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Secondary Market Directive (SMD): cosa cambia per servicer NPL operanti in Italia?

Si apre una nuova stagione per il mercato secondario dei crediti deteriorati in Italia. Il Secondary Market Directive introduce nuovi obblighi per i gestori dei crediti in sofferenza e maggiori tutele per i debitori.

La Secondary Market Directive entra in vigore: chi sono i gestori dei crediti in sofferenza

Il 14 agosto 2024 è entrato in vigore il Decreto Legislativo n. 116, che recepisce in Italia la Direttiva UE 2021/2167, meglio nota come Secondary Market Directive (SMD). Questa normativa segna un passaggio cruciale nel processo di armonizzazione delle regole per la gestione dei crediti deteriorati all’interno dell’Unione Europea. L’obiettivo principale, infatti, è quello di stimolare lo sviluppo di un mercato secondario più liquido ed efficiente, salvaguardando al contempo i diritti dei debitori.

Nello specifico, la Direttiva introduce la nuova figura del “gestore dei crediti in sofferenza” e impone che tali soggetti siano autorizzati, iscritti a un apposito albo presso Banca d’Italia e sottoposti a stringenti obblighi informativi e comportamentali. Il gestore diviene è responsabile della gestione concreta dei crediti, è obbligato a interfacciarsi con il debitore, garantendo una gestione professionale, trasparente e conforme alla normativa.

Il legislatore italiano ha scelto di limitare l’applicazione della SMD ai soli crediti bancari classificati come sofferenze, escludendo i crediti UTP, le cartolarizzazioni multi-tranche effettuate secondo la Legge 130/1999 e attività di recupero svolte da soggetti con licenza ex art. 115 TULPS.

Accanto alla liberalizzazione dell’acquisto dei crediti da parte anche di soggetti non bancari, è stata confermata la riserva sull’attività di gestione, affidata esclusivamente a operatori regolamentati e vigilati da Banca d’Italia. Una scelta che punta a garantire trasparenza, competenza e tutela per il debitore ceduto.

Esteso anche ai gestori l’obbligo di adesione all’ABF

Con il provvedimento dell’11 febbraio 2025, la Banca d’Italia ha esteso il perimetro dell’Arbitro Bancario Finanziario (ABF), includendo anche i gestori dei crediti in sofferenza tra i soggetti obbligati ad aderire al sistema di risoluzione stragiudiziale delle controversie. Il provvedimento è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 7 marzo 2025 ed è entrato in vigore il giorno successivo.

Questa estensione risponde a un principio cardine della Secondary Market Directive: rafforzare la tutela del debitore, anche quando il credito è gestito da attori non bancari. I gestori dovranno quindi garantire ai debitori l’accesso all’ABF e informare chiaramente su tale possibilità, pena l’improcedibilità dell’attività stessa.

L’inclusione dei gestori nell’albo ex art. 114.5 TUB e la vigilanza della Banca d’Italia mirano a garantire comportamenti corretti, trasparenti e rispettosi dei diritti del cliente, o debitore, anche nelle fasi più critiche della relazione bancaria. Le decisioni dell’ABF, sebbene non vincolanti, rappresentano un orientamento chiaro per il settore e uno strumento accessibile per la risoluzione delle controversie.

Obblighi, sanzioni e trasparenza

La Secondary Market Directive stabilisce una serie di obblighi per gli acquirenti e i gestori dei crediti, fra cui la nomina di un gestore autorizzato per i soggetti non bancari, la comunicazione preventiva ai debitori ceduti e il rispetto di stringenti principi di correttezza, riservatezza e trasparenza.

In caso di violazione delle nuove regole, sono previste sanzioni fino a 5 milioni di euro o al 10% del fatturato. Anche i soggetti terzi, coinvolti tramite esternalizzazione, possono essere chiamati a rispondere di eventuali irregolarità. Il decreto legislativo prevede inoltre una fase transitoria: dall’8 marzo 2025, i gestori avranno sei mesi per regolarizzarsi e tre mesi per presentare domanda di autorizzazione. Le nuove disposizioni si applicheranno solo alle cessioni effettuate dopo tale data.

In definitiva, la SMD introduce una governance più rigorosa per il mercato dei crediti in sofferenza, rafforza la protezione dei debitori e conferma il ruolo centrale della Banca d’Italia nel garantire equilibrio tra sviluppo del mercato e diritti dei consumatori.

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