavia, è importante notare che il coefficiente di Gini ha dei limiti, e non coglie tutte le dimensioni della disuguaglianza economica. Ad esempio, non tiene conto delle differenze nel costo della vita o degli aspetti non monetari del benessere, come l’accesso all’assistenza sanitaria o all’istruzione. Inoltre, il coefficiente di Gini potrebbe non cogliere le variazioni di disuguaglianza che si verificano all’interno di specifici sottogruppi della popolazione, come le minoranze razziali o etniche.

Qual è la nazione più egualitaria?

Secondo i dati dell’OCSE, la nazione con l’economia più egualitaria del mondo è la Norvegia; seguono Slovenia, Isalnda, Svezia e Repubblica Ceca.

Norvegia. Il Paese con l’economia più egualitaria al mondo è la Norvegia. Ed è anche positivo: distribuisce la sua ricchezza verso l’alto, non verso il basso. L’elevata rendita pro capite consente al Paese scandinavo di attuare politiche volte a ridistribuire la ricchezza.

Secondo l’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), “la disuguaglianza salariale è bassa, e la ridistribuzione attraverso le tasse e il sistema di benefit viene effettuata su larga scala, in modo che la distribuzione del reddito netto sia ancora più equa.”

Coefficiente di Gini: 0,226

Slovenia. La nazione che inizia dopo Trieste è uno dei Paesi meno ricchi dell’Unione Europea, ma dove risorse economiche sono distribuite nel modo più equo possibile.

In Slovenia, il reddito del 10% più ricco è solo 0,8 volte superiore a quello del 40% più povero, mentre in Stati con caratteristiche economiche simili, come la Bulgaria o la Lettonia, tale cifra sale quasi al doppio: 1,4.

Coefficiente di Gini: 0,237

Islanda. Secondo il World Economic Forum, l’Islanda è il Paese più egualitario al mondo se si prendono in considerazione tutti i parametri misurabili: parità di genere, economica, sociale, educativa. Non sorprende quindi che, per quanto riguarda la distribuzione della ricchezza, sia tra i primi 3 Paesi.

L’Islanda ha una caratteristica peculiare, ed è la sua bassa popolazione, considerando che è un Paese europeo, candidato ad entrare nell’Unione Europea dal 2013. Questo, unito a un tasso di disoccupazione di circa il 4%, fa sì che i redditi degli islandesi siano distribuiti in modo equo.

Coefficiente di Gini: 0,240

Svezia. La Svezia è lo specchio economico a cui guardano molti Stati, sia europei che del Vecchio Continente. Il suo successo risiede nella corretta distribuzione delle risorse. A tal fine, il Paese nordico cerca un equilibrio tra settore pubblico e privato, incoraggiando la proprietà privata e il sostegno economico alle cooperative, ma senza escludere la nazionalizzazione di alcuni settori strategici.

Nell’attuazione delle misure sociali, si tiene conto di esigenze particolari come l’istruzione, la vita familiare e il lavoro, salari dignitosi, borse di studio, prestiti agevolati, strutture abitative.

Coefficiente di Gini: 0,248

Repubblica Ceca. Nel caso della Repubblica Ceca, la ragione della bassa disuguaglianza economica è da ricercare nel suo mercato del lavoro. Con un tasso di disoccupazione del 6,1%, inferiore alla media continentale, l’ex Paese comunista ha una ripartizione abbastanza equa delle risorse.

Inoltre, un’alta percentuale di popolazione in età lavorativa rispetto a quella dei bambini e dei pensionati influenza la stabilizzazione della spesa e delle entrate.

Coefficiente di Gini: 0,249

È importante notare che, sebbene questi Paesi abbiano livelli relativamente bassi di disuguaglianza di reddito, potrebbero comunque presentare altre forme di disuguaglianza economica, come le disparità nell’accesso all’istruzione o all’assistenza sanitaria. Inoltre, altri parametri di uguaglianza economica, come la disuguaglianza patrimoniale, possono non essere necessariamente in linea con il coefficiente di Gini.

In Italia. La nostra nazione ha un coefficiente di Gini di 0,352 (ultimo dato della Banca mondiale e della Banca d’Italia aggiornato al 2018), che ci pone purtroppo nella parte alta della classifica continentale delle disuguaglianze. Peggio di noi fanno solo Bulgaria, Romania, Lituania e Lussemburgo.

La disuguaglianza patrimoniale

La disuguaglianza patrimoniale è una misura della distribuzione ineguale della ricchezza all’interno di una popolazione. La ricchezza si riferisce al valore totale delle attività di una persona (come proprietà, risparmi, investimenti e altre disponibilità finanziarie) meno i debiti e le passività. La disuguaglianza di ricchezza è spesso misurata utilizzando anche per essa il coefficiente di Gini, già menzionato.

La disuguaglianza patrimoniale può avere una serie di conseguenze economiche e sociali. Ad esempio, alti livelli di disuguaglianza nella ricchezza possono portare a livelli più bassi di crescita economica, in quanto gli individui più ricchi possono essere meno propensi a spendere il loro denaro in beni e servizi che stimolano l’attività economica. Inoltre, alti livelli di disuguaglianza di ricchezza possono portare a disordini sociali e politici, poiché le persone sono frustrate dalla mancanza di opportunità economiche e dall’incapacità di accumulare ricchezza.

Sono molti i fattori che contribuiscono alla disuguaglianza di ricchezza. Tra questi, le differenze nell’accesso all’istruzione, alle opportunità di lavoro e alle risorse finanziarie, nonché le differenze nell’eredità e nel trasferimento intergenerazionale della ricchezza. In molti casi, la disuguaglianza di ricchezza può auto-rinforzarsi, in quanto chi ha più ricchezza è in grado di investire meglio nell’istruzione ed in altre forme di capitale umano, che lo aiutano a mantenere e accrescere la propria ricchezza nel tempo.

Esistono molte potenziali risposte politiche alla disuguaglianza di ricchezza, tra cui la tassazione progressiva, i programmi di ridistribuzione della ricchezza e le politiche che sostengono un maggiore accesso all’istruzione, agli alloggi a prezzi accessibili e ad altre risorse che possono contribuire a ridurre la disuguaglianza di ricchezza nel tempo. Tuttavia, è in corso un dibattito sul modo migliore per affrontare la disuguaglianza di ricchezza, e molte soluzioni politiche sono molto controverse.

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