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Euro digitale come antidoto allo strapotere delle Big Tech

Euro digitale come antidoto allo strapotere delle Big Tech

Le big tech sono un pericolo per cittadini e banche, e l’euro digitale è l’antidoto; questo il messaggio del nuovo Governatore di Bankitalia, Panetta,  fa i nomi e i cognomi dei ‘‘cattivi’’, di coloro che l’euro digitale è chiamato a contrastare: Apple, X, Amazon, Tencent, Paypal

Il debutto di Panetta: l’euro digitale

Nel suo primo intervento pubblico, il neo Governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, ha lanciato un messaggio forte e chiaro: l’euro digitale è necessario per contrastare la crescente influenza dei giganti tecnologici nel settore dei pagamenti.

L’occasione per Panetta è stata una conferenza a Francoforte sull’euro digitale, un appuntamento per gli addetti ai lavori nel settore finanziario. Nel suo intervento, il Governatore ha affermato che l’euro digitale è “una questione di sovranità monetaria” e che “è essenziale per proteggere i cittadini e le banche dalle minacce dei big tech“.

Panetta ha poi citato espressamente alcuni dei giganti tecnologici che rappresentano la principale minaccia per l’euro: Apple, Amazon, Tencent e Paypal. Secondo il Governatore, questi colossi stanno diventando sempre più dominanti nel settore dei pagamenti, e il loro potere sta minacciando la stabilità finanziaria e la tutela dei consumatori.

L’euro digitale, secondo Panetta, è la risposta a questa sfida. Si tratta di una moneta digitale emessa dalla Banca centrale europea, che sarà accessibile a tutti i cittadini europei. L’euro digitale garantirebbe un’alternativa sicura e affidabile ai servizi di pagamento offerti dai big tech.

Questa è una posizione importante, che sottolinea il ruolo cruciale che le banche centrali devono svolgere nel mondo digitale. L’euro digitale è una misura che può aiutare a proteggere i cittadini e le banche dalle minacce dei big tech, e a garantire la stabilità finanziaria dell’Eurozona.

Un altro paio di punti sono stati sottolineati da Panetta:

  • L’euro digitale è necessario per proteggere la privacy dei consumatori. I big tech, infatti, utilizzano i dati dei loro utenti per scopi commerciali, come la pubblicità mirata.
  • L’euro digitale potrebbe anche aiutare a ridurre le commissioni sui pagamenti. I big tech, infatti, spesso applicano commissioni elevate ai commercianti, che possono essere poi scaricate sui consumatori (e di fatto, purtroppo, succede proprio così).

Mettiamo le cose in chiaro

Il discorso del Governatore Panetta mette in luce l’importanza dell’euro digitale come strumento per garantire la sopravvivenza delle banche centrali e della sovranità monetaria.

Panetta sostiene che l’euro digitale è necessario per contrastare la crescente influenza dei giganti tecnologici nel settore dei pagamenti. I big tech, infatti, stanno diventando sempre più dominanti in questo mercato, e il loro potere potrebbe rappresentare una minaccia per le banche centrali e per la stabilità finanziaria.

Il Governatore sottolinea che l’euro digitale è una questione di sovranità monetaria. Le banche centrali hanno il dovere di garantire che la moneta sia un’espressione di un’autorità statale, e l’euro digitale è uno strumento che può aiutare a raggiungere questo obiettivo.

L”euro digitale è comunque un tema controverso. Alcuni lo vedono come un destino ineluttabile, mentre altri non ne vedono l’esigenza.

Negli Stati Uniti, ad esempio, il tema del dollaro digitale (da tempo allo studio della FED) ha assunto connotati politici. Gli esponenti del partito repubblicano sono contrari all’emissione di un dollaro digitale, sostenendo che il sistema dei pagamenti è già in mano ai privati, e non c’è bisogno di un intervento della banca centrale. Gli esponenti del partito democratico, invece, sono più possibilisti e ritengono che il dollaro digitale possa essere uno strumento utile per la stabilità finanziaria.

Panetta ha anche sottolineato che l’euro digitale è necessario per proteggere la privacy dei consumatori. I big tech, infatti, utilizzano i dati dei loro utenti per scopi commerciali, come la pubblicità mirata. E gli scopi commerciali, per loro definizione, poco se ne fregano (anzi, punto) della privacy dei cittadini.

L’euro digitale potrebbe anche aiutare a ridurre le commissioni sui pagamenti. I big tech, infatti, spesso applicano commissioni elevate ai commercianti, che possono essere (anzi, sono) poi scaricate sui consumatori.

La difesa della centralità di moneta

L’intervento del Governatore Panetta è quindi, come visto, una difesa della centralità della moneta di banca centrale nel mondo digitale.

Panetta sostiene che le banche centrali hanno il dovere di garantire la stabilità monetaria e finanziaria, e che questo compito richiede loro di adattarsi ai cambiamenti tecnologici.

In particolare, Panetta sottolinea che l’aumento dei pagamenti digitali sta mettendo in discussione il ruolo della moneta cartacea. Le banche centrali, quindi, devono emettere una moneta digitale per soddisfare le esigenze dei cittadini e garantire la stabilità del sistema finanziario.

L’emissione di una moneta digitale, ha detto ancora il Governatore, non rappresenta una minaccia per il sistema finanziario privato. Al contrario, può essere uno strumento per rafforzare la stabilità del sistema, fornendo ai cittadini un’alternativa sicura e affidabile ai servizi di pagamento offerti dalle società private.

