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Business Intelligence, Tondi (Revela): “Le sfide globali stanno cambiando la gestione del credito e dei rischi aziendali”

In un periodo di tensioni e incertezze, le informazioni commerciali restano il cardine di una Business Intelligence efficace e funzionale alla gestione del credito e dei rischi aziendali.

Con il superamento della pandemia da Covid19 si sperava in anni meno sfidanti, invece tra rallentamento economico, rialzo dei tassi di interesse, tensioni in Ucraina, Gaza e Mar Rosso, la situazione per le imprese italiane è ancora più difficile, soprattutto per quelle che hanno un giro d’affari anche all’estero.

Come cambia la gestione del credito in questo scenario? Come rischi internazionali possono influire sul credit management? Ne abbiamo parlato con Alberto Tondi, Business Development Manager di Revela Srl.

I conflitti geopolitici internazionali stanno creando non poca incertezza e complessità. Quali rischi e quali opportunità stanno emergendo in termini di gestione del credito?

L’intero contesto globale è mutato. Certamente la maggiore discontinuità rispetto al “periodo d’oro” della globalizzazione è rappresentata da uno scenario internazionale diventato molto più frammentato e instabile, di cui i conflitti geopolitici internazionali sono l’indicatore più rilevante e significativo ma non esclusivo.

È passato attraverso più crisi in successione: l’emersione del terrorismo globale, la crisi finanziaria del 2008 e le misure adottate per fronteggiarla, la rivalità economica tra Stati Uniti e Cina, la pandemia Covid 19 e gli effetti che ha provocato, il tutto fronteggiato dalle future sfide rappresentate dall’emergenza climatica ed ambientale e dall’avvento della IA.

Probabilmente siamo di fronte all’emersione un nuovo standard di complessità, che si manifesta soprattutto nel rapporto tra economia e sicurezza, tra cooperazione intergovernativa (fino a forme di vera integrazione) e tutela di interessi strettamente nazionali derivante dal passaggio da un contesto con una determinata e forte egemonia ad un contesto di un mondo multipolare e asimmetrico.

Si sta delineando una nuova geoeconomia, in un quadro economico e strategico che risulta difficile da sintetizzare, dal momento che incorpora sia fattori di convergenza che di divergenza, L’affermarsi di politiche di consolidamento di relazioni politiche ed economiche tra alcuni Paesi, penalizzando e\o escludendo gli altri, è avvenuto attraverso lo strumento degli accordi di libero scambio.

Secondo dati del Wto ad oggi ammonterebbero a circa 369 gli accordi di libero scambio che progressivamente hanno raggiunto dimensionamenti “subcontinentali: 

  • 1° luglio 2020 è entrato ufficialmente in vigore il nuovo accordo preferenziale di libero scambio tra Canada, Messico e Stati Uniti, l’USMCA (United States–Mexico–Canada Agreement), in sostituzione del NAFTA (North American Free Trade Agreement) che coinvolge il 16% del Pil mondiale;
  • ad inizio del 2022 è entrato in vigore RCCP – Partenariato Economico Globale Regionale  – accordo di libero scambio nella regione dell’Asia Pacifica tra i dieci stati dell’ASEAN e cinque dei loro partner di libero scambio: Australia, Cina, Giappone, Nuova Zelanda e Corea del Sud che interessa circa il 30% del commercio;
  • CPTPP –  Accordo globale e progressivo per il partenariato accordo commerciale tra Australia, Brunei, Canada, Cile, Giappone, Malesia, Messico, Nuova Zelanda, Perù, Regno Unito, Singapore e Vietnam che rappresenta il 13,4% del Pil Mondiale;
  • il Mercosur in Sud America che rappresenta il 3% del Pil.  Pur non riconducibile esclusivamente ai Fta, l ’UE, intesa come unione doganale, rappresenta il 22% del Pil mondiale.

Dalla crisi finanziaria del 2008 le misure protezionistiche, le restrizioni al commercio – dazi, sovvenzioni, vincoli alle esportazioni e agli investimenti esteri degli scambi tra dazi, le quote di esportazione – superano quelle di liberalizzazione e di integrazione.

Opportunità e rischi vanno commisurati a questo scenario differenziato. Oltre al rischio di credito, al rischio paese, al rischio finanziario, al rischio di mercato, il rischio geopolitico dovrà rientrare per forza di cose all’interno dei processi decisionali d’impresa, oggi con la stessa rilevanza ed attenzione che si è sempre prestata agli aspetti fiscali e\o doganali, e rappresenta una nuova misura dell‘esposizione delle imprese ai rischi.

Come le tensioni internazionali stanno cambiando le diverse fasi del credit management?

La serie di sfide globali a cui stiamo assistendo, in primo luogo i cambiamenti della composizione geo-politica, economica e del sistema finanziario internazionale le ricadute sul sistema creditizio, stanno modificando le strategie e le regole di comportamento finora adottate.

In questo contesto in cui le dinamiche nazionali e internazionali si incrociano quotidianamente, rapidità e flessibilità diventano le parole chiave.

