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Factoring: cos’è, come funziona e quali vantaggi offre

Con la crisi pandemica e le crescenti difficoltà da parte delle imprese il factoring è diventato uno strumento sempre più utilizzato dalle imprese, che possono beneficiare di liquidità immediata e servizi correlati alla gestione del credito ceduto

Factoring: cos’è e come funziona?

Il factoring è un contratto atipico, regolamentato dalla legge n. 52 del 1991, con il quale un’impresa cede ad una società specializzata, denominata anche factor, i propri crediti esistenti o futuri, al fine di ottenere liquidità immediata nel breve termine e una serie di servizi correlati alla gestione del credito ceduto (come la gestione, l’amministrazione, l’incasso e l’anticipazione dei crediti prima della loro scadenza).

Il contratto di factoring prevede il coinvolgimento di tre soggetti: il cedente, il factor e il debitore.

  • Il cedente è un’impresa che cede i propri crediti al factor in cambio di liquidità immediata
  • Il factor è una società (una banca o un intermediario finanziario) iscritta in un albo tenuto dalla Banca d’Italia, che esercita l’attività di factoring.
  • Il debitore, ossia un’impresa con cui il cedente ha in essere un contratto di fornitura.

Inoltre, i credi ceduti devono riguardare i contratti stipulati dal cedente nell’esercizio di impresa

Quali sono i vantaggi del factoring?

Il factoring è un vero e proprio sistema di finanziamento all’impresa, che può ottenere l’incasso e l’anticipazione del credito prima della loro scadenza.

In questo modo, essa è in grado di gestire puntualmente i pagamenti dei propri fornitori e continuare la propria attività senza dover attendere i pagamenti in ritardo dei clienti.

Questo strumento è utilizzato in particolare dalle aziende che si avvalgono con frequenza dei pagamenti dilazionati e per le imprese che lavorano con la pubblica amministrazione e che spesso hanno a che fare con tempistiche di pagamento difficili da conciliare con le esigenze dei fornitori.

Quali sono le tipologie di factoring?

Sul mercato esistono diverse tipologie di factoring, personalizzabili in base alle caratteristiche e alle esigenze dell’azienda cliente. Le due principali modalità di factoring sono la cessione pro solvendo e la cessione pro soluto alle quali si aggiungono anche il full factoring, il maturity factoring, l’international factoring e il reverse factoring.

  • La cessione del credito pro solvendo prevede che l’azienda ceda i propri crediti al factor in cambio di liquidità immediata, tuttavia mantenendo a proprio carico il rischio di insolvenza dei clienti;
  • La cessione del credito pro soluto prevede, invece, la cessione del credito al factor, compreso il rischio di mancato pagamento da parte del debitore.

Il full factoring prevede l’acquisto dei crediti commerciali in maniera continuativa a condizioni prestabilite. Il maturity factoring prevede esclusivamente la gestione dei crediti d’impresa. L’international factoring si rivolge a clienti e debitori con sedi in Paesi differenti. Infine, nel reserve factoring è il debitore a richiedere il servizio.

Costi del factoring

Il factoring presenta un costo elevato rispetto ad altre forme di finanziamento e questo può essere sconveniente per aziende con margini di profitto bassi.

A fronte del prestito, l’azienda cedente deve corrispondere al factor un costo amministrativo (commissione). A questo vi si aggiunge un costo finanziario (interessi) relativo al finanziamento implicito nel pagamento del credito prima della scadenza.

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