E’ dunque importante l’emissione di una moneta digitale da parte delle banche centrali. Questo è un passo necessario per adattarsi al mondo digitale e garantire la stabilità monetaria e finanziaria.

Panetta ha (anche) sottolineato che l’euro digitale sarà progettato per essere sicuro, affidabile e accessibile a tutti, e che non sostituirà comunque la moneta cartacea, ma la integrerà, come tutte le banche centrali che stanno esploitando questa possibilità vanno ripetendo da tempo.

Chi osteggia l’euro digitale?

I critici dell’euro digitale (e in generale delle monete digitali di banca centrale) sostengono che i pagamenti digitali al dettaglio sono già in mano ai privati, e che il sistema funziona abbastanza bene.

Secondo questi critici, la banca centrale non ha più il pieno controllo della quantità di moneta in circolazione, poiché la moneta commerciale, ovvero i depositi bancari, è un multiplo molto significativo del contante utilizzato.

Questo significa che gran parte della moneta utilizzata per i pagamenti non è una passività diretta della banca centrale, ma di un soggetto privato (l’intermediario finanziario).

A loro avviso, questa situazione non è sicura, poiché gli intermediari finanziari possono limitare l’accesso alla moneta, come è successo durante la crisi greca, quando sono stati bloccati i prelievi al bancomat.

I critici dell’euro digitale sostengono anche che questi potrebbe ridurre la concorrenza nel settore dei pagamenti, favorendo le banche centrali a scapito delle società private, e che l’euro digitale potrebbe essere utilizzato per scopi illeciti, come il riciclaggio di denaro o il finanziamento del terrorismo (invece le criptovalute non vengono usate per questo, vero? Vedi il recente caso della condanna esemplare a Binance per riciclaggio di denaro connesso a money laundering ed attività terroristiche).

Una convivenza possibile già esiste

Le banche centrali e le banche commerciali hanno una (lunga) storia di coesistenza.

Nonostante la crescita della moneta commerciale, ovvero dei depositi bancari, le banche centrali hanno ancora gli strumenti per garantire la stabilità dei prezzi e del sistema finanziario.

Questi strumenti includono la politica monetaria, la regolamentazione bancaria e la supervisione del sistema finanziario. La stabilità dei prezzi e del sistema finanziario sono i compiti fondamentali delle banche centrali, e rappresentano la loro ragione di esistere.

Chi potrebbe farne le spese?

Le grandi piattaforme tecnologiche hanno una serie di vantaggi rispetto alle banche tradizionali, tra cui:

  • Enormi banche dati di soggetti profilati: questo consente loro di offrire servizi personalizzati e mirati, che possono essere più appetibili per i consumatori.
  • Tecnologia proprietaria: questo consente loro di controllare l’infrastruttura dei pagamenti, dando loro un vantaggio competitivo.
  • Dimensione sovranazionale: questo consente loro di operare in diversi paesi, senza essere soggetti alle stesse regole e regolamentazioni.
  • Assenza di regolazione: questo consente loro di sperimentare nuovi prodotti e servizi, senza essere vincolati da vincoli normativi.
  • Sovvenzioni incrociati tra servizi: questo consente loro di offrire servizi di pagamento a prezzi inferiori a quelli delle banche tradizionali.

Questi vantaggi potrebbero portare (e forse già portano…) a una serie di conseguenze negative, tra cui:

  • Costi più alti per i cittadini: le grandi piattaforme tecnologiche potrebbero sfruttare la loro posizione dominante per imporre prezzi più elevati ai consumatori.
  • Nocumento sul fronte della privacy: le grandi piattaforme tecnologiche potrebbero utilizzare i dati dei consumatori per scopi commerciali, come la pubblicità mirata.
  • Nascita di monete sovranazionali: le grandi piattaforme tecnologiche potrebbero emettere proprie monete digitali, che potrebbero minarne la sovranità monetaria delle banche centrali.
  • Erosione del ruolo delle banche: le grandi piattaforme tecnologiche potrebbero sostituire le banche tradizionali come intermediari finanziari.

La sfida finale dell’euro digitale

Quali sfide la Banca centrale europea deve affrontare nella progettazione dell’euro digitale, dunque?

L’euro digitale deve essere un servizio per i cittadini, che deve essere accessibile, sicuro e conveniente.

L’euro digitale deve anche essere adottato in modo da non disturbare eccessivamente l’attuale sistema dei pagamenti digitali al dettaglio, che è dominato dalle grandi piattaforme tecnologiche.

Questa è una sfida difficile, poiché le grandi piattaforme tecnologiche hanno una serie di vantaggi rispetto alle banche tradizionali, vantaggi che abbiamo visto ben delineati prima.

L’intervento del Governatore Panetta ha reso quindi chiaro che l’euro digitale è destinato a rappresentare una sfida per, e alle, grandi piattaforme tecnologiche.

La BCE dovrà trovare un modo per progettare l’euro digitale in modo da essere competitivo e attraente per i consumatori, senza tuttavia offrire un vantaggio competitivo alle banche tradizionali.

Questa sarà una battaglia lunga e complessa, ma è importante che la BCE riesca a vincere, poiché l’euro digitale ha il potenziale per migliorare la vita dei cittadini europei.

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