Se proteggere la propria azienda significa individuare e saper governare la totalità dei rischi che possono minacciarne l’equilibrio finanziario ed economico in contesti caratterizzati dall’imprevedibilità degli scenari, bisogna regolare i propri sistemi di gestione con creatività, mediante l’adozione di strumenti che massimizzino la razionalità delle decisioni diventando centrali per regolare le reazioni organizzative in eventi imprevisti e di crisi.

Un’organizzazione deve essere in grado di rispondere in modo coerente all’evoluzione e ai cambiamenti del contesto, mostrando diligenza nell’applicare le regole che governano le componenti prevedibili e stabili dei processi, attenzione allo scenario, capacità di adattare prontamente ed efficacemente la propria linea di d’azione con una visione più ampia di gestione integrata e resiliente della rischiosità a livello aziendale.

Il ciclo del credit management nel suo complesso svolgerà una funzione sempre più rilevante di resilienza finanziaria se le diverse fasi e la tempistica della loro attivazione saranno customizzate in relazione alle specificità dello scenario in cui si colloca la controparte per settore di appartenenza e al paese.

Ciascuna fase del credit management, dalla valutazione preliminare del potenziale cliente, all’acquisizione ed alla sua successiva gestione, richiederà la capacità di individuare, mediante l’apporto un mix di soluzioni differenziate, una sintesi, per quanto possibile, delle molteplici dimensionalità effettivamente presente in ciò che oggi intendiamo per rischio: di credito, di mercato, di finanziamento e liquidità, operativi, di sostenibilità, legali e di compliance, reputazionali.  

In questo contesto qual è il ruolo delle Business Information e come integrano o sostituiscono altre soluzioni di credit management?

Le informazioni commerciali (Business Information) sono state e restano uno strumento indispensabile a supporto di decisioni in ambito commerciale, nel loro ambito specifico di pertinenza. Le informazioni commerciali restano il cardine della Business Intelligence.

Soprattutto se forniscono una completa valutazione economico-finanziaria attraverso l’interpretazione complessiva di tutti i dati disponibili, in relazione ai differenti livelli di rischio, alle diverse esigenze dei clienti e a patto che contengono informazioni specifiche in base alla differenziazione delle norme vigenti in ogni Paese e dei dati disponibili.

La best practice più adeguata è quella che combina consulenza umana e grandi banche dati e macchine intelligenti: le decisioni prese dall’intelligenza artificiale per quanto articolate e complesse necessitano sempre di essere costantemente supervisionate e migliorate dall’intervento umano, il cosiddetto ‘human in the loop’.

La sfida si gioca sulla qualità ed integrazione dello spettro complessivo dei dati acquisibili, sull’allineamento, sull’acquisizione a livello locale, e particolarmente sulla capacità di implementare ulteriori procedure e protocolli di verifica e controllo posti in essere a tutela dei clienti.

Per raggiungere questo obiettivo abbiamo proseguito nel nostro percorso di evoluzione ed abbiamo incrementato ulteriormente la nostra offerta per le informazioni commerciali estere (anche in originale), in qualità di Solution Partner della Creditreform, leader internazionale nel settore dei servizi di informazioni commerciali e recupero crediti.

Nella maggior parte dei 17 Paesi dell’Europa occidentale il ​​numero di fallimenti\procedure concorsuali è aumentato significativamente riportando il volume totale odierno a quello riscontrato nel 2016.

Diminuzioni si sono registrate solo in Danimarca, Lussemburgo, Spagna e Portogallo. L’aumento è stato particolarmente forte nei Paesi Bassi (più 54,9%) e in Francia (più 35,6%). In Svezia, Irlanda, Finlandia, Norvegia e Germania i casi di insolvenza sono aumentati di oltre il 20%.

Il numero di fallimenti\procedure concorsuali è aumentato a doppia cifra in tutti i principali settori economici. L’aumento è stato particolarmente forte nel commercio (più 24,8%) e nel settore delle costruzioni (più 21,7%), più moderato nel settore dei servizi (più 16,2%).

I tassi di insolvenza hanno accelerato nel settore manifatturiero. L’aumento (più 19,8%) è stato superiore a quello dell’anno precedente. Tuttavia, i dati del settore manifatturiero sono ancora leggermente inferiori a quelli del 2019.

Il numero delle insolvenze è aumentato anche nell’Europa dell’Est, con l’Ungheria in gran parte responsabile dell’aumento di circa l’8%. In totale, nel 2023 nell’Europa dell’Est sono stati registrati quasi 65.000 fallimenti aziendali – l’anno precedente si erano verificati ben 60.000 casi.

Il numero dei casi è diminuito in sei dei dodici Paesi esaminati. I cali maggiori si sono verificati in Croazia (meno 22,3%) e Lettonia (meno 21,2%). Oltre all’Ungheria, hanno registrato un aumento anche l’Estonia, la Slovacchia, la Serbia e la Repubblica Ceca.

È importante sottolineare che se, nella maggior parte dei casi, ogni dato non è di per sé significativo, se confrontato o messo in relazione con gli altri, in presenza di una policy articolata e di un credit management evoluto, con un service di livello, nazionale ed internazionale, può essere in grado di verificare l’erogabilità corredato di contenuti specifici ad integrazione e completamento delle altre soluzioni adottate dal cliente.  

(Contenuto realizzato in collaborazione con Revela Srl)

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